Attraverso le cronache dei viaggiatori che hanno percorso nel tempo la città di Messina (dal mondo greco fino ai nostri giorni), risulta evidente il grande ruolo che la città ha assolto nell’arricchire il loro bagaglio socio- culturale e artistico. Il porto è il luogo simbolo della città, crocevia di passaggi e d’incontri, espressione del variopinto girovagare dell’uomo, mosso dalla curiosità ma soprattutto dalla volontà di arricchimento culturale e anche da un forte stimolo socio-folklorico.
Il volume è, infatti una sorta di palinsesto che spazia ampiamente, illustrando usi e costumi, cultura, folklore, urbanistica e aneddotica della città. Il lettore apprende una cronistoria vivace e approfondita di una comunità attiva che, nel corso dei secoli, pur lottando contro calamità naturali e storiche, è riuscita a porsi all’attenzione della storia nazionale e mondiale. La città di Messina è conosciuta dovunque brilli la face della cultura. Città bifronte, ambitissima dai poteri forti ma essa stessa dominata da forti ambizioni: dalla sua collocazione geografica ha ricevuto ricchezza e potere ma di contro,proprio per questo, è stata oggetto di fameliche brame. Bella e maestosa si riflette nella sua laguna naturale che è “la falce del porto”. La modernità ha alterato la bellezza avita, involgarendo i luoghi e togliendo loro quella eleganza e raffinatezza che li contraddistinguevano. Il lettore coglie tutto ciò e si commuove di fronte a tanto sfacelo odierno, ponendosi un doppio interrogativo, se la collocazione geofisica oppure una miope visione del potere abbiano condotto al degrado odierno.
Tuttavia Messina non è Sud d’Europa, certamente non in senso geografico ma socioculturale, ma è luogo multidirezionale che ha distribuito generosamente cultura, arte e civiltà. Campanilismo? Certo non per me, che amo e rispetto la città in cui vivo ma che abbraccio, comunitariamente, il mondo. Il viaggio, nel suo aspetto filosofico, antropologico e psicodinamico, è espressione di questo allargamento di confini verso altre realtà e interpreta, in modo moderno, la diade ippocratica” uomo-ambiente.” Tutto ciò e altro ancora viene fuori dalla documentata e intensa analisi di Felice Irrera (Viaggiatori a Messina, Giambra Editore, Terme Vigliatore “2017 pg. 406) e di tutti coloro che hanno offerto contributi di cultura e di indagine storica all’autore, quali Sergio Tedesco, Gerardo Rizzo e Giuseppe Ruggeri per la saggistica, Giuseppe Jannello, Felice Irrera, Rosa Lombardo e Daniele Macris per le traduzioni. Un volume corposo tutto da centellinare per farne persistere l’intenso sapore culturale.