Le tragedie delle guerre, la Shoah ei crimini di guerra, i campi di concentramento, di sterminio, gli infoibati, Foibe carsiche dal filo spinato, i gulag, il terrore comunista, la orribile legge del 1938, il il terrore nazista, la devastazione titina sono drammi cruenti che hanno tagliato uomini e civiltà nelle dittature e nei Regimi. Vogliamo che siano realmente storie tragiche condivise oltre il dire e l’essere delle ideologie? È inutile che ogni gennaio e 10 febbraio, ora, restino memorie doloranti da condividere umanamente e storicamente. Sono condivise. Odi razzisti razziali di popoli di appartenenza idi verso l’uomo, per annientare l’ebreo e per infoibaire chi di razza italiana non era. Storie dentro la politica e ideologia diventata orrore terrore morte.
Ma cerchiamo di andare oltre e di essere oggi uomini che sanno disprezzare il male e condividere il brutale per una pacificazione vera.
Facciamo una Unica celebrazione condannando nello stabilire una data unica per Ricordare, per dare un senso, alla Memoria e al Ricordo per UNIFICARE le Coscienze senza più dividere la STORIA. E la cronaca.
UNA GIORNATA UNICA PER I CRIMINI NAZISTI COMUNISTI INFOIBATI.
Non possiamo più accogliere ragionamenti che stabiliscono tragedie alte e tragedie basse. La storia è il cruento nella vita dei popoli che raccontano il male e il bene. Il dramma degli ebrei nella storia contemporanea dal 1938 al 1945 è il male nella civiltà dei popoli.
Gli infoibati e il triangolo della morte, a guerra finita, segna il dramma di un male oltre la tragedia della guerra. L’uomo non è solo un uomo finito in tali tragedie e non è soltanto se questo è un uomo, ma è anche l’espressione di un dolore infinito nello specchio di tragedie in cui la morte per strategie ideologiche e pazzie diffuse restano indimenticabili e proprio per questo memoria e ricordo sono il portato di disperazioni disgrazie tragedie orrori terrificanti disumanità.
Diceva Tolstoj mutuando dal Vangelo: “Tutto ciò che unisce gli uomini è il bene e il bello, tutto ciò che li separa è il male e il brutto”. Un presupposto essenziale in cui le certezze sono disarticolate non più in dubbi ma in falsità. Le tragedie sono tali in qualsiasi campo e chiunque follia possa commetterle. Ma non separiamole e non creiamo distruzioni se si vuole parlare di pacificazione oltre la storia e nella vita e oltre la storia nella lettura delle storie o non nelle interpretazioni.
Gli uomini sono sempre uomini. E bisogna, come diceva Pavese, avere il coraggio di scavalcarli e ritrovare la volontà di distruggere il male tra i fatti, le date e il linguaggio.
Si vuole dare un senso ad una STORIA CONDIVISA? Oltre la demagogia della “STORIA siamo NOI? Chiediamo una pacificazione condivisa. Nel nome del superamento degli orrori. Di ogni orrore. La storia siamo tutti.
Proprio in virtù di ciò questa Nazione va pacificata in una condanna condivisa, non in una data stabilita, se si vuole realmente aprire una nuova pagina senza nulla dimenticare e ammettendo le disperazioni che la storia racconta. Tutte le tragedie sono “inguardabili” perché gli odi devono essere vinti in una visione che il bene unifica condannando il male che separa. Pacificazione? Necessaria. Si stabilisca Una data Unica per i Crimini di tutte le guerre e le dittature. Senza polemiche ma con un fare costruttivo.