Ormai è noto che il quarto anno di liceo è l’anno migliore per fare l'esperienza della mobilità all’estero, sia per quanto riguarda la maturità dei ragazzi che partono, sia perché è considerato un anno “leggero” anche dal punto di vista didattico, dal momento che al terzo anno si aggiungono nuove materie al programma e in quinto l’ostacolo più temuto da tutti i liceali: l’esame di stato (o più comunemente, maturità).
Un gran numero di studenti, specialmente negli ultimi tempi, decide di trascorrere una parte o un intero anno scolastico all’estero. Canada, Stati Uniti, Australia sono le mete più gettonate tra le scelte possibili, seguite da Inghilterra, Irlanda, Scozia ma anche Francia e Spagna, per chi vuole cimentarsi con il francese e lo spagnolo.
La maggioranza degli studenti che vogliono frequentare la scuola all'estero dopo aver scelto la destinazione si pongono per prima cosa la questione della durata del soggiorno: quanto tempo è necessario rimanere lontano dall’Italia per imparare a destreggiarsi fliuentemente con la lingua ? Nella scelta gioca un peso importante la preoccupazione principale di ogni studente, riguardante il recupero del programma della scuola in Italia, e si rischia così di perdere di vista lo scopo fondamentale che motiva ogni exchange student a partire: migliorare la lingua straniera. In effetti, pensando alla qualità dell'istruzione italiana, molto più approfondita e complessa rispetto a continenti come l’America e l’Australia, la prima domanda che salta alla mente è: "Come farò a recuperare tutto il programma che i miei compagni svolgeranno mentre io starò studiando la tabellina del 2? ". Questo perché l’approfondimento di certe materie, in questi paesi, non si concentra tanto negli anni del liceo, quanto all’Università, dove lo studente può approfondire più dettagliatamente i suoi studi in base all’indirizzo prescelto. Ovviamente 6 mesi (di solito durante la prima parte dell’anno scolastico) sono molto più semplici da recuperare rispetto ad un anno, ma se si analizza attentamente la situazione la scelta di restarere un anno risulta senza dubbio vincente, sia dal punto di vista dell’apprendimento della lingua straniera, sia perché si hanno i 3 mesi estivi per studiare il programma ridotto del quarto anno. Infatti, per quanto riguarda l’apprendimento della lingua, è solo dopo i primi sei mesi all’estero che si inizia ad esprimersi più fluentemente, poiché avviene lo “switch”- il passaggio in cui si inizia a pensare, parlare, scrivere e sognare nell’altra lingua. Tornare dopo i sei mesi significherebbe dunque interrompere il periodo più importante per l’apprendimento di parole e espressioni nuove, oltre che per l’integrazione del ragazzo che avviene non prima di quattro mesi di soggiorno, periodo necessario per consolidare i rapporti con i nuovi compagni di scuola e la famiglia ospitante ed abituarsi alla nuova quotidianità. Tornando a gennaio, inoltre, lo studente dovrà mettersi in pari con gli altri compagni in un solo mese, periodo di tregua nel quale ovviamente non verrà interrogato, ma allo scadere del mese, e a volte anche prima, dovrà dimostrare di aver studiato sia il programma dei 6 mesi passati che quello che i professori staranno affrontando in quel momento. Trascorrere l'intero anno accademico all’estero significa conoscere più profondamente gli usi, i costumi, la cultura della Popolazione ospitante. Ovviamente, si sente anche la nostalgia per alcuni aspetti del proprio Paese: inutile dire che dopo la famiglia e gli amici, cio' che manca agli italiani è la buona cucina. Nonostante ciò, se pensiamo che l’anno scolastico comprende non più di dieci mesi, sicuramente vale la pena affrontare qualche sacrificio per vivere un'esperienza così formativa anche dal punto di vista umano.