L’autore Basco Fernando Aramburu, con il romanzo Patria edito da Guanda e tradotto da Bruno Arpaia, si aggiudica la quinta edizione del Premio Strega Europeo. Il vincitore è stato annunciato al Salone Internazionale del Libro di Torino alla presenza dei cinque candidati. Sono intervenuti Beatrice Covassi, Capo della Rappresentanza in Italia della Commissione europea, Maria Ida Gaeta, direttore della Casa delle Letterature di Roma e del Festival Internazionale Letterature, Natale Antonio Rossi, presidente della FUIS (Federazione Unitaria Italiana Scrittori) e da Giovanni Solimine e Stefano Petrocchi, presidente e direttore della Fondazione Bellonci.
“Nel mio romanzo narro storie di sofferenza, un modo di raccontare piccole storie della mia terra d’origine, attraverso l’esperienza di vita dei miei personaggi”. Ha dichiarato l’autore. “Sono molto grato per questo premio, e voglio riconoscere anche il merito del mio traduttore italiano e dei miei concittadini, che per anni hanno subito dolore.“Patria” – ha aggiunto – è una parola che crea dei problemi, infatti, in molti paesi, le case editrici hanno deciso di lasciare il titolo originale, perché ‘Patria’ è un termine che brucia, fa paura ed è poco attraente. Per me, tuttavia, ha molteplici significati, anche se, quando parlo di lei, mi riferisco sempre alla mia, di patria, nei Paesi Baschi, facendo collegamenti ai personaggi che la popolano. È una parola ombrello, che copre la testa dei protagonisti del mio libro, oltre a essere la prima parola che ho scritto, nella stesura di questo romanzo”.
Il riconoscimento, del valore di 3.000 euro è stato consegnato da Beatrice Covassi, madrina della manifestazione. “Il filo conduttore di tutti i romanzi ha affermato la Covassi – è la Storia, in tutte le sue declinazioni”. Infatti, “spesso non riusciamo a progettare il nostro futuro proprio perché non guardiamo al nostro passato, mentre è fondamentale ritrovare gli echi dello stesso e ricucirne le trame”.
Il libro di Fernando Aramburu e' stato votato da una giuria composta da scrittori vincitori e finalisti del Premio Strega – Alessandro Barbero, Laura Bosio, Rossana Campo, Antonella Cilento, Maria Rosa Cutrufelli, Antonio Debenedetti, Paolo Di Paolo, Ernesto Ferrero, Mario Fortunato, Paolo Giordano, Nicola Lagioia, Rosetta Loy, Melania G. Mazzucco, Edoardo Nesi, Lorenzo Pavolini, Romana Petri, Antonio Scurati, Elena Stancanelli, Domenico Starnone – e dai responsabili delle istituzioni che collaborano all’organizzazione del premio.
Gli altri libri candidati alla quinta edizione:
- Olivier Guez, La scomparsa di Josef Mengele (Neri Pozza), tradotto da Margherita Botto Prix Renaudot 2017, Francia
- Lisa McInerney, Peccati gloriosi (Bompiani), tradotto da Marco Drago Baileys Women’s Prize 2016, Irlanda
- Auður Ava O?lafsdo?ttir, Hotel Silence (Einaudi), tradotto da Stefano Rosatti Icelandic Literature Prize 2016, Islanda
- Lize Spit, Si scioglie (E/O), tradotto da David Santoro Nederlandse Boekhandelsprijs 2017, Belgio
La trama di Patria
Cresciuti entrambi nello stesso paese vicino a San Sebastiàn, Txato e Joxian sono sempre stati legati da una profonda e sincera amicizia fatta di cose semplici come le serate in osteria e le domeniche in bicicletta. E anche le loro mogli, Bittori e Miren, sono state care amiche, così come i loro figli, tutti nati e cresciuti tra gli anni Settanta e Ottanta. Ma poi la violenza ha spezzato questo sereno equilibrio: Txatoè stato ucciso in un attentato dell’Eta, e Bittori se n’è andata, non riuscendo più a vivere nel posto che l’aveva vista felice. Ma ora, in un piovoso pomeriggio dell’autunno 2011 Bittori è sulla tomba di Txato, per dirgli che ha deciso di tornare nel paese dove tutto è cominciato, per cercare una riconciliazione con il dolore del passato e cercare di capire che cosa sia accaduto davvero il giorno dell’omicidio… Parte da qui un romanzo corale che vede intrecciarsi le vite e i punti di vista di tanti personaggi, in un ritmo narrativo serrato che racconta l’amore e il dolore, l’odio e il perdono, l’amicizia e il tradimento con la forza della vera letteratura capace di intrecciare i grandi temi universali alle storie degli uomini e delle donne che fanno (e subiscono) la storia.
Fernando Aramburu è nato a San Sebastiàn (Paesi Baschi) nel 1959 da una famiglia operaia. Ha studiato Filologia spagnola all’Università di Saragozza dove negli anni Settanta è stato molto attivo nel Gruppo Cloc, associazione artistica con influenze dadaiste e surrealiste. Negli anni Novanta si è trasferito in Germania per insegnare spagnolo. Dal 2009 ha abbandonato la docenza per dedicarsi esclusivamente alla scrittura e alle collaborazioni giornalistiche. Ha pubblicato complessivamente una decina di romanzi e raccolte di racconti, tradotti in diverse lingue e pluripremiati in patria e all’estero.
Bruno Arpaia, è nato nel 1957 a Ottaviano, in provincia di Napoli. Romanziere, giornalista, consulente editoriale e traduttore di letteratura spagnola e latinoamericana, per Guanda ha pubblicato: Tempo perso (Premio Hammett Italia 1997), L’angelo della storia (Premio Selezione Campiello 2001, Premio Alassio Centolibri – Un autore per l’Europa 2001), Il passato davanti a noi(Premio Napoli e Premio Letterario Giovanni Comisso 2006), Per una sinistra reazionaria, L’energia del vuoto (finalista al Premio Strega 2011 e vincitore del Premio Merck Serono), La cultura si mangia!, con Pietro Greco, L’avventura di scrivere romanzi, con Javier Cercas, Prima della battaglia, Qualcosa, là fuori, oltre a una conversazione con Luis Sepùlveda, Raccontare, resistere. I suoi libri sono tradotti in molte lingue.