E’ stata prorogata al 31 gennaio 2020 la scadenza del bando per il concorso di fotografia documentaria ‘1801 passaggi’. Il tema dell’edizione corrente è ‘Un Paese italiano, 2020’. Il contest nazionale è organizzato dall’associazione LaPilart con la Proloco ‘Gino Chicone’ e il sostegno del Comune di Lacedonia. E’ proprio l’Alta Irpinia, immortalata negli scatti dello statunitense Frank Cancian, a rappresentare il “fondo fotografico”, come si legge nella nota di presentazione del bando, per i partecipanti.
“La pandemia con lo stato di emergenza ha condizionato molto il lavoro dei fotografi” sottolineano gli organizzatori e la proroga nasce proprio da questa criticità. Ai partecipanti è chiesto di riportare la quotidianità del 1957 che Cancian riuscì a ‘rubare’ nei suoi scatti, al tempo presente. Non solo riti e abitudini, ma anche le sfide della società attuale in cui l’irruzione della pandemia e degli stravolgimenti che essa ha generato nella vita di tutti non potrà mancare. Per questo ‘passaggi’: “rotture, persistenze, evoluzioni” che il virus ha imposto alla vita sociale, “con uno specifico punto di osservazione delle piccole comunità”. Forse proprio questi contesti hanno retto meglio l’impatto? La loro ritualità, i legami comunitari, un altro vissuto del tempo e dello spazio attraverso queste foto parleranno di un mondo meno evidente, ma resistente.
Una giuria “selezionerà 20 foto finaliste e assegnerà premi a tre vincitori. Anche nella quarta edizione, inoltre- riporta la nota stampa- Frank Cancian (oggi professore emerito di Antropologia della University of California, Irvine) assegnerà una menzione speciale a una fotografia che l’autore statunitense sceglierà tra le 20 finaliste selezionate dalla giuria. La mostra fotografica annuale, che sarà inaugurata nel mese di marzo presso il MAVI Museo Antropologico Visivo Irpino presenterà le 20 foto di Cancian e i 20 scatti selezionati”. Per tutte le informazioni e altre richieste basta andare su : museomavi.it/ o scrivere a concorso@museomavi.it.
Le foto, a metà tra opere d’arte e reportage giornalistico, proveranno a dare un senso del nuovo tempo storico, a partire dall’antico. “Lei è nemico della filosofia?», osservò il professore, sorridendo. “Io sono amico”, rispose Franco, “della filosofia facile e sicura che m’insegnano anche le rose”. E’ il mondo delle piccole cose ‘nuove e di una volta’, naturali e gracili, quello che questi artisti saranno chiamati a raccontare. Riti che resistono, quelli che così descriveva Antonio Fogazzaro nel suo ‘Piccolo mondo antico’.