Se il fumetto racconta con organicità e l’organicità, oltre il cinema, trova nell’immagine la sua lettura coinvolgendo il lettore stesso nella coerenza partecipativa del narrato, lo si deve, negli anni sessanta del Novecento al personaggio di Diabolik. Intorno al suo personaggio si costruisce. Ciò lo si deve ad una donna che è riuscita a porre, tra spazi brevi ed episodi che raccontano, le storie in fumetto. Angela Giussani.
Era il 10 Giugno del 2022. Nasceva Angela Giussani. Cento anni fa. La ideatrice e creatrice di quel personaggio che è diventato riferimento nell’immaginario di una letteratura “fumettistica” che porta con sé l’eredità del cosiddetto “giallo-nero” che dal 1962 in poi resterà un volto necessario per comprendere la storia del fumetto italiano.
Mi riferisco al Re del terribile (ovvero terrore): Diabolik. Qualche tempo dopo Angela sarà accompagnata, in queste avventure, dalla sorella Luciana. Un viaggio incredibilmente affascinante che trova in incipit l’immaginario di Fantomas, ma che subito dopo diventa, come ho avuto di affermare in alcuni miei scritti, una icona che farà scuola e detterà le linee del fumetto nero con delle storie che hanno una consistenza letteraria.
Angela che conosceva molto bene il mondo dell’editoria milanese, lo abitava, di fine anni cinquanta con diverse esperienze e contatti nel mondo variegato della letteratura tra l’immagine e le parole compiute all’interno di una nuvoletta, o del fumo che trincera le parole, si serve inizialmente di un fatto di cronaca per trasformare sensazioni, percezioni e intuizioni in un vero e proprio racconto.
Infatti la cronaca è descrizione tra il linguaggio dei vocabolari: parole e immagini e trama. Da non dimenticare che di italiano stavamo assistendo al successo di Tex. Ma con Diabolik si entra in un’altra atmosfera, in in altro contesto e soprattutto in una contemporanea visione dei fatti.
Diabolik delle Giussani è fatto di dettagli letterari. Angela scriverà quei primi appuntamenti che verranno classificati come “fumetto per adulto”. In realtà dal 1962 muta il rapporto tra lettore e fumetto. Il rapporto Diabolik ed Eva Kant, la bionda magia, è articolato, dinamico e soprattutto moderno.
Il fumetto ha saputo sempre confrontarsi con la transizione dei linguaggi fino ad oggi. Questo significa che la lezione di Angela ha caratterizzato i modelli dell’interazione tra inventività e fissazione dei personaggi. Si pensi alla centralità di Ginko.
Non esagero se sostengo che Angela ha movimentato l’immagine in immaginario e dalla tradizione del “Corriere” e “Corrierino”, pilastro/i con derivazioni non italiane, si è passati alla innovazioni in cui il raccontare va abbondantemente oltre la divagazione/evasione.
Angela Giussani è stata l’iniziatrice di una nuova concezione di proporre il fatto in dato, la cronaca in storia, la storia in invenzione. Oltre la divagazione che potrebbe essere il fumetto.
Una grande personalità. Un riferimento. La maestria dell’immagine parlante e della parola in immagine. Angela è scomparsa il 12 febbraio 1987.
Il romanzo giallo e/o nero, come molti film, dei nostri giorni deve (devono) moltissimo al fumetto delle Giussani. Diabolik è una icona che non smette di dare fascino al mistero e viceversa. Io non smetto di leggerlo e l’insegnamento di Angela resta tra i miei scritti. Tutta una atmosfera, in quegli anni cinquanta/sessanta, era nel vento che incontrava storie e avventure. Intorno a questo legame la fantasia prendeva il sopravvento. La Milano di quegli anni era necessario creativo e le immagini e le parole diventavano importanti attraverso processi comparativi tra letteratura, cinema e fumetto.
Diabolik è come se sconvolgesse la sistematicità a categorie fisse. Proprio l’immaginario è un articolare a mosaico e il raccontare in un insieme, senza alcuna frammentazione, è manifestazione espressiva in un coinvolgimento dei generi. Questo è stato Diabolik nel suo nascere. Questo resterà scavando in una particolarità e una originalità tea ideale e reale.
*autore di “Mi sono innamorato di Eva Kant”, Pellegrini