a cura di Umberto Palestini
28 giugno 2018 / 5 agosto 2018
Spazio K | Palazzo Ducale | Urbino
www.gallerianazionalemarche.it
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Nello Spazio K di Palazzo Ducale ad Urbino il 28 giugno approda Quello che avanza, la personale dell'artista Virginia Mori, terzo appuntamento di Cambi di rotta, progetto a cura di Umberto Palestini.
L'artista, nata a Cattolica nel 1981, si è formata nel prestigioso corso di perfezionamento in illustrazione e animazione presso l'Istituto Statale d'Arte (Scuola del libro) di Urbino. Nel 2008 vince il premio “SRG SSR idee suisse” ad Annecy Call for project e nel 2011 il premio “Abbaye de Fontevraud”, grazie al quale realizza il film Haircut. I suoi disegni e film sono stati esposti in diverse collettive e personali, in Italia e all'estero.
Umberto Palestini nell'introduzione scrive: «Pagine di libri si trasformano in onde gigantesche in procinto di sommergere nuotatrici solitarie; coppie dormono in scatole di fiammiferi e fanciulle, sormontate da enormi gatti, riposano in lettini ordinati; innocenti figure possono letteralmente perdere la testa; sogni ad occhi aperti evocano donne assaltate da animali; interni enigmatici nascondono tranelli e sembrano ospitare entità nascoste in procinto di rivelarsi.
È come essere caduti in un altro mondo, governato da un vento onirico che rende le coordinate spazio-temporali fluttuanti e traccia nuove rotte per approdare sulle sponde di un sorprendente immaginario. I racconti evocati da Virginia Mori con i suoi disegni si pongono in bilico tra accensione visionaria e staticità ipnotica, dando vita ad un'originale amalgama composta di metamorfosi e sospensione.»
In Quello che avanza l'artista raccoglie un'antologia di storici e inediti lavori, togliendoli dalla gabbia della singola cornice posta a parete. Grazie ad un raffinato e sapiente allestimento ideato da Analogia Project, li sospende su esili strutture, realizzando un percorso pieno di rimandi incrociati. Si crea una sorta di labirinto filiforme in cui sogni e visioni conducono in uno spazio altro, dominato dal potere incandescente dell'immaginazione.