“L’educazione è cosa del cuore”
Messina, 31 gennaio 2022 – Quel profumo semplice, piccole note olfattive che sapevano di pulito le ricordo ancora adesso… appena spalancate le ante del portone, il profumo aleggiava nell’aria e si diffondeva accompagnando i miei passi frettolosi, l’uno dietro laltro per corridoi scale e poi ancora lunghi corridoi, che sembravano finire mai. Un odore di carta di riso e lavanda ma anche di pane appena sfornato. Un odore intenso e pulito che una mattina d’ottobre di tanti anni fa mi accolse rassicurante come una carezza sul viso. Lo stesso profumo che, avrebbe accompagnato la mia fretta per quegli spazi immensi e labirintici, per lo stesso ritardo, alla stessa ora per un lungo periodo.
Erano gli anni della mia adolescenza, un giorno nuovo e diverso perché nuovo e diverso era tutto. Iniziava una nuova esperienza. Un diverso corso prendeva vita, da quel profumo di pulito tra lavanda e carta di riso nel brusio della gioventù di quel primo giorno di scuola di quel lontano 1974. Mentre mi guardavo intorno, andando dal cortile a quei corridoi infiniti straripanti di grembiuli svolazzanti, incrociai lo sguardo sorridente di una ragazzina, Ketty De Gregorio. Cominciava così con quel profumi di pulito, brusii ed emozioni, la mia appartenenza al mondo Salesiano.
Un mondo nel quale con quella ragazzina sorridente siamo cresciute, ci siamo formate, e con altre e un’altra ancora, Clotilde Parisi, abbiamo riso, pianto ed ancora riso e pianto, ma soprattutto abbiamo imparato a fraternizzare a sentire vivo il senso della solidarietà e dell’amicizia. In quegli anni ci siamo rafforzate nella sintesi dei dolori (la perdita delle loro giovani mamme) e degli affetti di tutta una vita, abbiamo imparato a sentire nostra un’altra famiglia, quella Salesiana.
‘’….tutto il lavoro parte da qui, e se il cuore non c’è, il lavoro è difficile e l’esito è incerto. Che i giovani non solo siano amati, ma che essi stessi conoscano di essere amati” ( Don Bosco)
Nel rigore di un rapporto dialogante con le nostre educatrici, ognuna con le proprie specificità formative e personali, abbiamo avvertito protezione e ci siamo sentite amate anche dopo la chiusura del percorso di studi scolastico. Un’intesa senza soluzione di continuità con molte delle suore e con una in particolare che della filosofia, materia della propria docenza ne ha reso sublime interpretazione del ruolo di formatrice all’interno e fuori le mura del Collegio.
Autorevolezza, cultura, forte personalità intrisa da profonda capacità nell’ascoltare e consigliare, hanno pervaso l’esistenza di Suor Elvira Casapollo, simbolo autentico di educatrice nel solco dei principi di San Giovanni Bosco. Votata alla formazione dei giovani, Suor Elvira, punto di riferimento di numerose generazioni, ha dedicato l’intera esistenza allo sviluppo culturale ma soprattutto alla crescita interiore delle allieve salesiane. Ed è a Suor Elvira e alle mie compagne che, desidero dedicare la Festa di San Giovanni Bosco. Una ricorrenza che colora la carta geografica dell’animo, che ci riporta alle nostre esperienze giovanili salesiane, dove il profumo di pulito, lavanda e carta di riso hanno trovato complementarietà sensoriale alla educazione.
Perché come diceva Don Bosco
“L’educazione è cosa del cuore”