La scomparsa di Fernando Botero. L’artista della conoscenza delle forme

L'artista che ha portato il surrealismo nella figura e la contemporaneità sul filo della provocazione rinascimentale. Volti che richiamano a donne del 500 e addirittura a madonne pre barocche. Un depositario di epoche d'arte. L'artista non vive di reale. Abita il metafisico della finzione, allegorizzando il senso delle "cose". Ci ha lasciato Fernando Botero. Era nato nel 1932 a Medelin in Columbia. È morto il 15 settembre 2023 a Monaco-Ville

Ci ha lasciato Fernando Botero. Una contemporaneità sul filo della provocazione rinascimentale. Un depositario di epoche d’arte. Fernando Botero. L’artista che ha portato il surrealismo nella figura. Rendendo tutto espressione del corpo. Plasticità tonda dei corpi. Un corpo tondo può essere plastico? In questo caso la circolarità espansiva è una materia dello spazio che occupa un volto, un corpo, un cerchio appunto. 

La sua formazione artistica rinascimentale è visibile concretamente sua nei visi che nello sguardo è nelle pose. Volti che richiamano a donne del 500 e addirittura a madonne pre barocche. Nelle contaminazioni colombiane la cultura europea diventa una finestra su un Occidente del multiculturalismo che si confronta con gli altri Occidenti vasti. 

Questi mondi sono entrati soprattutto nei colori di Botero con un filo tessuto su una impaginazione di Mediterranei che sono illustrazioni di personaggi. Matriosche che si incavano una dietro l’altra mantenendo forme in un  disegnare occhi, vestiti, abbigliamento e i capelli tenuti da accorgimenti sul capo. Il mosaico delle tinte è un rimando alle atmosfere maya che hanno radici di una archeologia del mistero e della fantasia. Botero immagina balli, preghiere, uomini tondi e donne con le mani incrociate. 

Proprio il ballo è una caratteristica tra il reale e l’onirico. Uomini con il cappello e la cravatta che giocano distesi su un prato. Donne in posa. Coppie con i bimbi. Donne che si mostrano in una danza allo specchio. Figure massicce in un girotondo ironico e in sella ad un asino. Seni prospicienti in sorriso sulle labbra. Insomma una gioiosa rappresentazione che resta tale anche quando si incontra la donna nuda con un filo al collo che scende nell’incavo del seno e un braccialetto sul polso destro. Nuda con le gambe incrociate in una sensualità penetrante. Donna che mostra il poderoso sedere mentre osserva un lui che dorme adagiato sul letto. Con il sedere nudo ma con panno appena intravisto sul davanti. 

Poi la donna che si pettina. La stessa tonna con le gambe incrociate nuda la si vede nella stessa posa con reggiseno e perizoma. Una bellezza altra. Certamente una bellezza. Su questo versante rompe ogni titubanza proprio sul concetto di bellezza. La bellezza è un quadro che si dichiara e il suo linguaggio strisciante è un desiderio immensamente erotico che richiama non il reale ma il vero di estetica che è estasi appunto nelle forme. 

La perplessità è sul viso. Anche quando queste donne fumano o hanno un cane tra le mani. Insomma l’artista non vive di reale. Abita il metafisico della finzione. Quando porta sulla scena la sua Monna Lisa nel 1978  si riappropria della bocca del sarcasmo. Quando dipinge Pablo Escobar nel 1999 tratteggia una morte annunciata. Quando raffigura la metafora della pace è sempre una solidificazione della scultura che ha ol sopravvento. 

Pittura, scultura, disegno sono una coerenza di stile. Lo stile è il tutto del singolo e dell’insieme. Un artista che non smette di allegorizzare il senso delle “cose”. Botero era nato nel 1932 a Medelin in Columbia. È morto il 15 settembre 2023 a Monaco-Ville.

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Pierfranco Bruni, nato in Terra Calabra cui è profondamente legato, vive tra Roma e la Puglia da molto tempo. Archeologo, antropologo, letterato e linguista, fecondo saggista e poeta è presidente del Centro Studi Francesco Grisi e vicepresidente del Sindacato Libero Scrittori Italiani. Dal carismatico e sopraffine stile letterario, Bruni è alla seconda candidatura al Nobel per la Letteratura. Già Archeologo direttore del Ministero Beni Culturali e componente della Commissione UNESCO per la diffusione della cultura italiana all’Estero, nel corso della sua carriera è stato docente in Sapienza Università di Roma ed ha appronfondito lo studio rivolto alla tutela e alla conoscenza delle comunità di minoranze etnico-linguistiche.

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