Uno spaccato di vita durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale in un paesino all’interno della Sicilia. Due donne, „pazze d’amore”: Mimi’, giovanissima, bella e povera e Angiolina, un po’ meno giovane, che un giorno le ruba un bacio. Sará l’inizio di una relazione impossibile che porterá la prima ospite di un convento in Abbruzzo, mentre Angelina, precipitata in profonda depressione, incomprensibile per i suoi vicini che non si raccapezzavano a un tale stato di cose. La malcapitata, come anche tante vittime oggi, verrá sottoposta per lunghi anni a cure in un’istituzione pschiatrica.
Ad Angelina Mimi’ scrive nella prima lettera del 18 settembre del ’41: „Tesoro mio, mia gioia, mio amore, mio bene. Ti amo con tutta la forza della mia giovane etá”. „Quel pomeriggio eravamo a suonare all’armonium. Eravamo felici, ci stavamo conoscendo e vivevamo questa nuova amicizia con allegria…” Da li, l’”Amor che a nulla amato amor perdona” travolse le due giovani in un brivido che non si spense mai.
Un amore diverso tra giovani donne, infocato dalla passione, tormentato dai rimorsi, destinato al silenzio, un amore strano, ma irrinunziabile, ucciso dall’incomprensione.
Un storia vera, ricostruita attraverso i frammenti di venti lettere, ritrovate per caso in una busta, scritte da Mimi’ alla sua amante.
Carmelo Gaudioso, a cui si deve l’elaborazione di questa vicenda, é un uomo seriamente impegnato nella nostra societá. Affronta questo problema con molta discrezione non per creare sensazionalismo ma per denunziare ingiustizie sociali, che emarginano i nostri simili e costruire un mondo piú giusto e solidale. Dopo aver letto le sue lettere, egli sa che Angelina ha subito l’umiliazione della camicia da forza ed é stata soggetta al dolore e la distruzione di memorie personali tramite gli elettrochoc, condannata dalla sua stessa gente.
Si deve alla sua persistenza la scoperta di Mimi’ – nessuno la conosceva con tale nome. „Solo per Angelina io ero Mimi’” -, dedita alla mortificazione della carne e alla purificazione dell’anima, ospite in un istituto di suore in un piccolo centro dell’Abbruzzo, che lui incontrerá con „molto dolore”.
Anche per uno solo di quei momenti questa storia meritava di essere rivissuta senza rimpianti e senza rimorsi, ci dice l’autore. E Mimi” dal suo luogo di solitudine confessa al nostro cronista: „Se tu senti di amare veramente qualcuno cosa non faresti per la persona che ami?” E aggiunge sottovoce nell’accomiatarlo dopo un incontro amichevole: „Povero é chi non ha un amore da ricordare. Povero é chi ha avuto paura e ha rinunziato ad amare. Povero é chi non é stato mai pazzo d’amore”.
Mimi’, che si é spesa in unico grande amore, adesso non parla piú e il suo sguardo é perduto lontano, nel ritrovare un’emozione mai dimenticata.
Carmelo Gaudioso difende anche la pubblicazione delle lettere affermando: „Se vogliamo che questo amore graffiato, incompreso, emarginato, pagato con dolore e sofferenza per tutta la vita e mai perdonato, prevalga sull’incapacitá degli altri di capire ed accogliere, allora é giusto che ritornino a vivere, perché quest’amore diverso, ancora oggi cosi difficile, possa trovare nuova terra dove affondare nuove radici’.