Guido Cozzolino un investigatore in cucina, nel libro di Bruno Di Ciaccio “Nient’altro che polvere”

Un testo originale, per stampe di AliRibelli Edizioni, scritto da un matematico, abile estensore di libri di cucina innamorato della letteratura in giallo. Il costante riferimento a piatti tipici della cucina napoletana si intrecciano alla prima indagine del cuoco Guido Cozzolino che porterà a straordinarie rivelazioni

Il mondo della narrativa  si arricchisce di un testo originale di un matematico, abile estensore di libri di cucina e anche fortemente innamorato della letteratura in giallo, Bruno Di Ciaccio, “Nient’altro che polvere” AliRibelli Edizioni, Gaeta2020 pg.193). Lo scrittore risulta fortemente versato  in ambito culinario, come è evidente dal costante riferimento a piatti tipici della cucina napoletana, descritti con encomiabile precisione e  coprotagonisti dell’intreccio del romanzo. Nasce quindi la prima indagine del cuoco Guido Cozzolino che porterà a straordinarie rivelazioni, facendo emergere un  torbido passato, pieno di intrighi e di misteri, che hanno coinvolto  la sua famiglia ed il paese di Casareale, dove ha sede il suo ristorante”La Terra Deliziosa”.

Il romanzo si legge con grande piacevolezza perché si sostiene su un intreccio ben coeso in cui i protagonisti s’incastrano con logicità e coerenza, calati in un ambiente vivace e ciarliero . Non mancano però gli approfondimenti psicologici, le introspezioni che mettono a nudo i personaggi, rilevandone le debolezze ma anche le peculiarità positive. C’è una continua ricerca di una dolorosa realtà nascosta che, nonostante gli sforzi del protagonista- investigatore dilettante, non riesce ad emergere del tutto. Guido è un uomo intelligente e buono, tratta i dipendenti con molta umanità, è molto comprensivo verso il prossimo ma è soprattutto generoso verso coloro che sono in difficoltà; rispetta le donne ed è aperto  ai giovani,  comprendone  le debolezze. Una vicenda dolorosa del suo passato, però, lo tormenta inesorabilmente ,la misteriosa scomparsa del fratello che  è sempre presente nei suoi pensieri e nella sua vita, quasi un sorta di ectoplasma. Il romanzo ha quindi due piani temporali, quello offuscato e tormentato del ricordo e quello nitido e affaccendato della realtà giornaliera. Il ristorante ha una buona clientela e gode di un ottima fama: Guido tratta bene tutti dipendenti ed avventori. Si tratta di un microcosmo plurivoco in cui si muovono macchiette e personaggi sfaccettati ed in cui passato e presente si fondono e si sovrappongono, stimolando il lettore alla ricerca della verità nascosta,celata in un passato misterioso ma riproposta nel presente tenebroso. Nel paese avvengono molteplici delitti di donne, accumunate da una peculiarità che le contraddistingue: una fluente coda di cavallo.  Altri fenomeni strani si verificano come, in particolare, la sparizione di un famoso cavallo da corsa . Un evento piacevole, invece,  andrà a movimentare questo mondo un po’ turbato, la sfida tra “La Terra Deliziosa” ed un nuovo ristorante rivale “Il Gallo Allegro”, sfida in cui è evidente l’abilità culinaria del nostro autore, originario di Gaeta. Un’altra peculiarità del romanzo è costituita dalla lunga serie di donne coprotagoniste della vicenda( Carla, la compagna di Guido; Marisa e Valeria, le cameriere;la madre di Guido; la signora Mirandola, personaggio di rilievo e l’enigmatica figlia Elisabetta e ancora le vittime, Ermelinda Santilli, Francesca Crepaldi ,Sabrina Quagliariello etc ) . Tra gli uomini spiccano, oltre al protagonista, molti altri personaggi di rilievo ( Francesco , il fratello morto misteriosamente, Marco Sorrentino caposala e amico di Guido ma ,soprattutto,  Samuele Ferrara, giovane e brillante commissario di polizia). L’ intreccio complesso tiene desta l’attenzione del lettore che si sente intensamente coinvolto nella vicenda e stimolato a risolvere l’enigma che lo intriga sempre di più.  Tutto ciò profumato dagli splendidi”roccocò”(ciambelle dolci a base di farina, mandorle, buccia d’arancia e un misto di spezie e zucchero) che consentiranno a Guido di vincere la sfida con “Il Gallo Allegro”.

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Bruno Di Ciaccio, nato a Gaeta nel 1950, docente di matematica in pensione,
appassionato di cucina e di storia delle tradizioni popolari.Ha
pubblicato: “La cucina di Gaeta “(2015);”La cucina al tempo dei
Borboni”(2017); “Quinto quarto e ingegno. La cucina della Roma papalina”(2018); “Pane,dolci e gelati nelle tradizioni di Gaeta”(2019).”Nient’altro che polvere” è il suo primo romanzo giallo.

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Immagine @pino Attanasio Fb Bruno Di Ciaccio – La cucina della Roma papalina.

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