Un solletico emotivo alla memoria con gli omaggi all’arte di
Carla Gravina ed Ettore Scola
Lo sprono delle giovani leve Costantini e Gatta per i nuovi allievi del ValigiaLab ad attivare le “debolezze” per riuscire al meglio come interpreti
Questo il sunto delle prime due giornate della diciottesima “Valigia dell’Attore”
In un clima di celebrazioni e ricorrenze è partita la diciottesima edizione de “La valigia dell’attore” che, da mercoledi scorso e fino al primo agosto, è in corso sull’isola di La Maddalena. A festeggiare la maggior età del festival dedicato al lavoro interpretativo sull’attore, in memoria di Gian Maria Volonté, un doppio anniversario: l’ottantesimo di Carla Gravina, compagna di Volonté e madre di Giovanna, direttrice artistica della manifestazione (insieme a Fabio Canu), e il novantesimo del compianto Ettore Scola, che ha visto salire sul palco della Fortezza I colmi la figlia Silvia a ricordare anche il legame umano e professionale che univa le due famiglie. La proiezione di brani de “La locandiera” televisiva per la regia di Giancarlo Cobelli e la versione integrale e restaurata de “La terrazza” sono state testimonianze dello spessore interpretativo e dell’eclettismo attoriale della Gravina, non presente ma grata per questo ricordo maddalenino: un’artista che per scelta ha abbandonato le scene anni fa ma che continua a lasciare un indelebile segno nel mondo teatrale e cinematografico del panorama italiano di fine secolo scorso. Protagonisti di ogni sera sul palco il regista, interprete, scrittore, inviato giornalistico e ora conduttore Pif, alla sua prima esperienza di presentatore, e Fabio Ferzetti, critico cinematografico e curatore degli incontri mattutini insieme a Fabrizio Deriu. Pif ha ricordato la illuminante e significativa esperienza con Scola nell’ambito del documentario a lui dedicato: “Ridendo e scherzando” realizzato insieme a Paola e Silvia Scola.
La seconda serata, all’insegna delle nuove generazioni, ha introdotto le nuove leve prescelte per l’edizione 2021 del ValigiaLab, che avrà luogo dal 2 al 9 agosto all’isola di Caprera con una tutor di eccezione, Isabella Ragonese. Tra i giovani sul palco della Fortezza il 29 luglio anche il regista maddalenino Alessandro Codina, artefice del corto horror ambientalista “Souvenir”, nel quale il breve racconto per immagini condito di Zombie si mescola ad un messaggio fortemente significativo: basta ai furti della sabbia-ricordo sulle spiagge della Sardegna! A conclusione della serata, il produttore Maurizio Paganelli, ispiratore della storia del film “Est” tratto dal suo libro autobiografico “Addio Ceausescu” e freschissimo vincitore per la miglior sceneggiatura al premio Sergio Amidei di Gorizia, ha introdotto la pellicola insieme a due dei tre attori protagonisti, i giovani Jacopo Costantini e Matteo Gatta, vincitori del Premio Biraghi ai Nastri d’Argento 2021. Attori entrambi di estrazione teatrale e affiatatissimi sul set e fuori, i due sono stati i mattatori anche della prima giornata degli incontri della “Valigia” negli spazi interni de “I colmi”, registrando il pienone di pubblico, risate ed applausi scroscianti nei racconti delle proprie avventure condite di aneddoti durante le riprese del film, tra Cesena, Ungheria e Romania, a contatto con situazioni ed interpreti internazionali con cui si è stabilito un immediato affiatamento. “Pochi giovani conoscono la storia degli anni della guerra fredda – ha ricordato poi il produttore – e soprattutto in quel periodo segnato da dittature e divisioni geopolitiche, poco prima della caduta del muro di Berlino: questo film è un modo per descrivere quell’epoca con gli occhi dei giovani di allora e con un linguaggio affine a quelli d’oggi, inserito in un genere “road movie” che rappresenta un modo “altro” di rappresentare un dramma, quello della dittatura Ceausescu e dei Paesi privati della libertà, con il sogno nel cassetto di un pezzo di cioccolata o un pacchetto di caffè”. “Est”, che al momento ha già conquistato 11 premi Internazionali ai festival di cinema indipendenti, ha già trovato una distribuzione mondiale della pellicola che lo vedrà però circuitare per esigenze pubblicitarie, con un altro titolo: “Adventure’s Italian Style”. Si tratta di una storia, a partire dal romanzo da cui è tratta, piaciuta già a molti ex “Paesi dell’Est” soprattutto per lo sguardo di giovani occidentali sulla figura di Ceausescu e sul pesante clima politico e livello medio di vita dei cittadini negli anni prima della rivoluzione.
A conclusione dell’incontro, cui erano presenti anche i ragazzi del ValigiaLab, una profonda riflessione sulle “debolezze” tema cardine del laboratorio di quest’anno: a rispondere alle domande degli allievi sono stati proprio i loro coetanei, Gatta e Costantini, che hanno evidenziato come il senso di un lavoro interpretativo sia proprio la messa a nudo delle proprie debolezze e di come lo scavo interiore dell’attore su se stesso nella ricerca e successiva esposizione delle proprie fragilità sia proprio l’obiettivo a cui tendere per comunicare emotivamente con lo spettatore in modo diretto e profondo.