Dublino, 13 settembre 2021 – Come annunciato nel primo incontro con il professor Enzo Farinella studioso di fenomeni culturali etici e cristiani, il principio della inviolabilità della vita rimane il topic di questo nuovo approfondimento, per il quale desideriamo partire da una pagina stupenda contro il suicidio racchiusa in ‘’ Fondazione della metafisica dei costumi’’ un’opera di Immanuel Kant edita nel 1785.
Il grande filosofo e massimo esponente dell’illuminismo tedesco che seppur nelle tre ‘Critiche …’’ abbia messo al centro del suo lavoro ispiratore della concezione illuministica, la ragione, essenza della filosofia Kantiana, non esita ad analizzare l’idea di sacralità della vita affermando al contempo quella di intangibilità prescindendo dal necessario ricorso a Dio o alla religione. Ma prescindere da Dio nel dimostrare la sacralità della vita, non significava per Kant affermare che Dio non esista.
Il principio di intangibilità della vita e dunque della sua sacralità, prescinde dall’appartenenza o meno a qualunque confessione religiosa e dalla fede in Dio. La inviolabilità della vita riflette un principio assoluto e sacro.
Da questo fondamentale presupposto, il valore del rispetto per la persona nella sua sacralità inviolabile, appare ancora più profondo secondo il messaggio cristiano, che è stato e continua ad essere fulcro culturale e spirituale del nostro mondo, “marchingegno essenziale” di civiltà.
Attraverso l’interpretazione autentica della cultura cristiana e in particolare quella cattolica, la società di oggi può rimediare ai propri errori sviluppando valori legati alla difesa e alla promozione della persona umana, attraverso azioni eticamente sostenibili sul piano della equità sociale, della tutela dei diritti fondamentali, della sacralità e intangibilità della vita?
Enzo Farinella: ‘’Il Cristianesimo, nel suo senso globale, è stato la roccia fondante della nostra civiltà per oltre 2,000 anni. “Riflettete sulla roccia che vi ha plasmati”, ammonì il Profeta Isaia. Tale eredità è un elemento qualificante in particolare nella storia dell’Europa.
La fede cristiana ha dato forma alla cultura continentale, divenendo parte integrante della nostra storia.
Dalla suprema sacralità e dignità dell’uomo, da queste radici son fioriti i valori della persona e della comunità, itineranti verso un destino luminoso. Esse hanno dato un significato profondo a quelli fondamentali di uguaglianza fra tutti gli esseri umani, di fratellanza, libertà, giustizia, compartecipazione, solidarietà e pace.
La speranza, quindi, di costruire una migliore Europa e un mondo più giusto e più degno dell’uomo, non può ignorare la consapevolezza di quanto il Cristianesimo ha portato al mondo e cioè, la consapevolezza di essere uomini e donne e non animali che si uccidono l’un l’altro.
Il viaggio dell’essere itinerante verso il futuro deve tener conto di questa realtà e i Cristiani hanno il dovere di offrire la ricchezza della loro fede e della loro speranza in un destino finale mentre lavorano per una migliore Europa e un mondo più giusto sotto l’egida delle Nazioni Unite.
Esiste, quindi, il dovere di offrire la salvezza piena e la totale apertura esistenziale al Trascendente, creando condizioni per una maggiore coesione e collaborazione tra i popoli d’Europa e del mondo. La grande sfida di promuovere l’etica dell’unità riguarda tutti gli esseri umani.
Scoprire la ricchezza del patrimonio culturale che esalta i valori della vita e dell’esistenza in un mondo più globalizzato, è molto importante.
Questa sfida riguarda tutti noi, soprattutto in questo momento di incertezza che attanaglia il mondo con squilibri paurosi che lo minacciano e la povertà galoppante che incombe sui più deboli. Dinanzi ad essa non si può rimanere passivi, anzi, si richiede la partecipazione personale decisa che contribuisca alla creazione di un mondo più equo.
L’unione meramente economica e commerciale non basta per costruire l’UE e il mondo delle NU su solide basi. Bisogna invece risalire ai valori autentici, fondati sulla legge morale universale, scritta nel cuore di ogni uomo e, quindi, a un’unità spirituale, etica e culturale, nonostante differenze religiose, etniche o di altro genere. Senza l’Europa della cultura o le NU della cultura, l’unione economica e politica potrebbe facilmente vacillare.
Una tale cultura implica non solo il senso profondo di appartenere a una tradizione comune intellettuale e spirituale, ma anche la condivisione di una sorgente comune nel rispetto dei valori – la sacralità della persona -, uniti nel desiderio comune di difendere e diffondere gli ideali di libertà e democrazia.
Questo è il messaggio cristiano la cui cultura ha reso più sublime quanto già esisteva, predicando che i diritti fondamentali della persona umana devono essere rispettati non solo perché parte dello stesso kosmos, ma anche perchè tutti creati ad immagine e somiglianza di Dio’’.
Riconoscendo la “divinità” di ogni persona umana, si può far rinascere tra tutti un’aspirazione mondiale alla fraternità. È questo un sogno o qualcosa per cui vale la pena immettersi in questa avventura?
“Sognare come unica umanità, come viandanti fatti della stessa carne umana, come figli di questa stessa terra che ospita tutti noi, ciascuno con la ricchezza della sua fede o delle sue convinzioni, ciascuno con la propria voce, tutti fratelli!”.
Questo fu il sogno di Francesco d’Assisi che invitava a un amore che oltrepassasse le barriere della spazio-temporalità, dichiarando beato colui che ama l’altro «sia che si trovi lontano da lui o accanto a lui. Con queste parole egli ci dice che la fraternità è aperta e permette di riconoscere, apprezzare e amare ogni persona al-di-là della vicinanza fisica, al-di-là del luogo dove si nasce o si vive.
Una simile cultura può essere accettata da tutti e in qualunque luogo, anche da chi appartiene a etnie o a gruppi religiosi diversi o a diverse tradizioni, quale patrimonio antropologico, culturale ed etico comune.
Alle radici della fratellanza cosmica c’è la persona con tutta la sua ricchezza interiore – la presenza del divino nell’uomo – che illumina l’operato di ogni viandante terreno che si avvia verso l’al-di-là.
I massoni credono anche nella fratellanza cosmica, ma per loro non esiste nessuna luce oltre l’umano, per cui la loro stretta di mano e il loro appoggio reciproco rimangono nell’ambito terrestre, non arrivando a percepire la luce del divino.
Solo nella fratellanza vera possiamo trovare il fondamento che nobilita il pluralismo e integra la ricchezza delle varie identità culturali e religiose.
Questa la via da seguire per raggiungere finalità sociali, civili, politiche, spirituali e culturali in un’Europa più umana”.
Biografia
Enzo Farinella, nato a Gangi in provincia di Palermo, già docente di Antropologia filosofica nell’Università di Dublino, studioso di monachesimo irlandese in Europa, scrittore, giornalista corrispondente per ANSA e Radio Vaticana dall’Irlanda, dove vive da 50 anni.
Per 20 anni Addetto Culturale presso l’Istituto Italiano di Cultura a Dublino, in atto fondatore e direttore del Centro Culturale “Casa Italia” della capitale irlandese, organismo diretto agli scambi culturali Italia – Irlanda. Priore d’Irlanda per l’Ordine Capitolare dei Cavalieri della Concordia, referente a Dublino dell’Associazione di Volontariato: I Cittadini contro le mafie e la corruzione.
Biografia completa https://www.paeseitaliapress.it/album_18_Enzo-Farinella-
Enzo.farinella@gmail.com