L’attraversamento dello Stretto di Messina

Dal progetto di un tunnel a quello di un ponte subacqueo. Brevi cenni storici

Nella analisi di Carmelo M. Ardizzone “L’attraversamento dello Stretto di Messina” degli anni ’60 si legge che risale al 1866 il primo studio vero e proprio per la realizzazione di un’opera stabile attraverso lo Stretto di Messina. Il ministro dei Lavori Pubblici dell’epoca Stefano Iacini dava incarico all’ingegnere Cottrau di studiare una soluzione per eliminare la “strozzatura” fra la Sicilia e la Calabria.

L’indagine diede risultati negativi, nel marzo del 1870 il giovane Carlo Alberto Navona, presso l’Università di Torino, discusse una tesi di laurea sul progetto di realizzazione di un tunnel sotto lo Stretto di Messina sulla direttrice Ganzirri – Villa S. Giovanni a 170 metri sotto il livello del mare. L’entusiasmo dell’opinione pubblica fu enorme e dieci anni dopo fu memorabile l’affermazione del ministro Giuseppe Zanardelli durante un acceso dibattito sul problema: “Sopra i flutti o sotto i flutti, la Sicilia dovrà essere unita al Continente”.

E fu allora che il Parlamento decise di istituire il servizio delle navi traghetto, 1880. Il primo progetto di ponte sospeso sullo Stretto di Messina risale al 1883 su iniziativa dei tecnici della direzione delle ferrovie Novara – Pino e Genova – Acqui, presentato all’esposizione internazionale di Torino: cinque grandi campate, tre centrali di un chilometro di luce ciascuna e le laterali di mezzo chilometro – a doppia sede, una per la ferrovia, a due binari, l’altra per la strada nazionale. La zona di attraversamento era quella tra Ganzirri e Punta Pezzo.

Nel 1904 la nave “Città di Milano”, durante i lavori di riparazione del cavo telegrafico Messina-Reggio, ebbe modo di prelevare alcuni campioni del fondo, solo nel 1921 si tornò però a parlare dell’attraversamento stabile dello Stretto. In occasione dell’VIII congresso geografico nazionale, tenutosi in maggio a Firenze, l’ingegnere Emerico Vismara, amministratore della Società Generale Elettrica della Sicilia sostenne la necessità di effettuare degli studi per stabilire la natura geologica del fondo marino dello Stretto. La soluzione del cavo sottomarino non dava ampie garanzie, l’esistenza di forti correnti sul fondo e il dubbio che lo stesso fosse roccioso crearono la preoccupazione circa il sicuro logorio dei cavi.

Nel giugno del 1935 il comandante Corridoni rese pubblico un suo progetto che rappresentava una via di mezzo fra il ponte e il tunnel: un ponte subacqueo costituito da un enorme tubo poggiato sul fondo dello Stretto e dentro cui poteva passare un convoglio ferroviario. Il capotecnico Curio Paccagnini suggerì addirittura una telegrafica subacquea – sommergibili per passeggeri assicurati da un cavo steso fra le sponde opposte), mentre due ingegneri messinesi, Edoardo Andò nel 1937 e Tullio Russo nel 1938, progettarono due tunnel con concezioni pressoché identiche: una sede capace di ospitare un binario ferroviario e un piano stradale. Altri sondaggi nel 1941 ad opera dell’ingegnere Giuseppe Pini e, successivamente, dopo la guerra nel 1946 il problema fu rispolverato dopo gli articoli pubblicati dal “Corriere dell’Informazione” e dal “Giornale di Sicilia” i quali sostennero la necessità della realizzazione di un tunnel sotto lo Stretto di Messina.

Nel giugno del 1949 il messinese Santi Sturiale presentò a Catania alla Commissione per il piano ERP una proposta per la costruzione di due gallerie gemelle monobinarie, a 150 metri di profondità. Altri progetti, dopo quello del 1949 presentato da David Bernard Steinman, vengono elaborati e resi pubblici nel 1955 dagli ingegneri Brasini e Chadeson Lucien: il primo per un ponte sospeso con un’isola nel mezzo dello Stretto, il secondo per un ponte sommerso a dodici metri sotto il pelo dell’acqua.

Mentre le trivelle dell’Agip mineraria iniziano il 10 gennaio del 1961 le perforazioni sulle opposte sponde dello Stretto, allo scopo di studiare la natura del sottosuolo, si organizza a Messina – sotto l’egida dell’Istituto Nazionale dell’Architettura – una “tavola rotonda” sulla questione “ponte”. L’ultimo rilevamento dei fondali dello Stretto in ordine di tempo, prima dell’atto ufficiale della costituzione del Consorzio per il Ponte sullo Stretto avvenuta nel marzo del 1965, fu eseguito nell’ottobre del 1964 per conto della società Ponte Messina da una società francese facente capo a Jean Yves Cousteau, direttore del Museo oceanografico di Monaco. I risultati dei sondaggi eseguiti con la nave “Calypso” ed il batiscafo “Denise” sono stati resi noti durante la conferenza stampa tenutasi a Roma il 22 marzo del 1965. Così si possono sintetizzare: “è stata accertata la presenza di una soglia che attraversa lo Stretto; tale soglia è discontinua e rivela un’alternanza di picchi, valli ed erosioni; le zone meno profonde di tale soglia sono formate prevalentemente da strutture complesse e fragili, inadatto a sostenere il peso dei piloni del ponte; situazione difficile, quindi, ma non impossibile. I mezzi di cui si dispone lasciano sperare che l’impresa nonostante le immense difficoltà potrà essere portata con successo”.

To be continued…

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