1 aprile 2021 – Si tratta di un momento di fondamentale importanza per la città di Venezia – che celebra quest’anno i 1600 anni dalla sua fondazione – la cui stabilità è stata a lungo messa a repentaglio dal passaggio delle grandi navi da crociera vicino al centro storico. Il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto legge che ne sancisce lo stop, obbligandole ad approdare fuori dalla laguna. “Una decisione giusta e attesa da anni: il Consiglio dei ministri approva un decreto legge che stabilisce che l’approdo definitivo delle Grandi Navi a Venezia dovrà essere progettato e realizzato fuori dalla laguna, come chiesto dall’UNESCO”, ha commentato il ministro della cultura, Dario Franceschini al termine del Consiglio dei ministri. E ha aggiunto: “Chiunque in questi ultimi anni sia passato a Venezia, cittadino italiano o del mondo, è rimasto sconvolto dal vedere queste navi lunghe centinaia di metri, alte come condomìni, passare in luoghi così fragili come il Canale della Giudecca o davanti San Marco. Per questo è molto importante la decisione del Consiglio dei Ministri di progettare e realizzare l’approdo definitivo delle navi fuori dalla Laguna come ha chiesto l’Unesco da tempo all’Italia”.
VENEZIA E IL DANNO DELLE GRANDI NAVI
Quella delle grandi navi nel bacino di San Marco è stata per anni una presenza insostenibile, per l’impatto che simili colossi hanno sulle fragili fondamenta veneziane e sull’ambiente. Non sono isolati, inoltre, i casi di incidenti con le imbarcazioni locali, come quello del 2019 in cui è stata sfiorata la tragedia. Ma non è tutto. Le grandi compagnie di crociere hanno “scaricato” quotidianamente orde di turisti che invadevano la città lagunare facendo esperienza di una Venezia eccessivamente mordi e fuggi, una modalità inadeguata in rapporto alla ricchezza di un patrimonio storico e artistico unico che merita di essere vissuto e compreso con attenzione. Un sistema da alto indotto economico ma altrettanto dannoso, sul quale non si è potuto fare a meno di riflettere nel momento dello scoppio della pandemia, quando la città si è trovata improvvisamente deserta e quasi tutte le sue attività sono cadute in una profonda crisi (e molte di queste sono state costrette a chiudere). È quindi il momento, anche in virtù dell’approvazione di questo decreto legge, di ripensare a 360° a un nuovo “modello Venezia”, in grado di accogliere non più turisti voraci e frettolosi, ma visitatori più consapevoli della sua fragilità ed eterna bellezza. Mescolando il tutto con residenzialità (pure culturale e artistica), formazione, produzione artigianale e anche industriale. Insomma l’identità autentica di Venezia.
di Giulia Ronchi
fonte https://www.artribune.com
Giulia Ronchi è nata a Pesaro nel 1991. È laureata in Scienze dei Beni Culturali all’Università Cattolica di Milano e in Visual Cultures e Pratiche curatoriali presso l’Accademia di Brera. È stata tra i fondatori del gruppo curatoriale OUT44, organizzando mostre e workshop con artisti emergenti del panorama milanese. Ha curato il progetto Dissuasori Mobili, presso il festival di video arte “XXXFuoriFestival” di Pesaro. Ha collaborato con le riviste Exibart e Artslife, recensendo mostre e intervistando personalità di spicco dell’arte. Ha collaborato con le testate femminili Elle, Elle Decor, Marie Claire e il maschile Esquire scrivendo di arte, cultura, lifestyle, femminismo e storie di donne.