La raccolta poetica “Le notti senza respiro”(Algra Editore 2019) di Enrico Scandurra, è una silloge di estremo interesse e attualità. L’opera, divisa in otto sezioni, risulta una narrazione in versi che attraversa il nostro tempo con grande consapevolezza e sensibilità. Le sezioni che compongono l’antologia, sono nove e affrontano tematiche di grande respiro. La raccolta presuppone una conoscenza ampia ed approfondita di un fenomeno culturale quale fu quello delle neoavanguardie ma anche di quello che fu il superamento delle medesime, per poi ricollegarsi alla tradizione. In realtà l’autore, nell’essenzialità dei versi, propone un modo di fare poesia che, pur non annullando l’antico, offre una pluralità di temi che sono scorci del suo mondo poetico tali da condensare passato e presente. La poesia è una via di fuga, difficile e complessa, in quanto non aperta ma aggrovigliata intorno ai detriti di un mondo obsoleto. Questa chiave interpretativa è solo di primo livello ma ad una più approfondita lettura compare la prioritaria finalità del testo: stabilire una nuova linea comunicativa con il lettore, alla luce del mutamento dei tempi. La poesia deve essere necessariamente corale perché tende ad esprimere le perplessità, le vittorie e le sconfitte dell’umanità tutta. L’immagine spesso prende il sopravvento sulla parola, soprattutto nella sezione dedicata alle poesie vernacolari. Il lettore inizialmente stenta ad orientarsi in questo frastagliato universo poetico ma, presto, trova una chiave di lettura salvifica nella “Humanitas” cioè in quello che è il comune destino degli uomini. “Il sogno sei tu nell’immediatezza dell’arrivo”… “Le gambe, i piedi, le braccia, le mani sono quelle di sempre. Ogni cosa è stata fatta nel completo assordante urlo di madre”. Elegante, raffinato, senza sbavature il modulo espressivo di Scandurra, intenso e nitido il suo pensiero, ma ciò che affascina di più il lettore è la capacità del giovane poeta di tradurre il sentimento in immagini vive e palpitanti. Tanta è la “vis” poetica che ogni elemento, ogni figura, ogni paesaggio si anima e prende una sempre più grande concretezza, nella mente e nel cuore del lettore commosso e confortato dalla consapevolezza che solo l’arte vera riesce a risvegliare sensi sopiti.
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Le notti senza respiro, è la terza silloge poetica di Enrico Scandurra, giovane scrittore e giornalista che ha esordito nel 2011 con la raccolta di poesie Tra ospedale e paradiso, edita da Arduino Sacco.