Regista: Federico Del Buono
Sceneggiatura: Federico Del Buono e Filippo Marchi
Musiche: Marco Triolo
Genere: Drammatico
Anno: 2019
Paese: Italia
Durata: 17 min
Il giovane Regista Federico Del Buono insieme agli attori Vanessa Montanari, Ivano Marescotti, Stefano Pesce e Stefano “Vito” Bicocchi, ha realizzato quello che in pochi, nel cinema italiano odierno, riescono a fare: creare un sentimento. Parliamo di un corto di diciassette minuti circa, un corto che appartiene a quel raro mondo dei film drammatici che non ricercano una risata falsa per attrarre un pubblico più ampio, né come tanti film del medesimo genere usa delle immagini forti per tentare di instillare nel pubblico delle reazioni improvvise. Federico Del Buono e Filippo Marchi hanno decisamente optato per la delicatezza dei Petali delle rose per raccontare l’amore perduto di Pietro (Ivano Moschetti) e il suono di un fischietto per sottolineare la forza del legame che c’è tra un padre (Alex/Stefano Pesce) e una figlia, un legame talmente forte che supera magicamente ogni distanza. È tramite una storia apparentemente semplice ma estremamente efficace che non manca di suscitare sentimenti purissima ancora, che lo spettatore ha modo di ragionare sulla storia.
Personalmente, ho avuto la possibilità di leggerne prima la sceneggiatura e dopo di vederla realizzata in video. L’apporto tecnico della regia di Federico Del Buono, insieme alla mirabolante interpretazione degli attori, in particolare Ivano Marescotti, attore cardine della storia, fa raggiungere una intensità alla scena visiva che è davvero unica e toccante, creando così un crescendo delicato che ti porta a riflettere e a rimanere senza fiato con le lacrime.
Uno sceneggiatore bravo infatti si identifica in questo: nella semplicità ma allo stesso tempo complessità che sta dietro all’efficacia di una storia.
La sceneggiatura elaborata dal regista e interpretata degli attori ha fatto in modo che la nascosta complessità della storia colpisca silenziosamente al cuore, in modo che il film sia capace di evocare sentimenti e quindi suscitare la bellezza che alberga nell’animo umano. Voglio sottolineare anche Il grande lavoro Del compositore Marco Triolo che ormai da anni collabora con Federico, e anche stavolta ha superato se stesso nel creare le musiche che sono sottofondo a quella che è la bellezza della fotografia tanto da far da cavallo di troia ai cuori degli spettatori sensibilizzati ulteriormente da pregiato Lavoro del Maestro Triolo.
La bellezza dell’animo umano è infatti le intenzioni di Federico Del Buono, che dice :“volevo concentrarmi su un tema più umano e intimo, più vicino alle persone. Dopo il corto “Conquista il mondo” e Rispetto ad altre storie che avevo, questa era quella che mi convinceva di più e volevo dargli un taglio molto profondo ma senza sfociare nel banale. Doveva essere una storia da toccare il fondo o meglio toccare l'anima, e quindi ho dato spessore in particolare più ai silenzi che alle parole, perché a volte quando ti ritrovi davanti a un muro, le parole ti possono rimbalzare addosso ferendoti, lasciando invece il silenzio i gesti e i sentimenti possono arrivare dritti al cuore.
Vorrei aggiungere che, ovviamente se passiamo sotto il microscopio ci sono alcuni piccolissimi elementi che potrebbero essere limati e smussati meglio, ma ovviamente Federico del Buono si definisce "giovane regista" non a caso, e non certo per la sua giovane età, ma per un serio senso di umiltà che sta nella consapevolezza di dover ancora imparare e crescere e di avere una strada da percorrere. Visti già i risultati che hanno scandito questo e i precedenti corti, posso dire che la strada è stata intrapresa a vele spiegate.
Il film dunque non è assolutamente da perdere, anche se non vi piace il genere.