“L’ultimo missionario – La storia segreta di Giovanni Battista Sidotti in Giappone” di Tomoko Furui, edizione Terra Santa, è il racconto di una fede testimoniata e vissuta nel martirio. È un libro che ha il merito di strappare all’oblio dei secoli una vicenda importante per la storia e la cultura del Paese nipponico. Siamo in Giappone, nel 1708. Il Paese vive il tempo del sakoku: ogni contatto con gli stranieri, soprattutto se missionari cristiani, è proibito o rigidamente regolato. In un contesto di violenta persecuzione, il 12 ottobre 1708, uno straniero vestito da samurai sbarca furtivamente nell’isola di Yakushima. Il suo nome è Giovanni Battista Sidotti ed è un missionario italiano. Viene subito fermato e imprigionato, e insieme a lui anche chi lo aveva accolto. Lo attendono l’abiura o la condanna a morte. “Da quel momento, i nomi di Sidotti e degli abitanti di Yakushima appaiono nei verbali del feudo. Significa che il loro destino era stato risucchiato in un grande vortice, tra questioni politiche, il confucianesimo e il cristianesimo, tra Oriente e Occidente” scrive l’autrice. Ma accade qualcosa di inatteso: Hakuseki Arai, studioso confuciano e consigliere dello shogun, decide di interrogare Sidotti di persona. Ne nasce un dialogo straordinario. La vita è risparmiata al missionario, senza che debba rinunciare alla sua fede, mentre Hakuseki, ispirato da quelle conversazioni, scrive importanti opere che gettano le basi della riapertura del Giappone. Sidotti muore in isolamento perché nella solitaria vita a cui è destinato dalle leggi ferree di allora trova il modo di impartire il sacramento del battesimo. Sa che così facendo firma la sua condanna a morte, ma non può sottrarsi alla sua missione. Sottolinea Tomoko Furui: “Nel dipingere sulla parete della cella la croce con il proprio sangue, Sidotti, risoltosi alla morte dal momento in cui aveva amministrato loro il battesimo, desiderava lasciare un segno che testimoniasse di aver vissuto lì dentro nel dolore”. Il suo sacrificio non è invano… “Concluse la propria esistenza a quarantasette anni. “Signore, affido tutto a te.” Era notte inoltrata, il 27 novembre 1714. Si pensa che la morte sia avvenuta per deperimento, perché gli servi rono sempre meno cibo. Erano passati sei anni da quando era sbarcato a Yakushima”. Nel luglio 2014 i suoi resti sono stati ritrovati, là dove era stata la sua prigione, e ricono-sciuti grazie al DNA. C’è un detto fra i missionari: “Bruciare le proprie navi”… “Non la-sciare aperta una via di ritorno. In questa frase è contenuta la ferrea determinazione di dedicare la propria vita alla strada che si è scelta”.
Nel mese di ottobre sono in programma tre presentazioni del libro con la presenza dell’autrice, Tomoko Furui, a partire da oggi giovedì 12 ottobre, giorno dell’uscita del libro, a Milano, alla Biblioteca Ambrosiana alle ore 16.00 per poi proseguire il 19 ottobre alle 19:00 a Roma all’Istituto Giapponese di Cultura e concludere a Palermo, terra natia di Sidotti, il 23 alle ore 19:00 al Cinema Teatro Gaudium. A Palermo l’iniziativa verrà organizzata in collaborazione con l’Ucsi Sicilia. Alla presentazione, dopo i saluti del consigliere nazionale dell’Ucsi e presidente dell’Ucsi Siracusa Salvatore Di Salvo, fra Antonio Iacona,ofm, commissario di Terra Santa della Sicilia e del presidente dell’Ucsi Sicilia Domenico Interdonato , interverranno il docente dello Studio Teologico San Paolo Catania don Mario Torcivia. Modera il presidente dell’Ucsi Palermo Michelangelo Nasca.
L’AUTRICE – Tomoko Furui è nata a Osaka, in Giappone. Laureata all’Università di Hokkaido, ha stu-diato all’Università del Massachusetts (USA). Ha lavorato come giornalista a Boston. Nel 1994 si è trasferita a Yakushima con il marito americano. È direttrice dell’organizzazione senza scopo di lucro Yakushima Eco Festa. Scrive libri e articoli sulla cultura, vita, storia e natura di Yakushima ed è impegnata a attivamente per la tutela dell’ambiente dell’isola.