8 marzo 2020 – ‘’Alle ricercatrici che in Italia hanno raggiunto importanti risultati nella ricerca su Covid-19“, l’omaggio rivolto dal presidente di Unicef Italia Francesco Samengo, calorosamente condividiso nel giorno dedicato alle donne, simboleggiato nel mondo dalla mimosa. Il bellissimo fiore dalle gialle infiorescenze è rappresentativo della Giornata Internazionale delle Donne, per un tragico fatto storico che affonda le sue radici ai primi del ‘900. Quando l’8 marzo 1908 a New York , 129 donne operaie, rimasero uccise, vittime di un incendio nella fabbrica dove lavoravano, in condizioni fortemente a rischio per la loro salute e la loro incolumità. In un giardino vicino a quella industria cresceva bellissimo un albero di mimosa, il cui fiore vellutato di colore giallo, fu scelto nel 1946 dall’Unione Donne Italiane (UDI) per celebrare il primo anno della Festa delle Donne. La genesi di questa celebrazione è prima di tutto di natura politica. Il processo è cominciato nel lontano 1909, quando il Partito socialista degli Stati Uniti propose a tutte le sue sezioni di dedicare allora il 23 febbraio, la celebrazione delle donne che si battevano per la conquista del diritto al voto.
In Italia la data dell’8 marzo discende dalla Seconda Conferenza internazionale delle donne comuniste, riunita nel 1921 a Mosca. Poi l’8 marzo 1945, nelle zone liberate dai tedeschi, l’Unione Donne Italiane (UDI) organizzò la prima “Giornata della donna”. Su proposta di Teresa Noce, Rita Montagnana e Teresa Mattei, l’anno successivo l’Unione decise di adottare la mimosa come simbolo della festa dall’origine storica ed anche di periodo perchè la mimosa fiorisce i primi di marzo.
In questo giorno ma non solo, desideriamo esaltare, tra tante, eroismo e audacia di alcune donne che malgrado sopraffatte barbaramente dalla violenza dei potenti, hanno affermato nel tempo la loro straordinaria intelligenza e capacità nel rendersi protagoniste, a costo della stessa vita, nella lotta per i diritti fondamentali.
La memoria della brutale uccisione il 25 novembre 1960, delle sorelle Aida Patria Mercedes, Maria Argentina Minerva, Antonia Maria Teresa Mirabal, è stata violentemente vissuta dall’opinione pubblica mondiale. Torturate, Stuprate, Massacrate a colpi di bastone e strangolate a bordo della loro auto, da agenti del Servizio di informazione militare mentre si stavano recando in visita ai loro mariti in carcere, le tre attiviste politiche ed intellettuali sono considerate ancora oggi rivoluzionarie, per la forte azione di contrasto al regime del dittatore Rafael Leónidas Trujillo (1930-1961), che favorì arretratezza e caos sociale della Repubblica Dominicana .
L’unica sopravvissuta fu la quarta delle sorelle Mirabal, Belgica Adele, che dedicò la sua vita a onorare il ricordo delle tre donne passate alla storia con il nome “Mariposas” per la similitudine alle farfalle in cerca di libertà.
La loro vita è stata narrata anche dalla scrittrice dominicana Julia Alvarez nel romanzo Il tempo delle farfalle (1994), da cui è stato tratto nel 2004 il film di Mariano Barroso In The time of Butterflies, con Salma Hayek.
L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ONU, il 17 dicembre 1999, in omaggio alle tre sorelle Mirabal, ha istituito la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, celebrata ogni anno il 25 novembre nella ricorrenza della loro morte.
Simbolo di resistenza sociale dei nostri giorni, è la drammatica storia di Asia Bibi. Pachistana di origini contadine, sposata e madre di madre di cinque figli, perseguitata e condannata a morte nel 2010 per la sua fede cattolica. Accusata di blasfemia, arrestata e malgrado l’inferno vissuto dentro il centro di detenzione di Shekhupura, Asia non ha mai rinunciato alla religione cristiana.
Dopo otto lunghi anni di insanabili violazioni dei diritti umani, la vicenda giudiziaria di Asia Bibi si chiude definitamente il 29 gennaio 2019.
Dopo la sentenza assolutiva della Corte suprema del Pachistan il 31 ottobre del 2018 che ne ordinava l’immediata scarcerazione, ha fatto seguito un ricorso contro la sua assoluzione,da parte degli islamisti ultraconservatori. Nonostante l’assoluzione che aveva confermato l’innocenza della donna, Asia Bibi seppur libera di lasciare il Pachistan, dovette continuare a nascondersi, a causa delle minacce di morte ricevute da gruppi di fondamentalisti.
Il 29 gennaio 2019 la Corte Suprema pachistana respinge il ricorso mettendo fine alla vicenda che ha commosso il mondo. Asia Bibi vola in Canada per riunirsi al marito e alle figlie che l’accolsero all’aeroporto a Calgary City l’8 maggio successivo.
“Quando chiudo gli occhi, rivivo ogni istante” scrive Asia Bibi in “Enfin Libre!” “Finalmente libera!”, La sua biografia edita da Le Rocher, scritta a quattro mani con la giornalista televisiva francese Anne-Isabelle Tollet e dedicata ‘’ tutti coloro che sono accusati di blasfemia e ancora imprigionati’’.
Poi ancora ricordiamo, le decine e decine di donne imprigionate ad Herat in Afghanistan, per essersi opposte, rischiando la vita ad ogni sorta di violenza e stupri da uomini e mariti diabolici. Tra queste Fatima di 39 anni,violentata e quasi uccisa con un proiettile sparato dal marito, condannata malgrado tutto a 20 anni di prigione.
Non dimentichiamo gli abusi sessuali, maltrattamenti, femminicidi nell’ambiente familiare, cui sono vittime le donne italiane. Al centro di questa Giornata celebrativa dell’essenza femminile, particolare attenzione necessario rivolgere a discriminazioni ed emarginazione. Situazioni di degrado e aberrazione sociale cui sono sottoposte le donne vittime di uomini carnefici depravati ,non possono passare inosservate. Ragazze immesse nei viali a luci rosse delle nostre città, depredate della loro giovinezza e cadute involontariamente nel racket della prostituzione senza speranza.
Un dramma sociale che deve scuotere coscienze e Istituzioni. Nell’8 marzo, il bilancio della lotta contro femminicidi e violenze deve aver un di primo piano. La minaccia sociale secondo cui vita e futuro di tante bambine, ragazze e donne è in pericolo, è stata rilanciata anche da Unicef con la campagna #8marzodellebambine , un nuovo video “Posso essere quello che voglio?”.
In questa Giornata, immancabili i versi di Alda Merini, donna simbolo di forza coraggio ed emancipazione, dedicati ….
A tutte le donne
Fragile, opulenta donna, matrice del paradiso
sei un granello di colpa
anche agli occhi di Dio
malgrado le tue sante guerre
per l’emancipazione.
Spaccarono la tua bellezza
e rimane uno scheletro d’amore
che però grida ancora vendetta
e soltanto tu riesci
ancora a piangere,
poi ti volgi e vedi ancora i tuoi figli,
poi ti volti e non sai ancora dire
e taci meravigliata
e allora diventi grande come la terra.