Presso il Palazzo dell’Episcopio di Massa, si inaugurerà alle ore 18.00 del 10 luglio 2022, la mostra “Eva e Ennio: Immagini e Suoni”, che offrirà una selezione di diciannove dipinti realizzati dalla pittrice Eva Fischer durante il periodo romano della sua lunga carriera che vide l’artista stringere un sodalizio creativo unico con il celebre compositore Ennio Morricone.
Oggi l’arte di Eva Fischer è conosciuta nel mondo, ella parla di sé con assoluta modestia tipica di questa donna coraggiosa ed intelligente, dallo sguardo pulito e profondo nonostante gli affronti degli uomini in quei tempi disumani. Eva è autrice di quadri malinconici e grigi, con sguardi di uomini stupiti prim’ancora che smarriti e di bambini immobili nel gelo dei vagoni appiccicati a treni senza ritorno. “Artista Europeo” dai primi anni ’80, ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti ed il Presidente della Repubblica Napolitano l’ha insignita per decreto, dell’Onorificenza di Cavaliere del lavoro ai meriti della Repubblica Italiana.
Eva Fischer ha scritto del suo rapporto con l’amico musicista: Rammento il vecchio pianoforte di Ennio Morricone e il suo fraseggiare sulla tastiera che giungeva fino a me, quella del “piano di sopra”. Difficile dire quanto un sentimento astratto e nello stesso tempo concreto possa definire un quadro; so di aver colorato la tela in quel mondo di note prolungate, talvolta esasperate che è la musica profonda di Morricone. È stato ed è tuttora bello dipingere la musica. È un po’ come chiamarsi fuori in rapidi momenti dalla brutalità del nostro tempo, tornare al sogno che dà nuovo vigore alle cose, continuare a credere e a sperare. In più anche Ennio Morricone dice- grazie alla sua modestia- di trovare conforto nei miei colori.
Il celebre compositore le ha anche dedicato 12 suoi brani raccolti in un CD ed allegati ad un libro con i quadri di Eva ispirati alle musiche dell’amico Ennio. Il titolo della raccolta musicale è “A Eva Fischer pittore”, dove il compositore ha voluto sottolineare il forte tratto “quasi maschile” nella pittura di Eva.
Forza probabilmente acquisita durante la lotta prima contro il nazifascismo ed in seguito in un mondo artistico prevalentemente al maschile.
Eva appare anche nel docufilm di Tornatore “Ennio”, dallo scorso anno presente nelle sale cinematografiche. Il trailer su https://youtu.be/MgRM5tSIj3s
La collaborazione tra Walter Sandri (Touring Club Italiano) ed Alan Davìd Baumann (Eva Fischer Foundation) prosegue a Collodi, dove nella villa del Giardino storico Garzoni, si inaugurerà alle ore 11.00 dell’11 luglio, la mostra “Favole umane” con 12 opere dell’ultima tematica dipinta da Eva: le Scuole di Ballo. Per lei il riassaporare i sogni di molte ragazze in età infantile o adolescenziale, miscuglio tra vari palcoscenici legati al ballo, al circo, ai colori marionettistici di figure arlecchinesche.
Molte di queste opere sono di grandi dimensioni (140×200 cm.), nelle quali la pittrice – di taglia minuta e di quasi settant’anni – vi si doveva “tuffare” per crearle.
a cura di Walter Sandri e Alan Davìd Baumann
Il progetto patrocinato dal Comune di Massa, nasce dalla collaborazione del Museo Solidale MUG – Museo Ugo Guidi 2 di Massa con l’Associazione Onlus “Un cuore un Mondo” per il sostegno e supporto alle famiglie dei bambini cardiopatici.
Eva Fischer (1920 – 2015) – Brevi note biografiche
Nata a Daruvar, nella ex-Jugoslavia, il 19 novembre 1920, Eva Fischer si diplomò a soli 19 anni all’Accademia di Belle Arti di Lione. Rientrata a Belgrado – dove la famiglia si era trasferita -, fu poi costretta a fuggire dopo la deportazione per mano nazista del padre Leopold, eccelso talmudista e letterato in contatto anche con Franz Kafka. Assieme alla madre ed al fratello più piccolo si consegnarono agli “italiani brava gente” e vennero rinchiusi nel campo di Vallegrande, nell’isola di Curzola.
Da qui Eva riuscì ad ottenere un permesso – grazie al ritratto fatto ad alcuni soldati italiani – per portare la madre malata a Bologna, dove sotto falso nome divenne esponente attiva della lotta partigiana (Anpi l‘annovera fra i suoi soci onorari).
Eva fu talmente segnata da questa tragedia che per anni la relegò nell’oblio e nel silenzio più assoluto; affidò invece la voce del suo dolore ad una copiosa produzione di opere – mantenute segrete sino al 1989 perfino ai suoi familiari – che rappresentano un toccante e personale diario sulla Shoah.
A guerra finita Eva scelse Roma come città d’adozione ma la sua fu una vita di brevi migrazioni, ovunque il suo estro l’abbia chiamata: Parigi, Madrid, Gerusalemme, Londra.
Entrata a far parte del gruppo di Via Margutta divenne amica di Amerigo Tot, Mafai, Guttuso e Capogrossi. Di quel periodo ancora ricorda le lunghe passeggiate con Cagli e De Chirico, di quando Dalì si innamorò dei suoi mercati ed Ehrenburg che scrisse sulle sue “umili e orgogliose biciclette”.
Con Picasso s’intrattenne a casa Visconti parlando d’arte e creatività e dove il maestro la esortò a progredire e continuare nel suo lavoro.
Durante il soggiorno a Parigi divenne amica di Chagall e a Madrid fu assidua frequentatrice dell’atelier di Juana Mordò.
Definita “ultima rappresentante la Scuola Romana del Dopoguerra”, la Fischer venne nominata “Artista della Comunità Europea” nei primi anni ’80. È stata la prima donna ed il primo pittore ad esporre al Museo di Belle Arti di Osaka, ha tenuto oltre 130 mostre personali, fra le quali quella allo Yad Vashem di Gerusalemme, il Museo dedicato alla Shoah più famoso nel mondo. Sempre in Israele, è stata creata dalla municipalità di Kfar-Saba l’Eva Fischer Fund”.
La carriera artistica di Eva Fischer è stata costellata da scambi ed amicizie con artisti e letterati del suo tempo, fra i quali va ricordato anche il lungo sodalizio con Ennio Morricone, che tradusse l’emozione dei suoi cromatismi pittorici nelle magiche note di brani indimenticabili scritti per lei e pubblicati nel cd “A Eva Fischer pittore”.
Il Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano le ha conferito nel 2008 l’onorificenza di Cavaliere al merito della Repubblica. Nelle sue opere è costante il gioco delle trasparenze frutto del suo stile personalissimo. Il lungo percorso pittorico è ricco di melodie dai romanticismi melanconici, dai racconti di vita vissuta o di vita calpestata. Le immagini raccolte e depositate nei suoi “momenti pittorici” possono però passare dal fantasioso al fantastico, dal “nudo e crudo” a quell’impercettibilità che solo la sensibilità di un’artista riesce a personalizzare. All’inizio del 2022. La città natale di Eva, Daruvar (ex Jugoslavia, oggi Croazia), ha voluto rendere omaggio alla pittrice, intestandole la nuova Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea.
Sempre nel 2022 si sono tenute tre mostre personali in Toscana, in collaborazione con il Touring Club Italiano: Volterra, Massa e Collodi, dove sono state esposte alcune delle sue tematiche pittoriche. Quella di Collodi è la personale di Eva n° 137. Riferendosi alla dimensione artistica del ventunesimo secolo, Eva sottolineava che “è arte solo quel che provoca emozioni”.
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