9 novembre 2021 – L’iconografia scolpita nella memoria è quella di tanta gente in particolare di giovani che si arrampicano sollevandosi a vicenda uno sull’altro, di mazze che rompono granitici pezzi di quel muro grigio per lunghi anni turpemente divisorio. La sfida polverosa del cemento in frantumi fu seguita dall’annuncio ”Da stasera la frontiera è aperta”. Le parole pronunciate dal leader del partito comunista berlinese, Gunter Schabowsky il 9 novembre 1989 che danno il via allo smantellamento del Muro di Berlino.
E’ la fine di un regime ormai agonizzante. Due milioni di persone in tre giorni attraversano il confine segnando la fine di un’epoca. Cadeva sotto le picconate una doppia barriera in cemento armato lunga 155 chilometri. Berlino est e Berlino ovest si ricongiungevano. Terminava la Guerra Fredda , la contrapposizione tra le due superpotenze, Stati Uniti e Unione Sovietica Si sgretolava l’egemonia dei due blocchi contrapposti sulla scena mondiale.
La storia racconta una caduta inaspettata del muro seppur preannunciata dalle fughe estive attraverso Ungheria e Cecoslovacchia di tedeschi dell’est e dalle dimissioni improvvise il 18 ottobre, del leader della Ddr Erich Honecker, lo stesso che nel gennaio precedente aveva solennemente enfatizzato in pubblico altri ..cento anni di Muro..
La tensione quell’anno, saliva di settimana in settimana. I frequenti disordini pubblici anziché in azioni repressive come di regola accadeva sfociarono invece in un atto di permissivismo da parte del Governo della Germania Est che liberalizzava le visite in Germania e Berlino Ovest. Si ricorda la conferenza stampa nella quale il portavoce del governo della Ddr, Guenter Schabowski, pressato dal corrispondente ANSA del tempo a Berlino est, Riccardo Ehrman, annunciò, per un malinteso, la modifica con effetto “immediato” delle “norme per i viaggi all’estero”. La diretta tv delle 20:00 che inquadrava Ehrman seduto ai piedi del tavolone da cui parlava Schabowski spinse i berlinesi dell’est a dirigersi in decine di migliaia verso i posti di frontiera fra le due parti della città, cogliendo di sorpresa i Vopos, la polizia del Popolo. Confuse e stupite dall’imponente afflusso, pur chiedendo disposizioni, le sentinelle per diminuire la pressione, alzarono le sbarre di confine Bornholmer Strasse, lasciando libero e senza controlli alle 21:20 il passaggio ai primi cittadini della RDT e subito dopo agli altri così massicciamente arrivati sulla soglia della libertà.
L’assenza di una resistenza da parte di guardie che per trent’anni avevano interpretato il ruolo di giustizieri di frontiera , pronte a sparare contro chiunque avesse solo tentato di avvicinarsi al Muro e, di fuggiaschi solo a Berlino ne morirono oltre centoquaranta, lasciò sorpresi e increduli.
Berlino Ovest era risucchiata in un vortice di gioia. Sul viale del Kurfürstendamm per diversi giorni dominò un’atmosfera di festa popolare che univa le famiglie, gli amici i conoscenti, cittadini della zona est e ovest tra loro anche sconosciuti si abbracciavano felici con bevande in mano distribuite gratis da molti locali. Dopo più di 28 anni il Muro finalmente non faceva più paura. Una grande festa sanciva la riunione di un popolo.
La caduta del muro di Berlino aprì la strada per la riunificazione tedesca, ufficialmente conclusa il 3 ottobre 1990.
Intorno alla memoria
I turisti oggi restano perplessi. Postdamer Platì, kochstrabe..???ma il Muro dov’era davvero..
La distruzione del muro ha determinato una liberazione interiore ed esteriore di larghissima portata .Dopo il 9 novembre la gente in festa era sparsa ovunque, proprio dove il Muro crollava. Però a proposito della sparizione chirurgica del Muro si elevano alcune voci…i turisti vagando per le vie di Berlino domandano , dov’era il muro???
Nei giorni seguiti allo storico 9 novembre 1989 , ogni pezzo di Muro demolito attraeva gente festante che accorreva applaudendo. Nel tempo, a parte i turisti anche i berlinesi hanno cominciato a sentire la mancanza dei resti e luoghi concreti . Tracce che ricordassero l’orrore del muro e del regime assurdo e terribile della Germania Est . A partire dagli anni novanta furono così avviate iniziative che tenessero in vita la memoria del muro e della dilaniante divisione della popolazione berlinese che, tanta sofferenza aveva portato.
Il governo berlinese ciittadino, già da anni ha realizzato un’ampia superficie espositiva berlinese, perseguendo lo scopo di illustrare ai visitatori l’opprimente immagine della divisione negli aspetti più diversi e profondi .,,,
.Il Memoriale del muro in Bernanuer Strane ,sito commemorativo ufficiale, ripercorre le tragiche separazioni delle famiglie, gli spostamenti forzati della gente. il tema della fuga con emanazioni emozionali profonde di dolore e orrore. Il memoriale rende l’idea della mostruosità del muro vissuta dalla popolazione attraverso reliquie e documenti…
Per 28 anni la barriera di cemento armato lunga 155 chilometri aveva diviso fisicamente la capitale tedesca in due parti: la Berlino Est, controllata dall’Unione Sovietica e la Berlino Ovest, zona di occupazione americana, britannica e francese.
L’inizio, sulle note di Melodien zur Nach bruscamente interrotte
Alle ore 1:11 la radio di Berlino est interrompe la trasmissione “Melodien zur Nacht” per una comunicazione speciale: “i governi degli stati del Patto di Varsavia si rivolgono al Parlamento e al governo della DDR affinché alla frontiera con Berlino Ovest entri in vigore un nuovo ordinamento in grado di impedire efficacemente ogni attività sovversiva nei confronti dei paesi del Blocco socialista, garantendo nel contempo una sorveglianza affidabile in tutta l’area che circonda la parte occidentale della città “.
Il significato della macchinosa dichiarazione è chiaro, Berlino Ivest sarà bloccata. Ma chi ascolta, all’evento, la radio della Sed (Sozialistiche Einheitsprtei Deutschlands- Partito socialista unitario tedesco)???????
E’ domenica, 13 agosto 1961.
Alle ore 1:05 alla Porta di Brandeburgo si spengono bruscamente le luci . Poliziotti di frontiera della DDR armati e unita delkexteuppe di assalto arrivano marciando e si appostato sulla linea di demarcazione interna della città.Alla luce dei riflettori dei mezzi militari dusfano il lastricato stradale per erigere barriere in filo spinato. In molti punti all’interno ed intorno a Berlino le stesse scene. Poliziotti di frontiera ,blindati,fili spinato , barre di cemento. Ad Ovest nessuno può ancora immaginare l’evoluzione drammatica della situazione alle frontiere dei tre settori. Al Commissariato generale della polizia di Berlino Ovest ,nella Tempelhofer Damm, il commissario maggiore Hernann Beck si prepara al consueto turno di servizio. Erano le 2:00 arriva una notizia che li sorprende..il treno della netropolitana in superficie proveniente da Stakeen viene ricondotto indietro nell’area di occupazione sivietica ..i passeggeri vengono fatti scendere ricevendo induetroxi sildi del biglietto..le comunicazioni allarmanti si infittiscono. Anche le stazioni di Schonholz, Wannsee, Stahnsdiorf annunxuano il blocco dei treni ..
Alla Porta di Brandeburgo centinaia di Vopos armati ..Becks viene preso dal panico ..il temuto attacco a Berlino è questo.. ? .. tira dalla cassaforte quella busta sigillata per far scattare il piano .
.invano…!
Il Muro macabro e impenetrabile
La costruzione del Muro di Berlino, inizia nella notte tra il 12 e il 13 agosto 1961 per bloccare il flusso di cittadini che dall’est emigravano verso ovest, in cerca di condizioni di vita migliori. Inizialmente costituito da pali e filo spinato, negli anni successivi il muro era stato ampliato e reso sempre più impenetrabile. Due lunghe file di blocchi prefabbricati di cemento armato alti 3 metri correvano parallele lungo il confine, controllate da torrette e posti di blocco. Nel mezzo, una lingua di terra nota come “la striscia della morte”, presidiata da cecchini. Si stima che oltre duecento persone siano state uccise dalle guardie mentre provavano a fuggire verso Berlino Ovest. In cinquemila circa riuscirono a varcare il confine, utilizzando diversi stratagemmi tra cui bagagliai con il doppio fondo e tunnel scavati al di sotto del muro.