Presente dagli albori della civiltà lo spionaggio sembra davvero essere nato con l’umanità: ne troviamo le prime tracce addirittura nella Bibbia- libro della Genesi 42,9- dove con il termine 'meragghelim' vengono indicati i ricognitori, coloro che vanno a piedi e percio' conoscono perche' vengono dalla strada. Nello spazio accidentato del Medio Oriente, sono gli orecchi dei re e la forza degli Stati, perche' al momento giusto passano informazioni e possono capovolgere battaglie.
Nello spazio accidentato del Medio Oriente, sono gli orecchi dei re e la forza degli Stati, perche' al momento giusto passano informazioni e possono capovolgere battaglie. Storie e volti che dalle tavolette d'argilla e dai testi canonici tornano a parlare nel libro di Alessia Fassone e Nathan Morello, 'Spionaggio biblico e nell'impero assiro' (Nuova Argos, pp. 237, euro 10. Per info www.dddsrl.it), narrando strategie politiche e militari analizzate nell'Antico Testamento e nell'Impero assiro. Notizie di attivita' intelligence e pagine di autentico controspionaggio, senza farsi mancare trame di corti reali e carne vendute di genti del popolo, sorrisi di regine e prostitute, uomini e donne nate spie o diventate tali per destino o necessita' storiche, danzando tra regicidi e ribellioni, Apiru (uomini della polvere) e cittadini di Ugarit, valzer di alleanze e labirinti di civilta' che parlano accadico e aramaico.
La Bibbia – spiega il testo – ha sempre il sapore di radice, tanto del passato quanto del futuro, ma e' anche uno spaccato di umanita' dove trova nobile spazio anche il mestiere piu' antico del mondo, quello delle spie. Perche' – era la lezione di Sun Tzu – non c'e' circostanza in cui lo spionaggio non sia usato. Il lettore si trova cosi catapultato nell'invio dei dodici ricognitori da parte di Mose' in terra di Canaan prima dell'arrivo nella Terra Promessa (Numeri 13-14) o nella spedizione di due spie da parte di Giosue', a Gerico (Giosue' 2); ma va annoverato anche il colloquio di Giuseppe con i fratelli alla corte del re d'Egitto (Gn 42,9-10), la manovra di Dalila per annullare la forza di Sansone (Giudici 14), l'eroica azione di Giuditta (Giuditta 8-13) e molte altre ancora.
Nell'episodio dell'esplorazione di Gerico, ha un ruolo chiave Rahab, la locandiera che probabilmente era anche una prostituta. Una sistemazione perfetta, quel luogo, per raccogliere informazioni dai viandanti e forestieri. La donna chiede protezione per se' e per la propria famiglia in cambio di informazioni e aiuta i due uomini a fuggire dalla casa, calandoli con una corda fuori dalla finestra. Come nei film di 007, ma millenni prima.
Degna del miglior 'fare mestiere' anche 'l'operativa' Dalila, la filistea che riesce a far confessare a Sansone il segreto della sua forza e che in cambio di questa precisa informazione riceve denaro. Un bel paragrafo del pamplhet, intitolato 'Mata Hari nel mondo biblico' presenta proprio le storie di Rahab ma anche quella di Jael, moglie di Hebel il Keneo, e di Debora, l'unica donna tra i Giudici d'Israele che combatte per l'affermazione del suo popolo alla testa di una divisione dell'esercito israelita. Grazie ai consigli dei ricognitori, individua un ideale campo di battaglia nei pressi di Megiddo dove i terribili carri da guerra di Hatzor non possono manovrare agilmente. Nella particolare topologia si incontra poi Giuditta, la rucca vedova che vive nel villagio di Betulia, strategico per la conquista di Gerusalemme , ma tutti da leggere anche i segreti nella rivolta dei Maccabei. In queste pagine l'utilizzo degli informatori si rivela determinante.
Da non perdere, nella trattazione dello spionaggio assiro, Sennacherib che scrive al suo re (le notizie sono merce preziosa anche nel mese di Ululu), il ruolo della diplomazia (la sua lingua e' l'aramaico) e i soldati ricognitori ('dayyalu', nelle fonti assire) ma soprattutto l'intelligence che si fa sistema perche' unisce due elementi decisivi: la qualita' delle informazioni e la qualita' delle stesse.
La 'massartu', o vigilanza, resta la chiave del successo. Non a caso anche gli egizi parlavano di 'neceirumes', colui che sa guardare e prevenire. E vale la lezione di sempre: piu' che leggere interiora di pollo, occorre decodificare scenari. Prima di passare all'azione. E' cosi che gli 'agenti' dei millenni passati hanno centrato il bersaglio.