“Ti ricordi tutte quelle paranoie sul Millennium bug? *** Il baco che ha risparmiato i computer purtroppo, ma… si è rosicchiato un po' di cuore in tutto quello che eravamo”… 1999 ultimo anno prima del Terzo Millennio. Diana è lì, giovane, giovanissima come lo eravamo noi, e si affaccia, quasi in punta di piedi, in un futuro che tante e tante cose porta e tante e tante cose svela.
Ci tocca l’anima questo graphic novel scritto da Simonetta Caminiti e disegnato da Letizia Cadonici, ci tocca l’anima e ci commuove perché Diana fa parte di quel pezzo di passato che appartiene un po' a tutta la generazione ante duemila.
La storia è quella che già abbiamo avuto modo di apprezzare ne “Gli arpeggi delle mammole”, una giovane adolescente, Diana, che sente pressante il mutare degli eventi, l’evolversi della vita da ragazzina a donna ed un segreto talmente grande e pesante da essere tenuto nell’antro più oscuro dei ricordi e sua sorella Khady, ventenne esuberante ed affascinante, figlia adottiva, ma legata a Diana di quell’amore puro e sincero che solo una sorella può provare; sullo sfondo il “nuovo che avanza” il Millennio atteso e temuto colorato dai sogni e dalle aspettative dei giovani.
Cosa è successo venti anni dopo? Quando la polvere di stelle che aveva colorato i cieli del capodanno del 2000 ha smesso di brillare?
Diana è ancora lì, nemmeno poi così cambiata. Con i suoi occhi azzurri da cui traspare tanto sentimento.
Ci siamo sentite anche noi Diana ed, in fondo, lo siamo davvero state. Con il cuore a mille dentro le pieghe dell’estate e l’anima a brandelli davanti ad un bacio che non ci apparteneva.
Diana è ancora lì, avvolta tra le spire dei suoi turbinosi sentimenti, quello per Filippo, romantico e fiabesco e quello diretto, sincero, reale per sua sorella Khady, cooprotagonista della narrazione.
Khady.. così diversa, fisicamente e apparentemente anche caratterialmente, ma, in fondo, così dnnatamente uguale a Diana, forte, sicura, esuberante, è in realtà una creatura fragile nelle increspature profonde di quell’io che solo Diana, invero, conosce e che solo una vera sorella può amare e capire indissolubilmente.
Anche lei venti anni dopo la ritroviamo non molto diversa, lontana, ma vicina con il cuore e con i pensieri; sempre uguale in quel suo legame energico alla famiglia che, di certo, nessun “baco” avrebbe mai potuto rosicchiare via.
Simonetta Caminiti ha saputo cogliere l’essenza stessa dell’adolescenza, di quel periodo che la natura umana attraversa in modo turbolento e che diviene, con il passare del tempo, parte fondamentale del nostro essere, del nostro quotidiano vivere. Siamo il frutto di quelle esperienze, il battito irregolare di ciglia e cuore, la forza di rialzarsi ad ogni caduta ed il sentimento sincero che, come Diana, non puoi nascondere.
Un plauso anche alla disegnatrice Letizia Cadonici che ha tratto l’essenziale della storia, ha dato vita a personaggi così reali da bucare la carta ed entrare dritti dentro le nostre vite.
E così il nostro “Millennium bug” sembra non essere svanito in quel 31/12/1999, ce lo siamo portati a spasso nel tempo, con noi, sempre lì, a portata di mano, a ricordarci che, in fondo, ciò che eravamo è ciò che siamo adesso e che saremo sempre.
Grazie “Diana” per aver svegliato in noi quella parte sopita, quella che credeva nel futuro e che, forse, aveva soltanto bisogno di questa “dolcissima lettura” per poter tornare a bruciare da quelle ceneri addormentate che credevamo fossero state spazzate via dalle burrasche della vita.
Il graphic novel è edito da “La Ruota”