Roma, 6 luglio 2020 – Abbiamo incontrato Ennio Morricone, nella sua casa romana. Maestro, nella sua carriera ha ottenuto prestigiosi premi e riconoscimenti. C’è ancora qualcosa che vorrebbe raggiungere?
Io non ho mai pensato ai premi, quindi non ve ne sono altri da raggiungere. Ma se esistono altri premi da darmi… io me li prendo volentieri, ma non è mio obbiettivo di vita. Chi me li ha dati – e sono stati tanti – sono stati generosi con me.
Ho tentato di contare le sue composizioni, ma mi sono perso dopo alcune centinaia. C’è “qualcosa” che Lei vorrebbe o avrebbe voluto comporre?
Veramente, non ho avuto il tempo per desiderare di comporre qualcosa d’altro. Ero abbastanza impegnato per pensare ad altro. Veramente no, no. Oddio, mi sarebbe piaciuto fare questo film con Kubrick, ma ero impegnato con Sergio Leone: lui stesso disse a Kubrick che mi era impossibile partecipare alla stesura della musica per “L’arancia meccanica”.
Dove e come trova tanta ispirazione?
Mah, l’ispirazione intanto non esiste: esiste invece l’idea. L’idea che viene – per le colonne sonore – dall’osservazione del film, le sue necessità espressive, il dialogo con il regista, l’osservazione del fotografo e del montaggio, lo stile del regista, la scenografia, l’ambientazione della collocazione storica: poi arriva un momento di raccoglimento e di riflessione, e nascono le soluzioni da proporre al regista. Queste soluzioni si discutono, il regista aggiunge la sua idea, magari correggendo la mia… si trova insomma un’idea comune e si va avanti. Io comincio a scrivere e a fare le orchestrazioni, come faccio sempre. Poi è tutta questione dello svolgimento dell’azione: l’idea è una piccola cosa che nasce e va portata avanti. –
E riguardo alla “Musica assoluta”?
Lì non devo risponderne a nessuno: è una mia idea che voglio portare a compimento e quindi devo solo risponderne a me stesso. Beninteso con la speranza che al pubblico piaccia.
Ha qualche rimpianto per qualcosa che avrebbe voluto o potuto fare e non le è stato possibile?
– Guardi, non credo. No: sulla musica credo di aver avuto tutto. Cosa avrei potuto fare che non ho fatto (?)… Non ho rimpianti né desideri per quanto riguarda la mia professione. Ho avuto tutte le soddisfazioni possibili.Non ho rimpianti.
Al momento della consegna dell’Oscar, Lei ha dedicato il premio a sua moglie Maria, commuovendo il pubblico, con questo suo intimo e personale riconoscimento. C’è un’altra persona che ha influenzato la sua vita di artista e che non dimenticherebbe mai ?
– No, no, no! Potrei dire il mio maestro Petrassi; ma non in maniera affettiva e sentimentale come mia moglie. Come docente è stato un grande maestro di composizione, di musica, di vita: questo lui si, certamente. Ha fatto in modo che capissi che la dignità e la completezza della creazione passasse attraverso la fatica ed il lavoro. Questo me lo ha insegnato Petrassi. Altro è ciò che mi ha dato mia moglie: lei è l’ ispirazione.
Rimpiange qualcosa del passato, dei suoi inizi di carriera , che oggi non c’è più?
– No! Io sono andato sempre avanti migliorandomi in maniera esponenziale, quindi non posso pensare a qualche cosa d’altro, assolutamente.
Lei che ha visto e conosciuto tanto, cosa pensa che manchi veramente nella società di oggi e che invece le piacerebbe trasmettere ai giovani come esperienza vissuta?
– Questa è proprio una bella domanda. Intanto lo studio. L’applicazione. Non mettersi mai a studiare qualcosa se non si ama profondamente, per il quale non si sente la vocazione. Ogni creazione musicale, ogni professione artistica, ha bisogno di amore, di volontario sacrificio, di dedizione totale e fedele. Senza queste caratteristiche non nasce niente. Inoltre bisogna avere il talento: non basta amare l’arte per poter creare.
Pensa quindi che oggi ci sia una certa mancanza di professionalità, specialmente nelle arti?
– Oggi tante cose sono relative, improvvisate Certe professioni sono spesso affrontate con troppa leggerezza e invece andrebbero costruite con più serietà, attenzione, dedizione. Sento a volte, che questo dilettantismo infatuato dell’arte, ma senza amore e dedizione, poi porta ad una non sostanziale importanza del risultato dell’opera e quindi di chi l’ha creata, c’è molta approssimazione. Il risultato è che queste arti sono relative nel loro valore. Assumono in certi casi un valore che non può essere assoluto, diventando relativo, in linea con i tempi che viviamo. Poco amore e dedizione e tanto individualismo e superficialità, diventando così lo specchio della nostra attuale società, che oggi è, secondo me, in grande decadenza.
Come vede l’Italia ed il mondo nel futuro, diciamo fra una ventina d’anni?
– Non faccio previsioni, perché dovrei avere la sfera di vetro; posso però sperare che migliori tutta l’umanità e per poterlo fare c’è bisogno di pace nel mondo, io sono un uomo tranquillo e dunque un pacifista.
Tutte le guerre dovrebbero essere abolite. Vorrei pace tra Israeliani e Palestinesi, perché hanno entrambi il diritto di esistere; tregua in Iraq, Afghanistan, in tutte le guerre di cui non si parla, ma che purtroppo esistono, vedi l’Africa Orientale. Un periodo di grande pace e tranquillità, che l’umanità meriterebbe. Purtroppo molte di queste guerre sono il risultato del colonialismo esasperato, praticato da alcuni paesi europei e dalla successiva cattiva gestione, frutto di uno sfruttamento ingiusto e scellerato. Il colonialismo ha portato grandi ingiustizie, così una volta finito, ha lasciato in questi paesi, popolazioni esauste e incapaci di autogovernarsi, con processi di democratizzazione difficili e non ancora portati a compimento. Le ingiustizie hanno pertanto generato lotte, guerre, rivoluzioni. Non dimentichiamoci poi che pace significa anche debellare la fame nel mondo, l’AIDS, fondamentalmente rimuovere le cause dell’infelicità del genere umano.
Una domanda non pertinente con quanto detto prima, e molto personale. Sappiamo che Lei è un accanito tifoso della Roma. Ha qualche suggerimento, dopo l’ottima prestazione nella partita di Champions contro il Lione?
– Continuare così! –
L’intervista è ormai conclusa, il maestro ci accompagna nel suo studio privato. Su uno scaffale, davanti a libri e con attorno alcuni degli altri premi vinti nella sua lunga storia di musicista, fa bella mostra di se l’Oscar alla carriera, ritirato poche settimane fa a Los Angeles.
Le posso fare una foto con l’Oscar, Maestro?
– Non mi sembra il caso. Non sono tipo al quale piace mostrare i trofei e poi è anche pesante. Lo prenda e giudichi…
Ciao Ennio e grazie!
Il ricordo di Eva Fischer da parte di Ennio (Eva è morta il 7 luglio 2015), nel 2015 https://youtu.be/hLKaVRyUbzw e nel 2017 (di Giovanni Gaudio) https://youtu.be/eqnaX6XrCyY