A voce alta con fede “gridamu tutti cu’ divuzione: Viva Diu e San Catà. E di vicinu e di luntanu viva San Catavudu di Agghianu!”
Gagliano Castelferrato (Enna) – Tutto il mese di agosto è rivolto ai festeggiamenti di San Cataldo, nato e vissuto nel secolo VII. La piccola cittadina di Gagliano Castelferrato nell’ennese, può vantarsi di un culto verso il Santo irlandese risalente al XIII secolo, introdotto dai Normanni.
Parlando alla comunità di Gagliano Castelferrato, che festeggia il Santo irlandese, come suo Santo Patrono, il professor Enzo Farinella, già docente di Antropologia filosofica nell’Università di Dublino, studioso di monachesimo medievale irlandese, si è soffermato sulle orme lasciate dal Santo in Irlanda e ovunque si è recato.
Ovvero sulla storia di un uomo vissuto Mille e quattrocento anni fa, al quale sono state dedicate nel corso dei secoli, chiese sulle cime di montagne o sulle terre lambite dal mare, implorando la sua protezione. S. CATHALDUS o CATALDO, monaco e poi abate del monastero irlandese di Lismore, divenuto in seguito vescovo di Rachau, in Irlanda dove nacque nel secolo VII, tra il 610 e il 620 a Munster da una nobile famiglia convertita al Cristianesimo. La sua vita fu densansamente attraversata da una irrinunciabile missione di evangelizzazione che lo condusse in Italia con l’approdo a Taranto, proveniente dal pellegrinaggio in Terra Santa.
Tra le numerose pubblicazioni di Enzo Farinella sull’ operoso passaggio missionario dei monaci celtici, in territori aridi e spinosi divenuti fertili e traboccanti di fioriture evangeliche e culturali, citiamo: “The man who came from the sea – S. Cataldo in Italy and the world” (L’Uomo che venne dal mare”. S. Cataldo in Italia e nel Mondo), l’ultimo volume dello studioso uscito la primavera scorsa.
Intensamente particolareggiato l’intervento del professor Enzo Farinella, durante l’incontro svoltosi il 21 agosto nella Chiesa madre dedicata a San Cataldo di Gagliano Castelferrato, ospite dell’Amministrazione comunale guidata dal Sindaco, Vincenzo Giuseppe Baldi promotore delle celebrazioni in onore a San Cataldo protettore della cittadina siciliana.
“Il fatto che San Cataldo è un figlio della nobile terra dell’Irlanda è riconosciuto e quasi universalmente accettato – così Enzo Farinella rivolgendosi alla comunità e alle Istituzioni di Gagliano Castelferrato – egli fu uno dei tanti pionieri che lasciò l’Irlanda, dove nacque, per portare cultura e fede al mondo allora conosciuto. Operò molti miracoli. Purtroppo però non abbiamo documenti storici su di lui.
Canty, nella Contea di Waterford, nell’Irlanda del Sud-Est, è il suo luogo natale, dove turisti e fedeli ne ammirano la bellezza e la pace che vi regnano. Poche parole annunziano il suo supposto luogo di nascita e la sua vocazione su una piccola stele: “S. Cataldo, pellegrino per Cristo e Santo Protettore di Taranto, partì da queste terre. L’Irlanda e l’Italia, grate, invocano la sua benedizione”, inaugurata dall’allora Arcivescovo di Taranto, Benigno Luigi Papa e dal Vescovo di Lismore, William Lee, il 29 ottobre 2000, a conclusione dell’Anno Santo.
Ballynameela, l’attuale Chiesa parrocchiale di Clogheen, è orgogliosa che S. Cataldo ne faccia parte e nel portale, a destra di chi entra, vi si può leggere su una lapide di marmo: “S. Cataldo nacque all’inizio del VII secolo a Canty, non lontano da questa Chiesa. Fu uno dei grandi pionieri che studiò e insegnò a Lismore – denominato l’Astro Luminoso di Lismore -, divenendo poi Vescovo di Shanrahan, non lontano da Clonmel, nella parte sud di Tipperary”.
Volendo seguire il suo ideale di “peregrinatio pro Christo” – andare intorno per le vie del mondo per proclamare il messaggio della Buona Novella -, Cataldo lasciò l’Irlanda per la Terra Santa, ma Dio lo volle in Puglia in Italia, dove una voce misteriosa lo invitò insistentemente ad andare: “Vade Tarentum”. Dopo varie vicissitudini sbarcò nel sud Italia, dove, da Vescovo, divenne un personaggio riverito nella Provincia di Taranto. Tante le guarigioni e i miracoli che operò in vita e molti di più dopo la morte. Divenne Santo Patrono di Taranto e Provincia. È sepolto nella Cattedrale di Taranto e la sua festa si celebra il 10 maggio a Taranto e in gran parte d’Italia.
La sua storia è identica a quella di tanti altri pionieri della sua nazione, quando, oltre 1,400 anni fà, intrepidi pellegrini irlandesi, come lui, hanno lasciato l’Irlanda e portato il messaggio d’amore, pace, giustizia e solidarietà al mondo di allora, devastato dal crollo dell’Impero Romano. Terra di missione della loro attività furono l’Italia, l’Inghilterra, la Francia, la Germania, l’Austria, la Svizzera, i Paesi Bassi e i vari luoghi dove si sono recati. Punto focale della loro rivoluzione furono “la dignità suprema della persona umana e la sua sacralità, elementi che le nostre culture europee devono riscoprire oggi.
Il culto di S. Cataldo è vivo ancora attraverso l’Europa e in Italia ci sono ben 100 Chiese, a lui dedicate, dal Piemonte alla Sicilia.
Nessun altro Santo irlandese gode di culto così universale. A lui è stata dedicata la Cattedrale di Taranto, dove, secondo la tradizione, il Santo riposa. La sua immagine appare in un affresco della Basilica della Natività di Betlehem, che si rifà ai tempi delle Crociate; in mosaici della Cappella Palatina di Palermo e della Cattedrale di Monreale (XII secolo). Una splendida piccola chiesa con cupole bizantine e tetto mozarabico, costruita nello stesso secolo, si trova al centro di Palermo. Nella Provincia di Caltanissetta una cittadina porta il suo nome. La grande area del centro ricerche CNR in Pisa – l’hub principale di internet in Italia e il più importante centro toscano di ricerca nel campo medico (clinica di fisiologia), tra i più prestigiosi d’Europa -, si trova in un sobborgo della città, chiamato S. Cataldo.
Il Santo irlandese è il Protettore di molte città come Taranto, Corato, Roccaromana, Gangi sulle Madonie e Gagliano Castelferrato, dove la popolazione lo festeggia solennemente in questi giorni, ritornando alle origini della propria fede.
La storia della sua vita è quasi sconosciuta in Irlanda ma amata ed apprezzata in tutta l’Italia” .
Il Sindaco, Vincenzo Giuseppe Baldi, nel promuovere la cerimonia celebrativa rivolta al Santo irlandese ha anche inteso omaggiare tanti concittadini di Gagliano Castelferrato lontani dalla loro terra d’origine, emigrati per lavoro all’estero, ricordardo la “roccia dalla quale sono stati plasmati”.
“Rifarsi alle proprie origini è bello, piacevole e fondamentale – ha dichiarato il Sindaco Baldi a conclusione del momento celebrativo – Siamo tornati da lontano per gioire con i nostri familiari ed amici, dopo tanto tempo trascorso lontani. Oggi è la festa delle nostre origini e molti di noi, uomini e donne di Gagliano Castelferrato, lavorando a Milano, Parigi, Londra, New York e altrove, con il nostro onesto lavoro, onoriamo e promuoviamo il volto più bello della nostra Italia, della nostra Sicilia e del territorio gaglianese, di cui S. Cataldo è il Santo Patrono. S. Cataldo ci riporta alle nostre origini per rinforzare la fede che ci ha trasmesso.
Per questa ragione – ha aggiunto Baldi – facciamo sempre sentire a voce alta la nostra accorata fede: “E gridamu tutti cu’ divuzione: Viva Diu e San Catà. E di vicinu e di luntanu viva San Catavudu di Agghianu!”, cantava un fedele”.
Fhoto credit celebrazione S. Cataldo agosto 2023 @Arch. Cataldo Ramoscello
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