L’AQUILA – Ancora vive le emozioni e i positivi riscontri per la suggestione che le due serate del 31 luglio e 1° agosto in Omaggio a Mario Daniele hanno procurato al pubblico intervenuto e tra le comunità di Castelnuovo, San Pio delle Camere, Caporciano, Bominaco, Barisciano, Prata d’Ansidonia, Tussio, Civitaretenga e Navelli. D’altronde l’eco degli eventi in programma si era diffusa su tutto l’altopiano e la notizia aveva riempito intere pagine di giornali anche all’estero. Due pomeriggi di sole, con i loro luminosi tramonti, hanno indorato la facciata e il chiostro della splendida Chiesa di Santa Maria dei Centurelli, a Caporciano, che è stato contesto assai appropriato per rendere onore a Mario Daniele, l’imprenditore di Castelnuovo emigrato nel 1967 in Canada poi negli Stati Uniti, le cui opere in campo economico, sociale e filantropico sono state raccontate nel libro “Mario Daniele, il sogno americano”, quasi un romanzo, curato dal giornalista scrittore Goffredo Palmerini per le Edizioni One Group.
Non casuale la scelta di Santa Maria dei Centurelli. Questo luogo, che per secoli era stato stazione di posta delle greggi e dei pastori che lungo in tratturo magno andavano in transumanza verso il Tavoliere pugliese, a cavallo dei secoli Ottocento e Novecento aveva visto partire dai
borghi dell’altopiano migliaia di emigranti diretti nei paesi d’oltreoceano. Poi, nel secondo dopoguerra, oltre alle consuete mete delle Americhe, verso l’Australia e i paesi dell’Europa, in forte sviluppo industriale, soprattutto verso Svizzera, Francia, Belgio, Germania e Gran Bretagna. In quegli anni difficili la bella chiesa di Santa Maria dei Centurelli era anche diventata luogo spirituale propiziatorio alle partenze per le terre d’emigrazione. Per questo motivo vi è posto un monumento all’emigrante, sul lato destro prospiciente la chiesa, dove s’erge la statua di bronzo realizzata dall’artista Augusto Pelliccione, una via di mezzo tra il pastore transumante e appunto l’emigrante.
L’occasione per le due serate di eventi, trasmesse in diretta da Manuweb tv e intitolate “Una storia da raccontare” (https://www.youtube.com/watch?v=UYvIFt7oTiA&t=59s), l’ha data lo stesso protagonista Mario Daniele che, dopo gli impedimenti della pandemia, è potuto tornare con la moglie Flora a Castelnuovo da Rochester, la città dello Stato di New York dove vive e dove per oltre quindici anni è stato Vice Console onorario d’Italia. Sabato 31 luglio, alle 18, ha aperto le porte la Chiesa del Centurelli, messa cortesemente a disposizione dal Movimento Celestiniano, che l’ha in gestione e in cura per tenervi celebrazioni religiose ed eventi culturali. Bella la chiesa, con la sua frescura e con l’incanto delle meravigliose opere in ceramica che l’arredano, realizzate dall’artista Nino Di Simone, maestro ceramista e scultore di Castelli, conosciuto in tutto il mondo per la sua arte. Incantano l’Ultima Cena davanti l’altare maggiore, opera in ceramica color bronzo, poi gli splendidi San Pietro Celestino nell’altare di sinistra e il grande Cristo in croce in quello di destra, infine le 14 sculture in ceramica con le stazioni della Via Crucis.
E’ stato appunto l’ospite Padre Quirino Salomone, motore ed anima del Movimento Celestiniano, ad aprire la serata con il suo toccante saluto che ha fatto richiamo all’emigrazione – egli stesso con genitori che hanno vissuto all’estero – ai sentimenti delle partenze e dei ritorni degli emigrati, non senza l’attualizzazione delle nuove migrazioni di questo secolo fuggendo dalle guerre, dalla fame, dalle carestie, dalle dittature, in cerca di pace e di futuro in Europa e Nord America. Verso questi migranti, memori delle nostre storie d’emigrazione, il suo appello alla cultura dell’accoglienza alla luce del Vangelo e all’attitudine cristiana di dare il “benvenuto”. La storia di Mario Daniele è esemplare, per quel che ha significato l’emigrazione italiana con i suoi dolori e i suoi successi, facendoci nel mondo pian piano conoscere, apprezzare per il nostro talento e stimare per il nostro valore umano e sociale. Padre Quirino ha voluto infine dedicare a Mario e Flora la Preghiera dell’Emigrante da lui stesso a suo tempo composta ed approvata dall’Arcivescovo dell’Aquila, Mons. Giuseppe Molinari.
Signore Dio, Padre di tutti gli uomini, ti rendiamo grazie per aver tracciato il cammino ad ogni nostro andare. Siamo quella discendenza di Abramo che guidi ad inaugurare i tempi nuovi dell’incontro, dell’amicizia e della solidarietà tra tutti i tuoi figli nella casa comune di questo nostro pianeta. Sollecitati dalla necessità e dal desiderio di migliore vita per noie per i nostri cari, abbiamo consegnato nelle tue mani, Padre buono, l’incertezza di una sorte, la trepidazione di una partenza e il sacrificio lacerante di un distacco. Ha trionfato la tua Provvidenza nei tuoi disegni di amore. Cristo Signore, per l’identico sapore del tuo esilio, consola chi fugge e rassicura chi accoglie. Forti della tua parola e nel tuo Nome, noi speriamo di aver dato buon esempio per quanto abbiamo rispettato, collaborato e per quanto ci siamo fatti amare. Spirito di sapienza, insegna a tutti gli uomini che il migrare delle creature umane, così come i pesci del mare e gli uccelli del cielo, è il segno di come vuoi rinnovare la faccia della terra. E tu, dolce nostra Mamma celeste, grazie per averci accompagnato in tutte le strade del mondo, tra gente sconosciuta, altra lingua, altri orizzonti, altri cieli. Hai asciugato tante nostre lacrime segrete. Hai riempito le nostre solitudini con il profumo della tua presenza. Da te, Mamma nostra cara, abbiamo imparato quello che Dio ama: l’umiltà e il servizio. AMEN.
Profondo e denso di empatia l’intervento di Padre Quirino, che ha infine commosso fino alle lacrime Mario e Flora, seduti in prima fila al centro dell’aula della grande chiesa. Presenti alla manifestazione i sindaci di Caporciano, Ivo Cassiani, e di Barisciano, Fabrizio D’Alessandro, vivamente partecipi.
Dopo gli interventi di saluto il complesso cameristico Deltensemble – Fabrizio Casu (violino e viola), Mircea Popescu (violino), Edoardo Casu (flauto), Gianfranco Totani (sax soprano e contralto), Carmine Colangeli (pianoforte), e Micaela Mercuri (mezzosoprano) – ha dato inizio al recital concerto “Una storia da raccontare”, dove la vita di Mario, egregiamente sunteggiata in un bel testo da Gianfranco Totani, è stata narrata dalle voci di Chiara Merlini e dello stesso Totani, tra gli intermezzi musicali eseguiti con brani originali, quali Un grande cuore d’acqua (Gianfranco Totani), Dreamsong (Fabrizio Casu), Invenzioni (Andrei Popescu), Ana Maria (Edoardo Casu), e brani famosi come Memory (A.L. Webber), Duetto per violini n.1 (C. De Beriot), My Way (j. Revaux, C.Francois, G.Thibaut), dall’intermezzo dalla Cavalleria Rusticana (P. Mascagni) e infine dalla canzone popolare aquilana Massera (G. Cavalli, A. Ettorre) e dalla celeberrima ‘O sole mio (E. Di Capua). Un’esecuzione perfetta e intensa, accolta da un grande applauso del pubblico, in standing ovation.
Domenica 1° agosto il secondo evento (https://www.youtube.com/watch?v=QZ0WlrQg1Ts&t=6s) anche questo trasmesso in diretta. Schierati nel transetto della Chiesa dei Centurelli i cantori del Coro della Portella, gruppo corale tra i più affermati ed amati in Italia, sia per la bravura che per il ricco repertorio di canti alpini, di montagna e della migliore tradizione del canto popolare di ogni regione d’Italia, in primis l’Abruzzo, ivi compresi antichi canti riscoperti dal Coro con attenta opera di ricerca ed armonizzati da grandi musicisti, tra questi il compianto Teo Usuelli.
Il Coro, nato nel 1982 a Paganica per iniziativa dell’architetto Vincenzo Vivio, docente di storia dell’arte e musicista autodidatta che lo dirige dalla fondazione, è assai noto in tutta Italia e grazie alle numerose tournée conosciuto in Europa e Nord America, oltre alle numerose presenze in Rai e altre reti nazionali. Vivio aveva già fondato, da allievo ufficiale, il Coro della Scuola Alpina di Aosta. Venuto in servizio nel capoluogo d’Abruzzo aveva anche costituito il Coro del Battaglione Alpini L’Aquila. C’è una particolarità che caratterizza il Coro della Portella. Lo straordinario feeling di simpatia che il Coro riesce sempre a stabilire con il pubblico: questa la cifra del suo successo. Come capitò nel 2001 in una memorabile tournée in Canada e Stati Uniti – alla quale chi scrive partecipò in rappresentanza della Municipalità aquilana -, che toccò le città di Hamilton, St. Catharines, Welland, Buffalo, Toronto, Ottawa, organizzata dalla Federazione Abruzzese di Hamilton e dal Centro Abruzzese Canadese di Ottawa.
Grande attenzione ha mostrato Mario Daniele verso una possibile tournée del Coro in Nord America, disponibile ad organizzare una tappa a Rochester. Con tre canti d’ingresso il Coro diretto dal Maestro Vivio ha emozionato il pubblico e preparato l’attenzione per la presentazione, in prima assoluta, del volume “Mario Daniele, il sogno americano”, edito da One Group che presto sarà pubblicato anche in inglese negli Stati Uniti. Relatori la prof. Liliana Biondi, già docente di Critica letteraria all’Università dell’Aquila, personalità di spicco nel mondo letterario abruzzese e non solo, punto di riferimento scientifico nelle giurie dei Premi internazionali “Ignazio Silone” e “Laudomia Bonanni”. Al di là delle annotazioni sulla qualità della scrittura, che pure ha sottolineato per la sua ricchezza e affascinazione, la prof. Biondi ha colto della vita di Mario, così puntualmente narrata, tutti gli aspetti riferiti ai sentimenti, ai valori autentici della nostra gente che egli ha così ben esaltato nella sua esperienza all’estero, infine al costante richiamo alle proprie radici culturali. Aspetti richiamati da Francesca Pompa, presidente One Group, che ha sottolineato come l’autobiografia di Mario, attraverso la feconda penna del curatore, abbia ben coniugato i tre requisiti del successo: il sapere, il saper fare, e soprattutto il saper essere. E Mario è stato sempre se stesso, con la sua modestia, il talento imprenditoriale, la capacità di guidare l’impresa e motivando i propri collaboratori. Chi scrive, che in due anni ha curato la redazione dell’opera attraverso appunti, messaggi e telefonate di Mario Daniele, reso tutto più complicato dalla pandemia, ha evitato di entrare nel merito del libro, riferendo invece come Mario abbia fatto ricorso a Goffredo Palmerini per la scrittura delle sue memorie. Chi scrive ha poi concluso l’intervento leggendo il messaggio che gli ha fatto pervenire l’on. Francesca La Marca, deputata in questa Legislatura e nella precedente nel Parlamento italiano, eletta nella Circoscrizione Centro-Nord America, lei docente universitaria a Toronto e figlia di emigrati, padre siciliano e madre pugliese.
Caro Goffredo,
Ti ringrazio per il cortese invito alla presentazione del libro che narra la storia di vita del nostro caro e comune amico Mario Daniele. Mi dispiace molto di non potere essere con Voi e, soprattutto, di non potere riabbracciare Mario, una persona che, sia detto senza enfasi, considero eccezionale per quello che ha fatto con il suo lavoro e con la sua intelligenza imprenditoriale, per i servizi che ha reso alla comunità italiana di Rochester, prima e dopo il suo incarico di console onorario, per la sua disponibilità verso chiunque abbia avuto bisogno di un aiuto e di un incoraggiamento. Insomma, un grande esempio di successo e, nello stesso tempo, di umanità e di impegno etico e civile. Avrei voluto anche riabbracciare la moglie Flora, rispecchiarmi ancora una volta in questa bella famiglia che alimenta simpatia, ottimismo e dialogo umano. Da quando ho avuto l’onore di rappresentare la comunità italiana in Nord America nella più alta istituzione della Repubblica italiana – il Parlamento –, ho girato molto per conoscerla meglio e raccoglierne problemi e suggerimenti. Ebbene, posso dire con sincera convinzione che Mario Daniele è una delle espressioni più belle e genuine della nostra comunità negli Stati Uniti perché ha saputo dimostrare, con la tenacia degli Abruzzesi “forti e gentili”, che gli italiani possono diventare importanti costruttori di ricchezza e di successi, possono servire con umiltà e dedizione i loro connazionali e aiutarli ad integrarsi, sono capaci di allungare una mano per aiutare i più deboli a rialzarsi, senza rinchiudersi nelle loro fortune. Con questa convinzione, invio a tutti il mio saluto più affettuoso e a Mario il mio abbraccio di amicizia e di stima, ringraziandolo per l’esempio che ha saputo dare a vantaggio dell’immagine dell’Italia e degli Italiani.
Francesca La Marca
Roma, 29 luglio 2021
Chiamato ad intervenire, Mario Daniele ha ringraziato per questo intenso messaggio l’on. Francesca La Marca, segnalandone il qualificato e assiduo impegno parlamentare e soprattutto la grande stima che per lei egli nutre. Ha quindi ringraziato i sindaci, gli ospiti, tutto il pubblico intervenuto, i musicisti del Deltensemble per il commovente recital concerto sulla sua vita, gli editori Francesca Pompa e Duilio Chilante, Liliana Biondi, il curatore del libro senza il quale mai si sarebbe potuto realizzare il suo desiderio, il Movimento Celestiniano, il Coro della Portella e il suo valente direttore. Il Coro ha quindi ripreso il suo posto davanti all’altare maggiore per eseguire la seconda parte del concerto e concludere in bellezza la serata. Come in effetti è stato, con il mix di canti tradizionali di alcune regioni italiane, poi la commovente esecuzione del Signore delle cime, brano di eccezionale intensità scritto nel 1958 da Bepi De Marzi per la morte di un suo amico e diventato in pochi anni universale, se si considera che è tradotto in molte lingue e cantato in tutto il mondo, quindi due brani abruzzesi (J’Abruzzu e Vola vola). Il concerto si è infine concluso con un brano dedicato dal direttore Enzo Vivio proprio a Mario e Flora. Parla infatti di un emigrato che, dopo aver lavorato tanti anni in miniera, era tornato nel paesello natale a vivere in serenità la vecchiaia, ammirando la bellezza della natura e della sua Valle (Benia calastoria, Bepi de Marzi). Applausi calorosi. Il pubblico in piedi ha salutato così il Coro, che riesce sempre ad emozionare.
E’ stato per Mario, passate le otto di sera, anche il momento del firma copie del libro, i proventi della cui vendita andranno per opere sociali a Castelnuovo, mentre all’esterno lateralmente alla chiesa era imbastito un punto ristoro con buffet servito, per fare un brindisi in onore di Mario e Flora. Mentre volavano i tappi di prosecco e a crocchi in amicizia e simpatia si conversava, il Coro della Portella riprendeva a cantare in libertà i canti più festosi e scherzosi della tradizione corale italiana. Si concludevano dunque questi due giorni nello spirito più sincero di rendere omaggio ad un aquilano, Mario Daniele, che ha saputo costruire con tenacia e determinazione la sua fortuna imprenditoriale, associando l’impegno in campo economico a quello sociale e filantropico, inoltre prestando per lunghi anni un ineccepibile servizio alla comunità italiana come Vice Console onorario nella vasta giurisdizione consolare di Rochester.