Pasqua, Papa Francesco a San Pietro invoca la Pace. Cristo la vera speranza

Durante il messaggio di Pasqua oggi in San Pietro il pensiero del Pontefice alla Siria alla Terra Santa e ai Paesi colpiti dai conflitti

Roma, 1 aprile 2018 –  Papa Francesco oggi nel messaggio di Pasqua ritorna sulla  Siria, Terra Santa, Yemen,  Medio Oriente, Africa in particolare il Sud Sudan, la Penisola Coreana, l'Ucraina,e Venezuela.’’ I responsabili politici e quelli militari portino frutti di pace in tutto il mondo’’ ha detto Francesco nel suo appello prima della benedizione 'Urbi et Orbi' rivolgendosi dalla finestra del palazzo Apostolico in Vaticano agli 80mila fedeli  in piazza San Pietro blindata per i controlli antiterrorismo. Le misure di sicurezza  non hanno scoraggiato i credenti presenti per assistere alla messa. La piazza divenuta per l’occasione un bellissimo giardino fiorito di piante inviate secondo tradizione al Vaticano dai florovivaisti olandesi.  

"Cristo è la vera speranza del mondo, quella che non delude – sottolinea il Pontefice – E' la forza del chicco di grano che caduto in terra se non muore rimane solo; se invece muore produce molto frutto. Noi cristiani crediamo e sappiamo che la risurrezione di Cristo è la vera speranza del mondo, quella che non delude, è la forza che davvero rinnova il mondo".

Una speranza che "porta frutto anche oggi, nei solchi della nostra Storia, segnata da tante ingiustizie e violenze; dove ci sono miseria ed esclusione, dove c'è fame e manca il lavoro, in mezzo ai profughi e ai rifugiati tante volte respinti dall'attuale cultura dello scarto, alle vittime del narcotraffico, della tratta di persone e delle schiavitù dei nostri tempi" Oggi, esclama  il Pontefice  "domandiamo frutti di pace per il mondo intero, a cominciare dall'amata e martoriata Siria, la cui popolazione è stremata da una guerra che non vede fine. In questa Pasqua, la luce di Cristo risorto illumini le coscienze di tutti i responsabili politici e militari, affinché si ponga termine immediatamente allo sterminio in corso, si rispetti il diritto umanitario e si provveda ad agevolare l'accesso agli aiuti di cui questi nostri fratelli e sorelle hanno urgente bisogno, assicurando nel contempo condizioni adeguate per il ritorno di quanti sono stati sfollati". Prosegue Papa Francesco : "Frutti di riconciliazione invochiamo per la Terra Santa, anche in questi giorni ferita da conflitti aperti che non risparmiano gli inermi, per lo Yemen e per tutto il Medio Oriente, affinché il dialogo e il rispetto reciproco prevalgano sulle divisioni e sulla violenza. Possano i nostri fratelli in Cristo, che non di rado subiscono soprusi e persecuzioni, essere testimoni luminosi del Risorto e della vittoria del bene sul male.  Il Papa invoca "Frutti di speranza" anche per "quelle parti del continente africano travagliate dalla fame, da conflitti endemici e dal terrorismo. La pace del Risorto risani le ferite nel Sud Sudan: apra i cuori al dialogo e alla comprensione reciproca. Non dimentichiamo le vittime di quel conflitto, soprattutto i bambini! Non manchi la solidarietà per le molte persone costrette ad abbandonare le proprie terre e private del minimo necessario per vivere". Il Pontefice implora "frutti di dialogo per la Penisola Coreana, perché i colloqui in corso promuovano l'armonia e la pacificazione della regione. Coloro che hanno responsabilità dirette agiscano con saggezza e discernimento per promuovere il bene del popolo coreano e costruire rapporti di fiducia in seno alla comunità internazionale. Ancora  Frutti di pace Francesco chiede  per l'Ucraina, affinché si rafforzino i passi in favore della concordia e siano facilitate le iniziative umanitarie di cui la popolazione necessita".  Infine, "frutti di consolazione supplichiamo per il popolo venezuelano, il quale vive in una specie di 'terra straniera' nel suo stesso Paese. Possa, per la forza della Risurrezione del Signore Gesù, trovare la via giusta, pacifica e umana per uscire al più presto dalla crisi politica e umanitaria che lo attanaglia e non manchino accoglienza e assistenza a quanti tra i suoi figli sono costretti ad abbandonare la loro patria

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