uno spettacolo di Fabio Cocifoglia
con Manuela Mandracchia
Luca Iervolino, Giampiero Schiano
con la partecipazione dei Ciprix – La prima compagnia di Musical composta interamente da ragazzi
story editor: Maria Rosaria De Medici / collaborazione alla drammaturgia: Antonio Marfella, Alfonso Postiglione / regista assistente: Rosario Sparno / consulenza scientifica: Antonio Mussari e Maria Antonietta Selvaggio per Fondazione Thetis – Museo del Mare Napoli / musiche: Luca Toller, Lello Settembre, Nico Mucci / sound designer: Hubert Westkemper / costumi: Giuseppe Avallone / scene: Carla Merone, Enrico de Capoa / immagini e proiezioni: Alessandro Papa / disegno luci: Riccardo Cominotto / si ringraziano: Roberto Di Bello, Nicola Caracciolo, Enza Tedesco.
Il progetto teatrale si è avvalso della documentazione archivistica messa a disposizione dal Museo del Mare di Napoli e di varie tre pubblicazioni che vanno dal catalogo della mostra foto-documentaria Da scugnizzi a marinaretti, a cura di Antonio Mussari e Maria Antonietta Selvaggio, e del volume La nave come seconda nascita della stessa Maria Antonietta Selvaggio (Edizioni Scientifiche e Artistiche, 2014). Il prezioso archivio è stato messo a disposizione dal Museo Del Mare, grazie allo spazio e alla disponibilità della Marina Militare Italiana. Lo spettacolo ha debuttato in una versione site-specific al Molo San Vincenzo di Napoli nell'ambito del Napoli Teatro Festival edizione 2016. Negli anni tra il 1913 e il 1928, Napoli fu al centro dell'interesse pedagogico internazionale per un esperimento educativo straordinario, che si realizzò sulla Nave-Asilo "Caracciolo" – una piro-corvetta in disuso – donata, dopo anni di onorato servizio dalla Marina Militare alla città di Napoli, grazie ad una legge speciale, del 1911. A dirigere la Caracciolo fu chiamata la signora Giulia Civita Franceschi (1870-1957) figlia del noto scultore toscano Emilio Franceschi. La nave, fu ufficialmente assegnata alla sua guida solo in qualità di "delegata" da David Levi Morenos – scienziato e filantropo, primo istitutore delle "Navi-Asilo" in Italia – perché all'epoca non era consentito ad una donna di poter dirigere un'istituzione educativa pubblica. In circa quindici anni la nave accolse oltre 750 bambini e ragazzi detti "i caracciolini", provenienti per lo più dai quartieri spagnoli, recuperati dalla loro condizione di abbandono e indirizzati ai mestieri del mare in prospettiva di una vita sana, civile e dignitosa. Il metodo educativo "sistema Civita" fu apprezzato da Maria Montessori e dai pedagoghi del tempo che visitarono la nave. La "Caracciolo" non si limitò ad essere una scuola di addestramento ai mestieri marittimi, ma fu piuttosto una "comunità", in cui ogni fanciullo veniva rispettato, incoraggiato e valorizzato nelle proprie tendenze, "aiutato individualmente a migliorarsi e a svilupparsi in modo armonico". Nel 1928, il governo fascista allontanò Giulia Civita Franceschi dal suo incarico.
L'esperienza pedagogica della nave Caracciolo, della sua educatrice e dei numerosi ragazzi saliti a bordo "scugnizzi" e sbarcati uomini, è il cuore del lavoro teatrale ideato da Fabio Cocifoglia, il ritratto di una donna innovativa e della sua azione educativa che ha lasciato un'impronta profonda e indelebile.
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Nella foto: Manuela Mandracchia_Mare Mater