La Giunta contro il Cinema America: l’estate romana a piazza di San Cosimato rischia di rimanere un ricordo

“Io voglio il ‘rumore’ del Cinema America a San Cosimato, e tu? Lo Vuoi?”

Roma – Con questa frase carica di ironia (e un video), i Ragazzi del Cinema America si rivolgono al pubblico romano chiedendo in quanti siano realmente d’accordo con la recente decisione della Giunta capitolina di togliere ai Ragazzi del Cinema America la gestione di Piazza di San Cosimato e dell’evento (da loro ideato e sviluppato negli anni) “Festival Trastevere Rione del Cinema”.

La storia del Cinema America Occupato e dei Ragazzi che si sono battuti per farlo nascere e crescere ha origine nel 2012, con l’occupazione del vecchio Cinema America, abbandonato da decenni. È stato così creato un luogo di incontro, totalmente gratuito, in cui poter studiare, condividere e vedere del buon cinema. Rassegne, eventi, ospiti illustri del cinema che venivano a raccontare i loro ""film, la loro idea di cinema e a dialogare senza muri con i giovani. Una bellissima esperienza terminata, come ci si poteva purtroppo attendere, con lo sgombero e l’apposizione dei sigilli allo stabile. La proprietà del Cinema America, risvegliatasi dal silenzio imbarazzante degli ultimi anni, aveva deciso di riappropriarsi di ciò che era suo per demolirlo e riconvertirlo in parcheggi ed appartamenti. Il TAR del Lazio si pronunciò però per il riconoscimento del valore artistico dell’ex Cinema e, anche se successivamente il Consiglio di Stato ha ribaltato la sentenza, la situazione è ancora ferma, con il Cinema chiuso ed inutilizzato.

Vi è sempre stato più di un “dubbio” che le ragioni effettive della chiusura si riducessero a problemi di cattivo vicinato. D'altronde in una zona tranquilla e poco frequentata come Trastevere non è minimamente pensabile avere persone in giro la sera, soprattutto se non partecipano alla movida, nel senso alcolico del termine.

Ad ogni modo, i Ragazzi del Cinema America (diventati nel frattempo Piccolo Cinema America) non si sono arresi. Negli anni successivi hanno infatti intrapreso i lavori per aprire un nuovo punto di raccolta e condivisione di valori e cultura, il Cinema Troisi, e hanno portato nella piazza antistante all’America (piazza di San Cosimato) l’Arena. Ogni estate, da giugno ad agosto, era così possibile fruire, gratuitamente, di buon cinema all’aperto. Il tutto nella piena legalità. Infatti nel 2015, 2016 e 2017 la piazza è stata rilasciata sulla base dell’articolo 3 della deliberazione n.48 del 2009 di Roma Capitale. Questo articolo prevede la concessione diretta e gratuita dell’area nei casi in cui venga riconosciuto l’interesse primario da parte dell’amministrazione e l’alta valenza culturale e sociale dell’iniziativa (oltretutto gratuita e promossa da un’associazione senza scopo di lucro).

Quindi, con la partecipazione di ospiti del cinema, di registi e attori interpreti dei film in proiezione, Trastevere e tutta Roma hanno riacquistato quella componente culturale e sociale (finalmente fruibile da tutti) che da troppo tempo mancava e una piazza come San Cosimato, la più degradata (e schifata) del centro di Roma, ha ricominciato a vivere. Col tempo la manifestazione ha acquisito una forte risonanza mediatica (anche dai media esteri) ed è stata riconosciuta e sostenuta anche dalla Regione Lazio e dal Municipio I di Roma.

Purtroppo anche quest’esperienza non ha avuto vita lunga.

Già dalla scorsa estate, la Giunta capitolina aveva avvertito i Ragazzi del Cinema America che per il 2018 sarebbe stato fatto un bando (non più quindi assegnazione diretta) per l’organizzazione del festival estivo. Le parole si sono concretizzate in fatti quando nei giorni scorsi la Giunta ha prima rigettato la richiesta di concessione regolare della piazza e poi, nelle vesti dell’assessore alla crescita culturale Luca Bergamo, ha annunciato la messa al bando della manifestazione, sotto vincoli ben determinati.

Da un punto di vista giuridico, prettamente rivolto alla legalità, tale azione non può che essere vista come positiva e in linea con la politica “pulita” dei 5S.

Ciò nonostante, non si possono non considerare alcuni punti decisivi che fanno crollare questa apparente legalità millantata.

Innanzitutto, ancora una volta risultano preponderare i problemi di vicinato: infatti, una consigliera 5S, Gemma Guerrini, ha la sua abitazione che affaccia diretta sulla piazza di San Cosimato e da anni si mobilita contro le manifestazioni pubbliche nel circondario.

Ma ciò che più incide sull’effettività di tale bando, o meglio sulle concrete possibilità di attuarne il programma, sono i vincoli tecnici insiti allo stesso. È, infatti, stato previsto che il Festival non potrà più durare 60 giorni e che per ogni settimana dovranno esserci due giorni di calma piatta e smobilitazione. Vincoli inutili e forse un po’ troppo pretestuosi. Il rischio concreto è che nessuno partecipi a questo bando. Sicuramente non lo faranno i Ragazzi del Cinema America. D’altra parte non si vedono altri soggetti privati disposti a prendersi questo onere. Si perché di questo si parla, di un peso che grava, soprattutto a livello economico, sull’organizzazione dell’evento. Gli allestimenti e la sicurezza andrebbero pagati comunque anche per le giornate di inattività, per non parlare dell’ipotesi ""di smontaggio e liberazione della piazza, il che inciderebbe non poco sulla sostenibilità economica del progetto.

 Da questo scenario può emergere l’idea, non del tutto infondata, che la realizzazione di tale manifestazione non sia auspicata da alcuni. Il periodo di campagna elettorale non aiuta, né tantomeno le scaramucce di cattivo vicinato. Ma il pericolo reale (inteso nel termine di principale, per colui che scrive) è che un evento di cultura, di aggregazione sociale e di condivisione sparisca definitamente da Roma. Alcuni giornalisti hanno criticato duramente le iniziative dei Ragazzi del Cinema, definendole capricciose e ingerenti, e riconoscendo la banalità di quanto da loro fatto e la facilità con cui potrebbe essere ripetuto da altri soggetti esterni in qualunque momento. Vorrei sottolineare semplicemente una cosa in risposta a questi commenti: esistono centinaia di piazze in tutta Roma, ma solo una di queste ha assunto negli anni le vesti di centro pulsante e vivente della cultura della città, luogo di incontro gratuito per tutti.

 

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