Milano. La mostra di Giovanni De Lazzari si fonde con la Fondazione Adolfo Pini

Da 27 novembre 2019 al 6 marzo 2020, GIORNI SEGRETI, Le opere in mostra, realizzate da Giovanni De Lazzari a partire dal 2008, seguono il filo conduttore della relazione con la natura, che origina da un processo di osservazione profondo e prolungato

– A cura di Anna Daneri
– Fondazione Adolfo Pini | Corso Garibadi, 2 | Milano 20121
–  Da 27 novembre 2019 al 6 marzo 2020
– Preview stampa: 26 novembre, ore 12.00 
– Opening mostra: 26 novembre, ore 18.30
– Orari dal lunedì al venerdì 10:00-13:00 | 15:00 -17:00 
– Sito web
www.fondazionepini.net
– Contatti: T 02 874502 | eventi@fondazionepini.it 

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La Fondazione Adolfo Pini presenta GIORNI SEGRETI, la mostra di Giovanni De Lazzari, a cura di Anna Daneri. Il progetto site-specific mette a confronto i diversi nuclei intorno a cui si sviluppa la ricerca dell’artista.

IL PROGETTO
Accanto a disegni, collage, opere pittoriche e scultoree, sono esposti una selezione di taccuini, attraverso i quali è possibile ricostruire le tappe del lavoro di Giovanni de Lazzari, fin dalla sua genesi. Frutto di un’indagine meticolosa, le opere sono create dall’artista durante una lunga meditazione solitaria, come evocato dal titolo stesso.

LE OPERE IN MOSTRA
Le opere in mostra, realizzate da Giovanni De Lazzari a partire dal 2008, seguono il filo conduttore della relazione con la natura, che origina da un processo di osservazione profondo e prolungato. Attraverso il tratto della matita, lo strumento più assiduamente utilizzato dall’artista, immagini e testi prendono forma come miniature nelle pagine dei taccuini che De Lazzari realizza in una pratica quotidiana.

IL LAVORO SITE SPECIFIC IN FONDAZIONE
Per la mostra GIORNI SEGRETI l’artista realizza un wall drawing, in scala architettonica, dell’opera Groviglio su una parte della Fondazione.
Gli elementi vegetali e animali, ricorrenti nei lavori esposti, stabiliscono un dialogo inedito con le decorazioni e gli arredi della casa-studio, oltre che con i dipinti del pittore Renzo Bongiovanni Radice. È il caso del trittico di disegni Abbracci (2013), in cui l’intreccio tra due serpenti crea un’immagine potente sospesa tra amore e morte.
 

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