Venezia. Maurice Marinot, Il vetro, 1911-1934. La mostra organizzata da LE STANZE DEL VETRO sull’Isola di San Giorgio Maggiore a cura di Jean-Luc Olivié il 25 marzo

curatore del Musée des Arts décoratifs, e Cristina Beltrami

Preview stampa: venerdì 22 marzo 2019 alle 11.30
Dal 25 marzo al 28 luglio 2019
Orari: 10 – 19, chiuso il mercoledì 
LE STANZE DEL VETRO, Fondazione Giorgio Cini
Isola di San Giorgio Maggiore, Venezia
Biglietteria: ingresso libero
Catalogo: Skira

Info: info@lestanzedelvetro.org | info@cini.it | www.lestanzedelvetro.org | www.cini.it 

Produzione:  Fondazione Giorgio Cini onlus e Pentagram Stiftung
 Allestimento: Eric Benqué

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Apre il 25 marzo la mostra Maurice Marinot. Il vetro, 1911-1934, a cura di Jean-Luc Olivié Cristina Beltrami, organizzata da LE STANZE DEL VETRO in collaborazione con il Musée des Arts décoratifs di Parigi (MAD). 

L’esposizione è il primo tributo internazionale a Maurice Marinot (1882 – 1960), impareggiabile artista-artigiano, protagonista di una rivoluzione nella tecnica quanto nel gusto. Infaticabile sperimentatore, Marinot ha inventato formule di lavorazioni del vetro emulate nei decenni a venire. 

Con 220 opere, provenienti da prestigiosi musei, e oltre un centinaio di disegni preparatori, la mostra mette in luce l’incredibile originalità dell’artista.

Dopo una formazione parigina, la carriera di Marinot prende avvio come pittore prossimo al gruppo dei Fauve, ma è col vetro, al quale si avvicina casualmente nel 1911, che egli trova la via della sua unicità. Decora a smalto alcuni oggetti prodotti dalla vetreria di amici a Bar-sur-Seine, nella regione dell’Aube, dimostrando fin dalle prime prove una straordinaria originalità: sono oggetti distanti dai modelli precedenti che sfruttano anche l'eventuale difetto della materia quale elemento decorativo, rafforzando l'unicità del pezzo.

A partire dal 1923 Marinot soffia autonomamente i propri vetri, moltiplicando forme e colorazioni che divengono raffinatissime. Passa da profili puliti e superfici lisce, che giocano con le bolle d’aria in sospensione, a flaconi e vasi che corrode o incide con lunghi passaggi nell’acido o che punzona con strumenti di sua stessa invenzione. Chiudono il percorso alcuni straordinari vetri sfaccettati a mola come pietre preistoriche.

Marinot ha letteralmente inventato un vetro spesso, pesante e "carnoso” che non ha precedenti e che diverrà un modello per i designer a venire.

Immagine di copertina: Flacone appiattito, 1925. Vetro trasparente con bolle, inclusioni blu a caldo tra gli strati © MAD, Paris / Jean Tholance
Legato Louis e Alice Barthou  

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