Roma – Dopo Matera, capitale europea della cultura 2019, sarà Parma la capitale della cultura 2020. Designata dalla Giuria presieduta da Stefano Baia Curioni, la vincitrice è stata annunciata oggi dal ministro dei beni culturali e turismo, Dario Franceschini e selezionata tra una rosa di finaliste: Agrigento, Bitonto, Casale Monferrato, Macerata, Merano, Nuoro, Parma, Piacenza, Reggio Emilia e Treviso. La capitale della cultura viene scelta ogni anno da una commissione di sette esperti nominata dallo stesso ministero e per dodici mesi, la città ha la possibilità di mettere in mostra la sua vita e il suo sviluppo culturale. Nata nel 2014 a seguito del "Decreto Cultura" l'iniziativa ha, tra gli obiettivi, quello di "valorizzare i beni culturali e paesaggistici" e di "migliorare i servizi rivolti ai turisti". Parma ci aveva già provato nel 2016 ma il titolo allora era andato a Pistoia. Franceschini, nello spiegare la scelta unanime della giuria, ha sottolineato la capacità di fare rete e sinergia tra pubblico e privato, nel produrre l'offerta culturale."La competizione – ha sottolineato il ministro – diventa ogni anno più forte, con città che presentano progetti straordinari. È una scelta difficile, ma la commissione ha deciso all'unanimità. Parma è sicuramente una città che ha tante ragioni legate all'arte, alla musica, al cibo". Alla città andrà un milione di euro dal ministero e un ritorno di immagine ad ampio raggio. "Sono più emozionato oggi del giorno delle elezioni. Mi avete lasciato senza parole. Questa occasione ci dà una grande possibilità" ha commentato Il sindaco Federico Pizzarotti poco dopo la proclamazione . Un successo che si aggiunge a quello di Città creativa della Gastronomia Unesco ottenuto nel 2015. L'Amministrazione comunale, guidata dall'assessore Michele Guerra, e il comitato scientifico (di cui hanno fatto parte, tra gli altri, Bernardo Bertolucci, Franco Maria Ricci che ha disegnato il logo e Giacomo Rizzolatti) ha puntato sui sette distretti socio-culturali, dislocati in diverse aree della città, che diventano spazi di creatività, riflessione, rigenerazione e innovazione.
Nello specifico trentadue progetti stretti attorno al claim della candidatura – La cultura batte tempo – e a un ambizioso progetto pilota. Quattro i pilastri (cantieri, produzioni, rassegne ed esposizioni) per allargare la produzione culturale.