Roma – La vendetta, l’odio, l’interesse personale, la malvagità, la gelosia, la paura e il giudizio: sono questi alcuni degli orrifici aspetti dell’animo umano mostrati nello spettacolo teatrale “Shakespeare Horror Story”, dell’attore e regista messinese Daniele Gonciaruk, in scena fino al 25 agosto presso il Museo Canonica di Villa Borghese, a Roma. Un percorso che di snoda in 16 stazioni che illustrano scene dell’orrore umano dei personaggi delle tragedie firmate dal bardo come Macbeth, Otello, Re Lear, Romeo e Giulietta, Riccardo III, Amleto e Tito Andronico, il vendicativo generale romano vero e proprio filo conduttore dell’intera piece. Lo spettatore è parte integrante della rappresentazione, per la quale Gonciaruk ha pensato di abolire il palcoscenico classico. Lo spettacolo si svolge all’interno di luoghi pregni di storia, in cui lo spettatore è messo nella condizione di respirare le atmosfere e le suggestioni delle architetture, parallelamente a quelle delle vicende rappresentate, in modo che i sentimenti messi in gioco trovino perfetta rispondenza negli spazi aperti o chiusi di monumenti iconici della città ospitante.
L’idea della rappresentazione, spiega il regista, “nasce da un luogo fisico che poi è diventato un luogo del pensiero e infine un luogo shakespeariano”. “Ho visitato un forte medioevale a Messina e mi è arrivata la suggestione del teatro e poi la suggestione di Shakesperare”, prosegue, spiegando che le mura del forte gli sono sembrate adeguate a “contenere la drammaturgia shakespeariana, la tragedia”, perché sono “mura antiche che chissà cosa hanno visto”. Giunto alla sua quarta edizione, “lo spettacolo ha sempre scelto dei luoghi particolari che potessero comunicare qualcosa allo spettatore”, chiarisce. Dal 2016 al 2018 la piece è stata rappresentata nella splendida cornice di Forte San Salvatore a Messina (Madonnina del Porto), nelle stanze di Villa de Pasquale nel 2018. In futuro, Gonciaruk punta a condurre lo spettatore nell’orrore dell’animo umano nei luoghi del Teatro India, a Roma, oppure in Laguna, a Venezia.
La rassegna teatrale “itinerante” del regista messinese Gonciaruk si avvale degli allievi delle scuole capitoline Fondamenta Teatro, Accademia Bordeaux e Accademia Internazionale di Teatro, che conducono lo spettatore in un percorso ideale e fisico in quello che l’attore-guida definisce l’orrore. Lo spettatore, infatti, viene messo di fronte a un’immagine dell’uomo tragica, che, da un lato, fa paura, dall’altro, lo spinge a riflettere sul proprio intimo. Coinvolto in un palcoscenico non convenzionale, lo spettatore è al contempo osservatore e analista introspettivo di sé stesso, sentendosi totalmente coinvolto nella rappresentazione. Un aspetto che contribuisce a far apprezzare il teatro e l’opera di Shakespeare, come era nelle intenzioni del regista. L’obiettivo, infatti, è comunicare “la bellezza del teatro in generale e la bellezza della parola e del pensiero di Shakespeare”, oltre a un “messaggio d’amore allo spettatore anche nel caso di una rappresentazione tragica”, spiega Gonciaruk. Il teatro, conclude il regista, “è uno specchio dell’uomo. Shakespeare ha inventato l’uomo perché è talmente bravo a dipingerne dinamiche ed è potente nella sua comunicazione. Spero che il pubblico si innamori ancora di più del teatro e di Shakespeare”.