MADRID – Mi piace immaginare la preoccupata reazione di mons. Cristiano Bodo di Saluzzo, il più giovane vescovo d’Italia, nel leggere la notizia che Giacomo Lombardo, sindaco di Ostana ha scritto al Papa per invitarlo a visitare Valle Po.
All’attenzione del cronista compare la figura ieratica di don Luigi Destre, il “curato” del Monviso che, salito sul “Re di Pietra” per 120 volte, ha accompagnato gruppi di alpinisti, celebrato Messe e Matrimoni sulla cima più bella delle nostre Alpi e che “rischia” di dover accogliere il Santo Padre nella sua parrocchia e ricevere il dono della stola.
E sì, questa volta Giacomo Lombardo, sindaco dell’incantevole paesino sotto il Monviso, ignorando il protocollo ed il cerimoniale, ha preso carta e penna e ha scritto a papa Francesco per invitarlo a visitare la sua Ostana, uno dei “borghi più belli d’Italia”che, grazie all’opera indefessa di alcuni amministratori, sta riguadagnando dignità, vita e…abitanti.
Ostana, un piccolo comune occitano delle Alpi piemontesi, è passato dai 1300 abitanti del 1910 ad un minimo di 5 negli anni ‘80. Oggi, grazie ad un impegno costante che traduce in nuova economia i valori culturali del territorio, la popolazione residente ha raggiunto le cinquanta unità e continua a crescere con l’avvio di nuove attività economiche.
Nella lettera al Papa il sindaco Lombardo fa vibrare sapientemente le corde del cuore, utilizzando gli argomenti che sono cari a papa Francesco e dimostrando un’acuta sensibilità ed il grande amore nei confronti della propria terra d’origine.
Lombardo illustra al Papa le difficoltà che incontra: “[…]La nuova sfida che Ostana si è imposta è dare slancio all’agricoltura, recuperando e rimettendo a valore i terreni incolti e abbandonati. L’obiettivo è duplice: contrastare il degrado ambientale e favorire l’occupazione giovanile. Per fare ciò, si è intervenuto sullo spezzettamento fondiario delle proprietà, grande problema delle Alpi dove si contano milioni di minuscole particelle catastali. Le diatribe tra i proprietari dei terreni sono la causa principale della situazione di abbandono di molte aree, con la conseguenza della riduzione delle terre realmente coltivabili. Il puzzle delle proprietà va ricomposto, e ancora una volta è il Comune che deve trovare la soluzione tramite un accordo con i privati che è possibile recuperando reciproca fiducia, richiamando alla solidarietà e condividendo, con generosità, il destino dei beni comuni.”
Per raggiungere questo obiettivo, continua Lombardo, “[…]Fa convintamente parte di questo percorso, il progetto di accoglienza avviato da qualche mese. Davanti alle difficoltà del mondo, così accentuate in questo momento storico, abbiamo ritenuto di dover fare la nostra parte offrendoci spontaneamente, per condividere le ricchezze che ci sono state donate, alle sorelle e ai fratelli meno fortunati di noi. Ostana si è proposta come possibile luogo di accoglienza per migranti richiedenti asilo. Noi, che abbiamo come cittadini onorari don Luigi Ciotti e Antonia Arslan (scrittrice testimone del genocidio degli Armeni) vogliamo così dare un seguito concreto alle buone intenzioni spesso proclamate e quasi sempre disattese. […]”
Queste parole “sono musica” per il Papa. Ma il sindaco “occitano” rincara la dose: “Il progetto non ha mancato di incontrare la reazione ostile di una sia pure piccola parte della comunità; anche tra coloro che praticano la fede cristiana e che neppure le parole illuminate del nostro parroco – ispirate alla Sua dottrina – sono riuscite a convincere. Dopo quella prima fase, che per qualche notte non mi ha consentito di dormire, sembra tuttavia farsi strada un diverso atteggiamento che restituisce al sacramento della Comunione l’originario significato di comunione con Dio e con gli altri esseri viventi, a cominciare dai nostri fratelli in difficoltà.
L’Amministrazione è stata solidale ha tenuto duro e ora, sia pur lentamente, abbiamo fiducia che anche questa sfida possa essere vinta. Ci siamo dedicati con determinazione all’accoglienza e all’integrazione e ora il fronte del no che si era creato, con appoggi esterni, si è sgretolato e molte persone, allora negative, hanno cambiato idea e “i paki,” come vengono affettuosamente chiamati, i pakistani richiedenti asilo sono stati, alfine, accolti positivamente nella comunità.”
Lombardo decide, a questo punto, di togliersi un sassolino dalla scarpa e spende una parola per un’altra minoranza, quella friulana, che da una dozzina di anni attende l’autorizzazione a celebrare la messa in “marilenghe”. Il Friuli come la Occitania, le chiese del monte Cuarnan come quelle del Monviso attendono di sentir echeggiare le orazioni nella propria lingua madre.
“[…]Qui – scrive Lombardo –imperversarono le crociate contro i Catari (1200-1300 d.c. circa) e credo che la Santa Chiesa non abbia mai fatto ammenda ufficiale di queste brutte storie. Il 16 ottobre 2016 è accaduto un avvenimento che possiamo inscrivere a pieno titolo nella storia dell’Occitania: il Vescovo di Pamiers Jan Marc Eychenne ha chiesto, nella chiesa di Montsegur, il perdono cristiano per aver partecipato ad atti contrari al Vangelo attraverso il rogo impietoso dei Catari, una penitenza per aver condotto la Crociata contro gli Albigesi, marcata in questo luogo dall’orrido rogo degli ultimi abitanti del castello di Montsegur.”
E a questo punto parte l’invito del sindaco a Papa Francesco ad essere presente alla X edizione del Premio “Ostana – Scritture in Lingua Madre” riservato alle lingue minoritarie in pericolo di estinzione.Con i piedi per terra, ma col sogno nel cuore, Lombardo sollecita il Santo Padre ad essere presente,sia pure attraverso un delegatomagari latore diun Messaggio del Papa, conscio che la Chiesa universale marca inesorabilmente l’agenda del Pontefice.
Lombardo e gli ostanesi non rinunciano al sogno di avere il Papa a Ostana, pur sapendo che ci vorrà tempo per realizzarlo. Il tempo passerà comunque. E i sogni non sono sempre irrealizzabili. Una vita senza sogni è un giardino senza fiori. E Ostana è un “Borgo fiorito”.
*giornalista, direttore di marenostrum.tv