Sotto una luna calante aspetto che arrivi l’alba tra l’aurora e il giorno che verrà ma senza il canto del gallo chè tradimento non ci sarà, perché se io dico la mia voi direte la vostra in un trallalà recitato tra le luci ruotanti della Befana e le case del sogni.
Una magia antica intrappola le parole e lo sguardo si fa silenzio nell’attesa che possano arrivare immagini. Da lontananze immagini inossidabili entrano nel mio cammino e sono quelle che accompagnano una vita o forse tre vite.
Quando c’erano una volta papà e mamma il sei di gennaio aveva il sapore di mistico mistero e si aspettava , come si aspettava…, Il mattino presto per cercare neglio angoli della casa, di quella grande casa con il giardino che è il mio respiro ed ha i profumi che ritornano ad ogni ricordo e anche ora lo avverto quando dopo tanto tempo apro il portone, calze e scatole e poi in ogni angolo c’era un segreto a cominciare dai due camini del piano alto al piano basso… o nei posti più impensabili e impensati.
Che magia…
Ricordi Giù che infanzia meravigliosa abbiamo abitato con mamma e papà, i quali erano stati tutta la notte a preparare e a incartare non si cosa: dalle arance al carbone vero con tanta cioccolata penne quaderni libri e giocattoli e giocattoli… tra di fogli giornali e carta di negozio.
Ricordi Giù che infanzia stupenda che è ancora in noi?
Si che lo ricordi, come lo ricordo io perché quelle presenze che sono diventate assenza oggi sono più presenti che mai nel nostro viaggio di figli di padri e madri e di nonni…
Ma sì non giochiamo a nascondino… Abbiamo trasferito nell’essere nonni il nostro essere figli e madri e padri ed è meraviglioso dolce unico per tutti e per ognuno…
Il peso degli anni? Ma no, alcun peso dell’età… Io sono un eretico nato anche contro il tempo… e gli amori vissuti sono amori che mi tracciano ancora nonostante le donne del mistero che racconto ed ho raccontato tra un paese del vento e un canto di muazzin.
Allora, ho scritto la letterina alla Befanina per la mia Tatà scrivendola anche per me…
Cosa ci porterà? Chi lo o sa? Importante è scriverla ma non deve essere la stessa che si scrive a Babbo Natale o ai Magi diventati Re con i cammelli tra le strade dei deserti e mai uguale agli anni precedenti…
D’altronde Babbo è maschio e la Befana è donna ed io che non credo alla modernità dei Gender sono un tradizionalista in bellezza con la consapevolezza di ammirare e proteggere il padre e la madre ovvero il maschio e la donna…
Nonno non ho la penna come faccio a scrivere alla Benatana?
Ma come… Puoi scriverla con il cellulare … Ormai il mio lo hai sequestrato tu…
Ma no nonno … Ci vuole la penna e il foglio perché la Benatana non ha ancora il computer perché non lavora…
Hai ragione. La Befana non lavora. Magicamente resta un sogno un amore che si fa tradizione una cometa o una stella che illumina sempre e fa luce su ogni rotta dei naviganti.
Naviganti e marinai hanno la luce come bussola e anche quando è notte la luce la portano dentro perché l’amore non finisce mai e mai finirà quando le stanze del cuore hanno voci ed echi che giungono da lontano sapendo che il lontano non esiste perché è solo una sensazione una percezione un’emozione.
La letterina è pronta. Appena spedita. Bacio la mia ricercatrice di segreti e me ne vo’ nella mia isola per tentare di dormire leggendo magari una pagina delle Mille e una notte…
Ci riuscirò ad addormentarmi? Non ha alcuna importanza. Il segreto continua perché ha la magia nel vento ed io divento un po’ Aladino un po’ Sharazade un po’ Alice che sosta tra i tappeti colorati e il paese delle meraviglie…
Strada larga strada stretta a lento passo vi lascio orme e piano vado per illudermi di arrivare lontano senza mai raccontare distanze che le fiabe non hanno per virtù di conoscenze e coscienze d’ironia tra una palla ballante al suono delle tre stelle… Non so se ho detto la mia ma ognuno potrà dire la sua sotto una danza di luci che la Befana lascia negli occhi…
C’era una volta in ogni casa un sogno…