ROMA – “Potranno tagliare tutti i fiori, ma non fermeranno mai la primavera”, il celeberrimo aforisma di Pablo Neruda divenuto col susseguirsi delle manifestazioni contro le mafie un baluardo, un messaggio di speranza per un futuro migliore e più pulito dalla melma criminale. Questo è il pensiero che sta alla base del docu-film di Emanuela Giordano “Dieci storie proprio così”, presentato domenica 29 ottobre 2017 alla Festa del Cinema di Roma. Nato nel 2011 a Napoli in occasione del ventesimo anniversario dalla strage di Capaci come spettacolo teatrale itinerante, “Dieci storie proprio così” racconta dieci storie di associazioni, radio, aziende agricole e attività commerciali che nascono in beni confiscati alle mafie,attraverso gli occhi e le testimonianze del collettivo di attori teatrali che hanno girato l’Italia, conosciuto i veri protagonisti della rinascita sociale e messo in scena prima e poi girato uno spettacolo che dimostra la bellezza e la forza dell’impegno civile condiviso. Per tutto il film la corruzione e le organizzazioni criminali restano sullo sfondo. Uno sfondo certamente inquieto, ma che dimostra tutta la loro mancanza di valori e di potere rispetto al punto di riferimento unico e indispensabile incarnato dalle varie realtà che si sono generate dalla loro violenza e crudeltà. L’impegno e la voglia di riscatto pervade ogni nuovo movimento, dalle “NCO” campane (Nuova Cooperazione Organizzata e Nuova Cucina Organizzata, in antitesi alla Nuova Camorra Organizzata), passando per associazioni storiche come Libera a Roma, Ostia e in Calabria, fino alle nuove associazioni “NoPizzo” in Sicilia. Storie di coraggio e rivendicazione. Sono le voci dimenticate e isolate dei volontari, dei testimoni e dei parenti delle vittime che non ricevono quella risonanza e diffusione mediatica necessaria per non combattere da soli. “Non vanno a finire sui giornali” commenta Giulia Minoli, ideatrice del progetto, prima della proiezione del film, “ma sono coloro che segnano il passo per il futuro”. Il documentario mostra inoltre un progetto ad esso collaterale e allo stesso tempo totalmente integrante: il Palcoscenico della Legalità. Gli attori (Daria D’Aloia, Vincenzo d’Amato, Tania Garribba, Valentina Minzoni, Salvatore Presutto, Diego Valentino Venditti, Alessio Vassallo) sono infatti coinvolti in laboratori propedeutici allo spettacolo nelle scuole del Lazio, della Campania, della Sicilia e della Lombardia e gli Istituti penitenziari minorilidi Airola (Benevento) e Malaspina (Palermo).L’intento è di incidere concretamente sul futuro, lavorando sui giovani e sulla loro cultura ed educazione, le fondamenta del nostro paese.
Lo spettacolo, a cui hanno assistito tra gli altri il Ministro per i Beni Culturali Franceschini, la Presidentessa della RAI Monica Maggioni e Carlo Verdone, proseguirà a teatro e le 10 storie, che già adesso sono molte di più, non smetteranno di susseguirsi e aumentare. È necessario però che sianodivulgate e sia data loro la giusta importanza, perché sono di quellainformazionebuona e pura, la buona notizia,di cui l’Italia si è probabilmente dimenticata.
Le idee non si fermano con la paura, ma debbono essere comunicate e condivise per vivere e cambiare il futuro.