La mostra è il risultato di un delicato intervento di restauro, reso possibile grazie all’attività di promozione della Fondazione Paola Droghetti Onlus che ha messo a disposizione due borse di studio per giovani laureati, e alla collaborazione con l’ISCR (Istituto superiore per la conservazione ed il restauro diretto da Luigi Ficacci) e l’ICRCPAL (Istituto Centrale per il Restauro e la Conservazione del Patrimonio Archivistico e Librario, diretto da Maria Letizia Sebastiani), che hanno seguito la direzione scientifica delle attività di restauro. “Per la prima volta , ha raccontato il Presidente della onlus Vincenzo Ruggieri, la Fondazione ha rivolto la propria attenzione a un museo nazionale di Architettura, sostenendo il restauro di due opere delle sue collezioni, curate e gestite dallo straordinario centro Archivi”.
Il modello di De Feo, una maquette in compensato impiallacciato e cartoncino realizzato per il Concorso bandito nel 1966 della Camera dei Deputati ,è un oggetto tridimensionale eseguito su scala ridotta. Il progetto doveva completare l’area adiacente alla Piazza del Parlamento.
Il disegno Space IV fa invece parte di una serie di lavori realizzati da Paolo Soleri tra il 1984 e il 1988 denominata“Space for Peace”. Sono modelli e disegni di porzioni di universo, di navi e stazioni spaziali nelle cui architetture si manifesta la progettualità fantastica e utopica propria dell’autore.
“A prima vista le due opere possono sembrare distanti tra loro”, ha spiegato Margherita Guccione, direttore del MAXXI architettura.“Una (il modello di Vittorio De Feo) in legno, l’altra (lo scroll di Paolo Soleri) in carta; una la proposta di un progetto urbano, l’altra la rappresentazione grafica di un’utopia; una il prodotto di un gruppo di lavoro, l’altra il risultato della scelta di isolamento del suo Autore, ritiratosi in Arizona”, ha proseguito la Guccione. “Eppure un filo conduttore le avvicina: sono la rappresentazione fisica del processo progettuale che attraversa la mente degli architetti; entrambe rappresentano la ricerca di soluzioni nuove, alternative ad un mondo che non sembra soddisfacente”.
Le opere versavano in condizioni molto critiche: il ‘modello De Feo’ ha richiesto un lavoro di ricostruzione integrale e ripristino delle parti mancanti da parte delle borsiste restauratrici Alessia Fasciani e Martina Vento.
Le gigantesche dimensioni dell’opera Space IV, oltre alla delicatezza del materiale che presentava numerosi tagli e strappi, hanno reso particolarmente difficoltoso lo studio e il restauro curato dalla borsista Claudia Garofalo, che ha restituito all’opera nuova vita. Le opere saranno esposte al MAXXI fino all’8 dicembre.
La Fondazione Paola Droghetti onlus è stata istituita il 19 Marzo 1998 da Vincenzo Ruggieri (nella foto) in accordo con le figlie Alessia, Marzia e Clarissa per onorare in modo degno e duraturo il nome della moglie e madre Paola Droghetti Ruggieri, restauratrice-conservatrice, prematuramente scomparsa. La Fondazione ha l’obiettivo di valorizzare la cultura della conservazione d’arte, attraverso le seguenti attività:
• La sponsorizzazione di interventi di restauro conservativo di opere d’arte del Patrimonio Artistico Italiano
• Incentivi allo studio, alla ricerca ed all’attività nel campo della conservazione e del restauro dei beni culturali in Italia e all’estero.
• Promozione ed organizzazione di: mostre, convegni, conferenze, seminari, corsi di vario tipo, giornate di studio e altro, da svolgere sempre nel campo della conservazione e restauro di beni artistici, culturali e architettonici.
• Assegnazione, tramite concorso, di borse di studio da erogare a conservatori-restauratori.
• Assegnazione, tramite concorso, di premi a neo-laureati con tesi di laurea concernenti la materia del restauro conservativo.
http://www.fondazionepaoladroghetti.org/