Incontriamo una scrittrice esordiente, Alice Avila, giornalista professionista di lungo corso e addetto stampa al ministero dell’Ambiente, alla sua opera prima, “Amori in quarantena”, un romanzo in racconti edito da Schena Editore.
Alice Avila nasce a Catania nel 1978 e dopo la laurea in lettere moderne si trasferisce a Roma, dove frequenta la scuola di specializzazione in giornalismo dell’università di Tor Vergata e contemporaneamente scrive per testate prestigiose come “La Stampa”.
D: Alice, come nasce la tua passione per la scrittura?
R: Sin da piccola, molto piccola, quando a circa sette anni ho “fondato” il mio giornale (ride n.d.r.) “Di tutto di più” sulla falsariga del Corriere dei Piccoli, la cui redazione era composta da me e dalla mia compagna di banco che si occupava della parte grafica. Lo abbiamo preso molto sul serio: lo stampavamo grazie ad un amico libraio e lo vendevamo ad amici e parenti (ride n.d.r.)
D: Insomma un esordio in grande stile.
R: Eh si, ci siamo molto divertite! Un’ esperienza fanciullesca, ma che ha gettato il seme della passione per questo mestiere portandomi a collaborare diversi anni dopo, ancora al liceo, con Claudio Fava, che in quel periodo tentava di riportare in vita il giornale “I Siciliani “, fondato nel 1983 dal padre Giuseppe, barbaramente ucciso il 5 gennaio dell’anno successivo. Negli stessi anni ho iniziato la mia lunga collaborazione, che dura ancora oggi, con il mensile “Suonare News “ perché un’altra mia passione è la musica classica ed in particolare il pianoforte che suono da quando avevo sette anni.
D: Da questi tuoi appassionati racconti trapela una molteplicità di interessi uniti dalla passione per la scrittura. Come è nata l’idea del libro?
R: Ho vissuto il lockdown completamente isolata ed ho pensato che fosse il momento giusto per misurarmi con la scrittura più articolata del racconto. Mi sono dedicata a questa sfida per circa due mesi come una sorta di terapia per superare le angosce di quel momento tanto particolare quanto affascinante dal punto di vista sociologico.
D: Un vero e proprio esempio di resilienza! C’è un autore in particolare a cui ti sei ispirata e, più in generale, quali sono i tuoi autori di riferimento?
R: Amo molto leggere e il mio autore preferito è Alessandro Baricco, ma non credo di essermi ispirata a nessuno in particolare, diciamo piuttosto che la grande letteratura sedimentata sicuramente è tornata in qualche modo nelle mie pagine. Come scrisse Pietro Citati su “Repubblica” per recensire “Seta” di Baricco, “nel mattino in cui scrisse ‘Seta’, Baricco immaginò che tutta la letteratura del mondo fosse scomparsa”. Senza voler essere presuntuosa, posso dire che una cosa del genere è successa anche a me, quando ho scritto “Amori in quarantena”.
D: Il tuo libro ci regala godibilissimi episodi di amori, appunto, vissuti in quella sorta di limbo psicologico che hanno costituito, per il Paese intero, i due mesi di quarantena vissuti fra marzo ed aprile.
R: Esattamente, infatti “Amori in Quarantena” non può essere definito un instant book, piuttosto un romanzo in racconti che approfondisce temi più universali, scavando nella psicologia dei personaggi ed analizzando un periodo inedito che abbiamo vissuto tutti noi, essendo ambientato in varie parti d’Italia proprio per sottolineare la comunanza di sentimenti che si era venuta a stabilire.
D: Nel tuo libro racconti sei storie diverse, tratteggiando tipologie umane e sociali molto differenti fra loro: c’è la storia d’amore che inaspettatamente prende vita proprio nel momento della chiusura totale, il tema della suocera che arriva a sconvolgere equilibri familiari consolidati, la relazione proibita con un prete, la coppia che scoppia, le difficoltà vissute dai fidanzati separati ed infine l’amante che decide di mettere fine alla storia clandestina con un uomo sposato.
R: Ho voluto raccontare tutte queste storie diverse fra loro mischiando realtà e finzione perché come dice Lalla Romano, tutto è vero e niente è vero in un libro e mi piaceva l’idea di presentare la realtà attraverso lo strumento della finzione letteraria unendo brani di vita vissuta, attualità, suggestioni.
D: “Amori in quarantena” ci porta a fare non solo un viaggio nei sentimenti e nella realtà sociologica ma anche in diverse città italiane, Torino, Roma, Trieste, la tua Sicilia.
R: Anche in questo caso ho voluto sottolineare come questa terribile esperienza, che in qualche modo ahimè continua anche oggi, seppur con modalità diverse ma in alcuni casi ugualmente restrittive, fosse una esperienza condivisa dall’intero paese, accomunato per due mesi come forse non mai nella sua storia. Non potevo non fare riferimento alla mia terra d’origine, accennando, per esempio, alla celebrazione dei riti della Settimana Santa, una tradizione suggestiva, gemellata tra l’altro con l’Andalusia.
Salutiamo Alice Avila facendole i migliori auguri per la sua carriera di scrittrice e anche per le prossime festività, suggerendo che, benchè Amori in quarantena sia ambientato nel periodo pasquale, ci possa tenere un’ ottima compagnia anche durante le feste natalizie, che vivremo per lo più isolati quasi fossimo tornati indietro nel tempo.