Il nuovo film di Gianni Amelio, “Hammamet” descrive in 126 minuti la fine di un leader della Prima Repubblica: Bettino Craxi.
Non si fanno nomi nel corso dell’intero lungometraggio ma chi ha vissuto quei momenti riesce ad identificare i personaggi. Come ha precisato il regista durante la conferenza stampa, si tratta del rapporto tra i figli ed un padre “pesante”. Anita è l’unico personaggio ad aver un nome – a simbolo dell’amore che il segretario socialista e Presidente del Consiglio nutriva verso Garibaldi -. Si tratta della figlia attaccata al genitore, mentre il figlio appare di meno perché impegnato in Italia a proseguire la strada politica. La moglie è presente solo per gli ambiti a lei permessi, un’amante infine interviene ma riesce solo a dare l’ultimo saluto.
Il tutto avviene lontano dall’Italia, che sembra essere stata almeno apparentemente lo scopo del Presidente (come viene chiamato nella sua vita tunisina). Distante solo fisicamente in quanto rimangono i rimpianti: non potrà più vedere Milano perché è sicuro che al suo rientro in patria verrà accolto da un paio di manette a causa di un paio di condanne nei suoi confronti. Restano le brevi visite di esponenti del suo passato, dalle figure tipiche della partitocrazia del tempo, al figlio di un suo stretto collaboratore, con i quali il Presidenteapparentemente si confida.
A volte il film sembra una sorta di auto commiserazione, nella certezza che il Presidente resti certo di aver agito come lo si pretendeva allora. Diversi colleghi giornalisti presenti si sono chiesti se la figlia Stefania Craxi abbia interferito con la sceneggiatura.
La bravura di Pierfrancesco Favino è senza dubbio tanta. Grazie alle oltre cinque ore al giorno di trucco e lo studio da parte dell’attore della voce e dei gesti di Benedetto detto Bettino Craxi (Milano 1934 – Hammamet 2000), Favino è il Presidente. Sembra vincente l’accoppiata Amelio-Favino.
Non è un film prettamente storico perché si racconta poco della vita trascorsa in Italia da Craxi. Questo non aiuterà chi è nato dopo quel momento storico – conclusosi con le elezioni politiche del 27 marzo 1994 – e che dovrà informarsi diversamente per capire i pensieri e gli atteggiamenti dei personaggi di Hammamet. Con maggiori riferimenti alla Prima Repubblica, il film avrebbe rischiato di durare almeno 48 ore.
In un film tanto personalizzato sui pensieri di un uomo di potere nei suoi ultimi giorni di vita, sarebbe stato bello scoprire come siano riusciti a fuggire Abu Abbas e Abu Nidal, gli assassini di Klinghoffer e rapitori della nave Achille Lauro; esattamente come infiniti altri misteri che alcuni politici della Prima Repubblica hanno portato nelle loro tombe. Ma questa è un’altra storia.
HAMMAMET
un film di GIANNI AMELIO
regia GIANNI AMELIO
soggetto GIANNI AMELIO
sceneggiatura GIANNI AMELIO, ALBERTO TARAGLIO
fotografia LUAN AMELIO UJKAJ
musica NICOLA PIOVANI
montaggio SIMONA PAGGI
scenografia GIANCARLO BASILI
arredamento ANDREA CASTORINA
costumi MAURIZIO MILLENOTTI
collaboratore alla regia EDOARDO PETTI
prosthetic make-up designer ANDREA LEANZA
suono EMANUELE CICCONI
montaggio del suono DOMENICO GRANATA
casting FRANCESCA POLIC GRECO
organizzatore generale DANIELE BELLUCCI
produttore esecutivo ROBERTO MANNI
CAST ARTISTICO
PIERFRANCESCO FAVINO, LIVIA ROSSI, LUCA FILIPPI, SILVIA COHEN, ALBERTO PARADOSSI, FEDERICO BERGAMASCHI, ROBERTO DE FRANCESCO, ADOLFO MARGIOTTA, MASSIMO OLCESE
Con OMERO ANTONUTTI
Con GIUSEPPE CEDERNA
e con RENATO CARPENTIERI
e la partecipazione straordinaria di CLAUDIA GERINI
prodotto da PEPITO PRODUZIONI
con RAI CINEMA
in associazione con MINERVA PICTURES GROUP
in associazione con EVOLUTION PEOPLE
Distribuzione 01 DISTRIBUTION
distribuzione internazionale MINERVA PICTURES GROUP
nazionalità ITALIANA
durata film 126’
anno di produzione 2019
uscita nelle sale 9 gennaio 2020