Milazzo (Messina) – Durante una delle attività di ricerca fatta dagli Alpini, in collaborazione con i responsabili in Sicilia della Croce Nera d'Austria, è stata censita a Milazzo la tomba del Leutnant Kaiserschützen Otto Jank, prigioniero austriaco deceduto l’11 giugno 1919 a 24 anni nell'ospedale di Vaccarella.
Salvatore Maio, geologo di professione e grande cuore Alpino, ha dichiarato: "Sapevo da poco tempo dell'esistenza di un militare austriaco sepolto a Milazzo e in questi giorni, ho pensato di andare a trovarlo. Ottobre stava per finire, i vialetti del cimitero di Milazzo sono sempre più affollati di persone che depongono fiori sulle tombe. Solo nella parte ove si trovano le sepolture più antiche il silenzio accompagnava la pace dovuta a chi riposa. Difficilmente si va a trovare parenti o amici deceduti all’inizio del secolo scorso, e le tombe restano deserte e spoglie. Le sepolture appaiono buie, anche in pieno giorno, perché con difficoltà si legge il nome o la data di morte. Quasi tutte, eccetto una. La presenza dei fiori attira la mia attenzione, la tomba è in risalto rispetto all’ambiente circostante. E’ il luogo di sepoltura donato dai suoi commilitoni "Die Kameraden" di Otto Jank, Sottotenente delle Truppe da Montagna, nato a Vienna nel 1895, catturato al fronte durante la 1a Guerra Mondiale, detenuto nel campo di prigionia allestito all’interno del castello di Milazzo e deceduto per malattia (forse la Spagnola). Ho capito che c'era qualcuno che accudiva la tomba, poi confermato pure dal custode, allora ho pensato di lasciare sulla tomba due bigliettini, con il mio numero di telefono, dopo circa dieci giorni ho ricevuto la telefonata dalla signora Carmela Formica, la quale mi ha raccontato con commozione la storia di sua nonna, la crocerossina austriaca Maria Wegscheider".
La storia si intreccia con il milazzese Santi Amato arruolatosi nella Guardia di Finanza nell’immediato dopoguerra. Lì conosce e sposa la crocerossina austriaca, Maria Wegscheider, nata a Obermillstall (Austria) il 29 luglio 1900. Successivamente, i due si trasferiscono a Milazzo dove Maria, attraverso la sua nuova famiglia, viene a sapere del militare austriaco sepolto lontano da casa, lo va a trovare e decide di adottarlo come un familiare. Maria, continua il suo servizio di crocerossina deponendo fiori sulla tomba di Otto Jank, chiedendosi se a Vienna qualcuno sa dov’è sepolto. Oppure, se a Vienna qualcuno aspetta ancora il suo ritorno a casa.
Il servizio da crocerossina di Maria, si prolunga nel tempo fin quando, l’età avanzata, non le permette più di andare al cimitero. Il suo esempio trova continuità nel sentimento di “pietas umana” della figlia Rosa e, dopo la morte di quest’ultima, avvenuta nel 2012, nella nipote signora Carmela Formica la quale, proprio come faceva nonna Maria a partire dagli anni 20 del secolo scorso, continua ancora oggi a deporre fiori sulla tomba di Otto, ormai diventato uno di famiglia.
La storia da libro "Cuore" è stata raccontata con completezza, dalla signora Formica, alla delegazione di Alpini, dopo la loro visita alla tomba di Otto Jank. La delegazione di Alpini era composta da: Salvatore Maio, Luciano Di Nuzzo, Giuseppe Minissale Capo Gruppo di Messina e responsabile assieme a Domenico Interdonato della Croce Nera d'Austria in Sicilia, con loro don Pietro Roma (Cappellano degli Alpini), che ha benedetto la lapide dopo la deposizione di un mazzo di fiori con i colori austriaci.