Alessandria – Mercoledì 5 maggio ricorre il bicentenario della scomparsa di Napoleone Bonaparte e la città di Alessandria si prepara alla ricorrenza attraverso eventi che ripercorrono la storia, l’arte, percorsi turistici napoleonici.
Il legame della città di Alessandria con Napoleone è indiscutibile. Molte sono le città italiane segnate dal passaggio, fisico o spirituale di Bonaparte, Imperatore dei francesi e “Re d’Italia”, ma Alessandria e la battaglia vittoriosa di Marengo del 14 giugno del 1800, crearono il mito e resero leggendario il condottiero più famoso della Storia.
E’ questo che distingue Alessandria dalle altre città italiane e straniere: Alessandria ha Marengo e Marengo vuol dire la Vittoria fortunata che lo consacrò Imperatore. Una battaglia iniziata sotto i peggiori auspici e che in poche ore cambiò la storia del mondo, non solamente quelle della Francia o dell’Italia – per la grande histoire – fu la battaglia che aprì la strada che condusse all’Impero e cambiò il destino delle nazioni.
In quegli anni si razionalizzò l’assetto della città e si formarono architetti e ingegneri che trasformarono Alessandria dandole l’aspetto che ha ancora oggi. Napoleone rimase sempre legato al ricordo di Marengo immortalata nel suo immaginario personale per tutta la sua vita. Quando andrà in esilio porterà con sé il mantello che indossava quel 14 giugno e fu quello il manto che lo avvolse quando morì. Il ricordo assoluto fino a quando esalò il suo ultimo respiro fu Marengo, parlava di Marengo in continuazione, battezzò col nome “Marengo” il suo cavallo preferito, l’arabo grigio eternato nei quadri.
Marengo è Alessandria, forse l’unica vera ricchezza di questa città aperta al futuro e Alessandria è Marengo, sempre sul limite della sconfitta, ma viva e tenace. E per molti Marengo fu e rimane la Capitale naturale dell’Italia Napoleonica, tanto che un sognatore dell’epoca qui voleva costruire la Città Ideale dell’Impero.
Il Comune di Alessandria, inoltre celebra ogni anno l’evento storico con una spettacolare rievocazione della battaglia, aperta al pubblico. Quest’anno l’evento avrà luogo il 14 giugno, che coincide con i 220 anni dalla battaglia, con oltre 100 rievocatori provenienti da diversi Paesi europei, che indosseranno le uniformi dell’epoca, muniti di fucili e pistole, oltre ai maestosi cavalli con tanto di cavalieri che sfileranno negli ampi luoghi aperti di battaglia.
Cosa vedere oggi nei luoghi della battaglia preferita di Napoleone
Il Marengo Museum presso la Villa napoleonica Delavo dove è possibile rivivere le suggestioni della celebre battaglia, con l’esposizione di opere d’arte, oggetti d’epoca, libri, documenti, armi, mappe uniformi, materiali multimediali e molto altro. Suggestivo e scenografico è l’ingresso al museo, costituito dalla “Piramide”. Nel 1805 Napoleone tornò ad Alessandria per celebrare la battaglia davanti al mondo. Il giorno prescelto è, incredibilmente, il 5 maggio e si presentò davanti ad una folla di dignitari e generali con la stessa uniforme che indossava quel fatidico giorno del 14 giugno. Napoleone volle che nella piana di Marengo fosse eretta una grande piramide che, insieme al sacrificio del generale Desaix e dei suoi uomini, ricordasse eternamente la sua gloriosa vittoria: “Che si salga di pietra in pietra, come su quella d’Egitto”. La sua costruzione iniziò subito ed erano in dirittura di arrivo, ma tornarono gli austriaci e la distrussero . Il Comune di Alessandria costruì una nuova Piramide in ghisa nel 2009, che divenne il simbolo del Museo e della Alessandria Napoleonica.
Oggetti originali esposti: il calamaio usato per firmare la resa austriaca dopo la battaglia di Marengo, la lettera con cui Berthier annuncia la vittoria di Marengo a Josephine; fra i materiali esposti importanti depositi provenienti da istituzioni culturali francesi, come il Musée de l’Armée di Parigi e donazioni di collezionisti locali, a partire dalla Società Napoleonica di Marengo. Di particolare interesse i venti quadri di Keith Rocco e Christa Hook, historic painters di grande fama; le stampe di Bagetti, armi provenienti dal campo di battaglia. Le uniformi originali, fucili, pistole, cannoni, i diorami realizzati ad hoc, i filmati, le musiche, i percorsi per i bambini, il parco e l’ossario della battaglia e nel cortile d’onore Villa Delavo, la statua di Napoleone Primo Console.
per info www.marengomuseum.it
Villa Delavo, costruita nel 1847 per ricordare la vittoria di Napoleone e di proprietà della Provincia, è stata completamente ristrutturata e restaurata, riportando alla luce pregevoli dipinti e affreschi. Nel cortile di Villa Delavo è esposto il busto commemorativo del generale Louis Charles Desaix (costruito da Giovanni Antonio Telavo). La villa presenta molte decorazioni prospettiche esterne del Gabetta, e decorazioni interne di Paolo Maggi. Francesco Mensi vi realizzò il grande dipinto de l’Apoteosi di Napoleone, di cui oggi è visibile il disegno preparatorio. Nel parco è presente anche la cappella/ossario che il Delavo fece erigere per riunirvi i resti dei caduti, in prossimità del busto di Desaix.
Il ponte sul Bormida, riedificato in periodo napoleonico sopra il Ponte romanico costruito dai monaci benedettini nel XiV secolo. Qui vi passò l’esercito austriaco, prossimo allo scontro contro quello francese. Alla testa di ponte sorge il platano gigantesco che la tradizione vuole sia stato piantato nel 1800 da Napoleone per onorare i circa 2.000 soldati morti il giorno della battaglia e i 10.000 feriti di entrambi gli schieramenti. Esso ha oltre 200 anni è alto circa 40 metri; le sue fronde coprono un’area di circa 400 m² quando è primavera/estate. L’albero è di proprietà del Comune di Alessandria e protetto dalla Sopraintendenza locale.
Palazzo Ghilini la residenza preferita di Napoleone, è un edificio in stile barocco piemontese uno dei più monumentali del suo centro storico. Deve il proprio nome al suo committente, il marchese Tommaso Ottaviano Antonio Ghilini che lo fece edificare nel XVIII secolo. Il 14 maggio 1859 Napoleone giunge a palazzo Reale (Ghilini), dove qualche giorno prima il generale Canrobert aveva preso alloggio con lo Stato maggiore.
La Cittadella di Alessandria costituisce uno dei più grandiosi monumenti europei nell’àmbito della fortificazione permanente del XVIII secolo, uno dei pochi ancora esistenti e sicuramente uno dei meglio conservati in Europa. È l’unica fortezza di pianura costruita dai Savoia nel XVIII secolo ed è l’unica fortezza europea ancora oggi inserita nel suo contesto ambientale originario. Napoleone Bonaparte, dopo i trionfi della battaglia di Marengo e l’ascesa al trono imperiale di Francia, decise di ampliare e restaurare la fortezza e di circondare la città con nuove difese e otto nuove fortificazioni allo scopo di realizzare una grande base logistica destinata a supportare le operazioni dell’esercito francese schierato nel Nord Italia, lo sviluppo urbano era previsto nell’abitato di Marengo. Durante l’occupazione francese la posizione e l’efficacia delle moderne fortificazioni ha fatto della Cittadella una delle fortezze più spettacolari dell’impero e il più ricco arsenale di tutta Europa. La costruzione e lo stato di conservazione degli edifici napoleonici sono unici. Napoleone voleva fare della Cittadella la “porta orientale” della Francia.
Altri percorsi napoleonici: Novi Ligure dove si combatté la battaglia napoleonica del 1799, Torre Garofoli, comando di Napoleone Bonaparte il 14 giugno 1800, il Castello di Piovera, Monte Castello da cui si vede la piana di Marengo, rappresentato nelle stampe dell’epoca, Castellazzo Bormida, la Strada rossa, cosiddetta per il sangue versato dalle opposte cavallerie il 14 giugno 1800.
In Alessandria: il Museo civico, situato presso un’ala delPalazzo Cuttica di Cassine, ha le sale napoleoniche, la poltrona di Maria Luigia imperatrice, i corali di Pio V, i reperti archeologici, le ricche raccolte di quadri, stampe, fotografie. Le sale d’arte con la raccolta di Giovanni Migliara e gli affreschi del ciclo arturiano.
Nell’enogastronomia: il Pollo alla Marengo, la Polenta di Marengo (marchio di eccellenza De.Co.), i salamini di cavallo e mulo, i rabatòn primo piatto vegetariano tipico della tradizione culinaria alessandrina. I vini del Monferrato, delle colline tortonesi e del Gavi.