Lei, lui, l’inevitabile crescendo della passione, l’impossibilità di stare insieme dovuta ai mille ostacoli che si frappongono fa i due amanti e poi la catarsi, l’atteso lieto fine che appaga e soddisfa ogni aspettativa. Lo schema è da secoli sempre lo stesso eppure la cosiddetta letteratura rosa, tanto bistrattata e da sempre considerata di serie B, ha fatto sognare milioni di lettrici e continua a riscuotere un enorme successo.
Collane famose come Harmony, Liala ecc. ne vendono milioni di copie nel mondo. Solo nel 2019 sono stati acquistati ben due milioni e mezzo di libri che raccontano l’amore. Ma perché un genere così denigrato è altrettanto amato dal pubblico?
A spiegarlo Patrizia Violi nel piacevolissimo volume ‘’Breve storia della letteratura rosa’’, edito da Graphe.it diretta da Roberto Russo. il segreto del successo del rosa si trova essenzialmente nel patto implicito tra autore e lettore: mai tradire le aspettative di chi legge! Ad aumentare l’appeal per il genere è anche il suo potere terapeutico che semplifica ed edulcora la realtà, fa sognare ad occhi aperti e sperare che i problemi alla fine si aggiusteranno. Il termine rosa affibbiato ai romanzi d’amore circoscrive in modo inequivocabile un territorio da cui il maschio dovrebbe essere escluso.
"Raccontare l'amore significa descrivere la vita delle persone, soprattutto la condizione femminile, fotografata nell'evolversi dei tempi." L’autrice ripercorre in otto capitoli la storia del romanzo rosa, a partire dalla celebre favola di Cenerentola (archetipo dei romanzi d’amore) e da” Pamela” il romanzo epistolare di Samuel Richardson, pubblicato nel 1740. Il romanzo rosa si diffonde con enorme successo nell’800, epoca in cui la donna matura i primi passi di una propria consapevolezza divenendo libera di sognare, “dal fondo di una vita sacrificata e obbediente”, grazie alle confortanti storie in cui il grande amore è visto come un premio, il matrimonio incarna il riscatto sociale e la giustizia trionfa sempre.
Andando avanti nel tempo, nel primo ventennio del fascismo scopriamo molta diffidenza rispetto a contenuti che sembrano giustificare e legittimare la donna come ‘’soggetto desiderante’, in contraddizione con lo stereotipo della donna madre tutta famiglia e virtù. Nel dopoguerra aumentano le lettrici del rosa e i romanzi non bastano più. Nascono così le riviste che moltiplicano le storie sentimentali. Gli autori dei romanzi rosa mantengono sempre l’anonimato utilizzando un ‘’nom de plume’' non italiano per rendersi più misteriosi e per separare la loro vita privata dalle letture rosa. Nella metà del novecento i romanzi più apprezzati diventano le storie realistiche che raccontano la vita vera, non devono avere necessariamente un lieto fine ma devono far riflettere. Nella sua metamorfosi la letteratura sentimentale di consumo nel dopoguerra e nei decenni successivi si identifica nei fotoromanzi, le vicende narrate seguono uno schema ripetitivo molto simile a quello del Romanzo rosa classico.
Dopo gli anni del femminismo il romanzo rosa assume delle connotazioni diverse e si afferma la “chick lit ““letteratura per pollastrelle” termine che non rinuncia a quel disprezzo che ha sempre accompagnato la letteratura rosa. Sono le storie di donne indipendenti, e autoironiche che vivono nel contesto urbano, con le loro paure e i loro limiti, come Bridget Jones o Carrie Fischer di Sex and the City, tanto amate dal pubblico femminile, e non solo.
Parlando d’amore non puo’ mancare il sesso, raccontato attraverso un vocabolario fantasioso o allusivo, consigliato da Liala e Barbara Cartland purchè nell’ambito del matrimonio fino ad arrivare al mummy porn e al “sadomaso monogamico e protetto” della trilogia delle 50 sfumature di E.L.James che ha venduto nel mondo oltre 125 milioni di copie.
L’arrivo degli e-book ha portato un grande incremento per la vendita del rosa: le lettrici appassionate non solo spendono meno ma leggono anche più clandestinamente sui loro tablet indisturbate da eventuali occhiatacce di chi giudica questo tipo di letture. Ancora oggi il rosa è uno svago piacevole che permette di rilassarsi e fare il pieno di ottimismo e soprattutto non solo dalle donne.
PATRIZIA VIOLI, giornalista, vive e lavora a Milano collabora con la 27maOra, Futura e la Lettura del Corriere della Sera. Ha pubblicato Love.com (Emmabooks), Una mamma da URL e A?ari d’amore (Baldini & Castoldi), La vigilia di Natale (Graphe.it) e L’amore è una bugia (Giunti).