ROMA,ottobre 2022 – Il mondo dell’ Arte piange la scomparsa di Fabio Carapezza Guttuso. Dopo una lunga malattia si è spento il 25 ottobre a Roma dove viveva. Aveva 68 anni. Adottato poco prima della sua scomparsa dal celebre pittore Renato Guttuso, per Fabio Carapezza l’arte è stata la sua mission per tutta la vita.
Era nato a Palermo nel 1954, figlio insieme ad altri tre dello scienziato (chimico, geologo e vulcanologo) Marcello Carapezza, fine intellettuale e amante dell’arte, amico dello scrittore Leonardo Sciascia e in particolare del pittore Renato Guttuso originario di Bagheria (Palermo) che, non avendo avuto figli, pochi giorni prima della morte il 18 gennaio 1987, lo adottò nominandolo erede universale.
Fabio Carapezza collaborava come assistente al lavoro artistico di Renato Guttuso e legato da profondo affetto gli fu molto vicino dopo la morte della moglie Mimise Dotti nel 1986, e nell’ultimo anno di vita. Acquisito per adozione il cognome diventò unico erede dell’immenso patrimonio di Guttuso, oltre ad un lascito artistico di entità culturale infinita. Tra cui lo studio del pittore a Roma in piazza del Grillo, dove gli strumenti dell’artista, le opere, la bellezza e i colori degli spazi si traducono in una alchimia di sensazioni ed emozioni. A Palazzo del Grillo lo studio del pittore è stato destinato dall’erede Fabio Carapezza Guttuso, ad Archivi Guttuso, l’istituzione che ha la rappresentanza legale dell’artista per la difesa dell’opera e della memoria. Anche l’allestimento espositivo del Museo di Bagheria è stato curato da Fabio Carapezza, con l’integrazione di molte opere ereditate dal padre adottivo.
Una delle ultime opere di Guttuso, sovrasta la sala del Teatro Vittorio Emanuele a Messina. Lo storico teatro distrutto dal devastante terremoto che colpì Messina nel 1908 e ricostruito dopo estenuanti vicende quasi 80 anni dopo. L’opera di Guttuso, formata da 143 pannelli per una superficie di oltre 130 metri quadrati, realizzata dal Maestro di Bagheria nel suo studio a Palazzo del Grillo a Roma, rappresenta il millenario rapporto con il mare della Cittá di Messina in una raffigurazione allegorica e leggendaria del giovane Colapesce, la cua fama arrivò perfino al re di Sicilia ed imperatore Federico II di Svevia. Una immersione nelle acque dello Stretto circondato da delfini, gabbiani, pesci spada e uno stuolo di sirene che tripudianti accolgono il tuffo in mare di Cola. La celebrazione di un mito, se non fosse che dall’espressione della sirena, la prima in alto sulla volta del Teatro V.E. si coglie un velo si sofferenza per la tragica fine di Nicola detto Cola.
La sirena più attraente nella seducente bellezza sembrerebbe avere il volto della musa del Maestro Guttuso. Marta Marzotto con la quale Fabio Carapezza Guttuso Carapezza fu in contrapposizione all’interno di una lunga vicenda giudiziaria per il riconoscimento di una parte dell’eredità rivendicata dalla Marzotto. Una questione chiusa Il 16 aprile 2002, con sentenza della Corte Cassazione a conferma delle pronunce del Tribunale e della Corte d’Appello di Milano. Fabio Carapezza Guttuso unico legittimo titolare dell’eredità di Renato Guttuso.
Fabio Carapezza, laureato in giurisprudenza, divenne dirigente a Roma assumendo incarichi di prestigio nel ministero dell’Interno. Nominato Prefetto, preferì in allineamento ai propri interessi nel 1992 accogliere l’assegnazione delle attività di salvataggio, sicurezza e recupero delle opere d’arte per il ministero dei Beni culturali. Tra i vari incarichi, Fabio Carapezza Guttuso ricoprì quello di membro della commissione per il ripristino dei danni subiti dalla Galleria degli Uffizi e dall’Accademia dei Georgofili a Firenze dopo l’attentato terroristico-mafioso del 27 maggio 1993. La ricostruzione dell’Aquila e di Amatrice distrutte dal sisma, lo vide impegnato come esperto negli interventi di recupero dei siti d’arte.
Carapezza aveva anche curato gli interventi al tetto della basilica di San Francesco di Assisi e ai beni artistici monumentali di Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo danneggiati dai terremoti. Da quelle esperienze ricavò un metodo di salvaguardia con la creazione di “caschi blu” della cultura attraverso il coinvolgimento di vigili del fuoco, esperti, archeologi, storici dell’arte, bibliotecari, archivisti. Il legame per Palermo la sua Città di nascita, indusse Carapezza Guttuso ad assumere nel 2012 l’incarico di commissario del Massimo di Palermo, uno dei teatri lirici di internazionale notorietà. Un impegno rivolto ai suoi primari interessi, i beni culturali.
La cerimonia funebre, per lultimo saluto a Fabio Carapezza Guttuso, è stata celebrata giovedì 27 ottobre alle ore 15 nella basilica di Santa Cecilia in Trastevere a Roma.
…
….
membro della commissione per il ripristino dei danni subiti dalla Galleria degli Uffizi e dall’Accademia dei Georgofili a Firenze dopo l’attentato terroristico-mafioso del 27 maggio 1993. La ricostruzione dell’Aquila e di Amatrice distrutte dal sisma, lo vide impegnato come esperto negli interventi di recupero dei siti d’arte