UN PIATTO PERFETTO CONDITO DA UNA SUBLIME IRONIA. TEORIA E PRATICA DI PANE E POMODORO DI LEOPOLDO POMÈS

Anche il minimo dettaglio è importante nel pasto. L’appetito, la compagnia, le materie prime, la cura di tutta la realizzazione, l’allegria e il piacere”.  Leopoldo Pomés

L’autore,  Leopoldo Pomès scrittore e fotografo, nonché celebre pubblicitario catalano scomparso nel 2019 -pubblica a  la prima versione di “Teoria e Pratica di pane e pomodoro” nel 1985.  L’edizione  italiana  esce nell’anno in cui lo scrittore avrebbe compiuto 90 anni.   Ad impreziosire  il testo gli schizzi originali dell’autore  e un piccolo dono: una  ricetta speciale di Nicola Santini.

Non a caso  il cibo più semplice e genuino sa donare anche ai palati più raffinati una grande felicità:  come non celebrare  il sapore perfetto, “rotondo”,  armonioso, universale del pane e pomodoro? Piatto povero, nato sulle tavole dei contadini, eppure  in grado di suscitare, gioia, amore, consolazione, appagamento anche sulle tavole più raffinate.  Il pane e pomodoro con il suo colore energizzante, la croccantezza del pane, la doratura dell’olio e  la leggera impanatura del sale, crea un insieme unico  che stimola la salivazione e  le endorfine,  ha il vantaggio di essere facile da preparare e   alla  portata di  tutti e di qualsiasi tasca,  a patto che il piatto venga rispettato nella sua  essenziale perfezione.  In  “Teoria e Pratica di Pane e pomodoro,  di Leopoldo Pomés edito da Roberto Russo di Graphe. it l’autore  presenta  un  “gustoso”   trattato  sulla materia,   non proprio un libro di cucina ma un vero elogio al pane e pomodoro, piatto tradizionale  della Catalogna.  Il pane e pomodoro ha il grande potere di rompere i silenzi,  indurre ad una buona disposizione della mente e accendere una conversazione informale, fatta di ricordi, gioie emozioni.  Adatto ad ogni momento del giorno, a colazione, o  alle tre del mattino, sotto l’ombrellone o davanti al caminetto,  è un piatto “vecchio quanto il mondo”  fatto di pochi  ingredienti . Non per questo va banalizzato,   al contrario va “costruito” pezzo per pezzo con scrupolosa devozione, al fine di preparare  una ricetta “ortodossa” che sappia rievocare-come la famosa  madeleine di Marcel Proust-  la gioia di gustare il sapore e la fragranza di un passato felice, fatto di  affetto familiare, di piccoli gesti, di infinita attenzione, come quella di una madre  che prepara la “suprema merenda” al suo bambino.  Il pane  e pomodoro ha questo magico  potere e va rispettato, esaltato celebrato e divulgato con estrema cura, per  promuoverne lo sviluppo universale e sensibilizzre anche i più distratti al mix  straordinario di un piatto perfetto. Nella prefazione  la figlia Juliet  ricorda le colazioni in compagnia del padre, grande specialista dell’arte di preparare  il piatto . Attraverso il racconto di quei momenti Juliet spiega  le “tre ragioni fondamentali dell’esistenza di questo libro, vale a dire: l’indiscutibile devozione di mio padre verso il pane e pomodoro, la sua ricerca dell’eccellenza, finanche nelle cose più piccole, e la sua necessità di comunicare e condividere le proprie esperienze piacevoli”. Il  libro  è molto di più di un saggio: tra le sue pagine assaporiamo la  storia, il profumo e l’orgoglio della cucina catalana e delle sue tradizioni,  ma anche il rammarico  affettuoso dell’autore nel constatare che per eccessiva  timidezza i catalani  non riescono a  rendere appealing  le loro tradizioni culinarie tanto da riuscire ad esportarle nel mondo.  Attraverso le pagine di Pomés conosciamo le case e le  abitudini delle famiglie mediterranee,  scopriamo  il  rituale affascinante della preparazione del pane, del pomodoro, dell’ambiente e dello stato d’animo – sereno-  di cui necessita una preparazione  perfetta.    E soprattutto  ne gustiamo la  portentosa ironia, l’ingrediente più saporito  del libro.

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