Link alla Fondazione Christian Cappelluti Onlus
Venerdì 27 gennaio, nell’Aula Magna del Chris Cappell College di Anzio (Roma), si sono tenute le celebrazioni della Giornata della Memoria in ricordo della strage sistematica perpetrata dai nazifascisti contro ebrei, dissidenti e membri di minoranze.
Forte l’impatto emotivo delle celebrazioni stesse con la mattinata caratterizzata dalla lectio continua di “La notte”, celebre romanzo di Elie Wiesel, ad opera di studenti, docenti e ospiti esterni tra i quali il Commissario del Comune di Nettuno il Dott. Antonio Reppucci, l’ex Parroco di San Pio e Antonio Padre Francesco Trani e altri rappresentanti delle istituzioni.
Nel pomeriggio la giornata è proseguita con il ciclo di incontri “Auschwitz e…”con diversi docenti impegnati a presentare il doloroso tema della Shoah sotto vari aspetti: da quello linguistico nelle parole di Primo Levi con Prof. Bartucca a quello scientifico con il Prof. Rita passando per la biografia e il pensiero di Edith Stein e Theodor Adorno tenute rispettivamente dai Prof. Pomes e Guglielmelli fino ad arrivare alla disamina di Hannah Arendt e la sua “banalità del male” o all’enorme fecondità del tema nell’arte presentate dalle Prof.sse Pascali e Ponti.
Una giornata ricca di emozioni spesso dolorose, ma quanto mai necessarie per riaffermare che la scuola e la cultura sono centrali per poter dire con certezza “Mai più!” a quell’orrore che, con giornate come questa, diventa fecondo patrimonio condiviso e vaccino contro il ripetersi dell’assurda brutalità dell’uomo.
………….
Elie Wiesel, all’anagrafe Eliezer, (Nascita: 30 settembre 1928, Sighetu Marmației, Romania – Morte: 2 luglio 2016, Manhattan, New York Stati Uniti) è stato uno scrittore, giornalista, saggista, filosofo, attivista per i diritti umani rumeno naturalizzato statunitense, di origine ebraica e poliglotta, originario della parte rumena del Maramaros e superstite dell’Olocausto. È stato autore di 57 libri, tra i quali La notte, resoconto autobiografico in cui racconta la sua personale esperienza di prigioniero e superstite nei campi di concentramento di Auschwitz, Buna e Buchenwald. Wiesel è stato anche membro del consiglio consultivo del giornale Algemeiner Journal.
Quando Wiesel fu insignito del Premio Nobel per la Pace nel 1986, il Comitato Norvegese dei Premi Nobel lo chiamò il “messaggero per l’umanità”, affermando che attraverso la sua lotta per venire a patti con “la sua personale esperienza della totale umiliazione e del disprezzo per l’umanità a cui aveva assistito nei campi di concentramento di Hitler“, così come il suo “lavoro pratico per la causa della pace”, Wiesel aveva consegnato un potente messaggio di “pace, di espiazione e di dignità umana” alla stessa umanità.[