… Il vecchio anno ci ha lasciati per far posto al nuovo ed ogni volta lo si festeggia come il ritorno di un caro vecchio amico sul quale siamo pronti a riversare tutte le nostre aspettative, i nostri buoni propositi, i desideri più intimi e profondi. Ci vestiamo a festa, partecipiamo ai cenoni, ci scambiamo auguri e belle parole, ma soprattutto siamo felici di salutare il vecchio per accogliere il nuovo, perchè è ancora una pagina bianca tutta da scrivere e da vivere. Già, perchè ormai ciò che è stato è stato e indietro non si torna…al limite si potrebbe fare ammenda e riparare qualche danno, perchè di danni ne abbiamo fatti eccome!
Il danno maggiore però. è quello di rendercene conto troppo tardi ed allora scatta il rimpianto per non aver fatto di meglio….” Ahhh se potessi tornare indietro!”
Il tempo è inesorabile cari amici e percorre un unica via che è quella del futuro…una linea retta che si muove in avanti e non da tregua… Forse però, ripercorrendo gli errori commessi e i danni fatti, si può cercare di far meglio visto che, ad ogni inizio di anno, siamo sempre animati da buone intenzioni…peccato che ne dimentichiamo troppo presto! Ecco perchè, caro nuovo anno, ho deciso di scriverti, come per sigillare un patto tra noi e per dirti che un rimedio per non cadere sempre nei vecchi errori lo si può trovare, ma per farlo, bisogna guardare in faccia i propri fantasmi…
C’è un po’ di Ebenezer Scrooge (A Cristmas Carol 1843 ) in ognuno di noi (Charles Dickens docet) e se solo avessimo l’onestà di ammetterlo a noi stessi, potremmo provare ad essere persone migliori, qualunque sia il nostro ruolo nel mondo. Sai, caro nuovo anno, il vecchio Scrooge era un uomo dispotico, cattivo, un ricco banchiere incredibilmente avaro ed egoista anche con se stesso, al punto da vestire di stracci e non avere nessuna considerazione per gli altri. Odiava con tutto il cuore il Natale considerandolo solo una perdita di tempo e una scusa per non lavorare in beffa al guadagno ed agli interessi personali che era solito anteporre a tutto quanto.
Uomo scorbutico e di misera sensibilità umana, rinnegava gli affetti e non mostrava amore, finchè, il fantasma del vecchio amico e socio in affari Jacob Marley non arrivò per ammonirlo ed a lui seguirono gli spiriti del Natale passato, presente e futuro a mostrargli tutti gli effetti delle sue orribili azioni e solo guardando in faccia la fine a lui destinata, fece ammenda e cambiò completamente il suo modo d’agire.
Così come ci insegna il grande Dickens nella sua metafora della vita, anche noi dovremmo ripercorrere ciò che siamo stati e valutare il risultato delle nostre azioni per porvi rimedio prima che tutto ci torni indietro come un boomerang.
…E allora. caro nuovo anno, per abbracciare te ed essere ricambiati nell’abbraccio, dobbiamo necessariamente volgere lo sguardo al vecchio anno che, come da copione siamo pronti a rinnegare, tranne che in alcuni sporadici casi.
È vero, l’anno che da poco ci ha lasciati, non è stato dei migliori perchè anche lui ha risentito degli effetti degli anni precedenti, ma non ve ne faccio una colpa, perchè siamo noi a darvi vita…
Gli anni in sé non sono né buoni né cattivi, sono solo spazi neutri da riempire ed il più delle volte lo facciamo malamente, posto poi, dare a voi la colpa. Ti chiedo scusa per la nostra vigliaccheria, ma è solo che siamo abituati a scaricare le colpe sugli altri per sentirci un poì meno miseri…
Lo so, lo so, non ti arrabbiare… Sono sempre gli altri a cominciare le guerre, noi ci difendiamo soltanto; sono sempre gli altri a rubare, noi siamo tutti onesti; sono sempre gli altri, i cattivi, noi siamo tutti buoni; sono sempre gli altri a non capire, noi capiamo benissimo; sono sempre gli altri a non curarsi “degli altri”, noi lo facciamo con tutti…
Ah, scusa vecchio mio, non avevo sentito….dici che gli altri siamo noi? Forse è questo il vero problema, la nostra incapacità di porgere l’orecchio,. di ascoltare ma principalmente di sentire… Sentire emozioni, sentire ragioni, scuse, considerazioni, sentire,valutare e soppesare i nostri pensieri prima che si trasformino in azioni che poi siamo costretti a scaricare sugli altri per stare meglio!
Carissimo anno, hai ragione, dovremmo chiedervi scusa se abbiamo nutrito il tempo che ci avete dato con cibi malsani, perchè gli effetti li abbiamo sentiti sulla nostra pelle, nell’aria, nell’anima…ma a volte abbiamo come la sensazione che vi stiate accanendo su di noi e che i problemi ci cadano addosso come pioggia battente. Come dici? Siamo il perfetto frutto di tutti i semi che abbiamo piantato? Sii comprensivo caro anno, so che è tutta questione di consapevolezza, non siamo poi così male, forse un po’ irriconoscenti… Spero che tu ci dia ancora del tempo…è questo che ti chiedo a nome di tutti, tempo…
Quello che ci serve per riflettere e per riprendere in mano le nostre vite e le nostre coscienze, per essere capaci di ringraziare e non di rinnegare, per offrire il meglio di noi agli altri e saper dare valore alla vita. Qualcuno di noi avrà abbastanza tempo, qualcuno meno, ma non ne siamo consapevoli finchè non ci viene a mancare ed allora vecchio mio, hai ragione tu quando dici che dobbiamo sbrigarci e che “chi ha tempo, non aspetti tempo…” del resto, caro anno nuovo, chi può saperlo meglio di te che dispensi questo prezioso dono senza che nessuno te lo chieda espressamente.
Vuoi vedere che dopo tanti anni passati ad appellarti coi peggiori epiteti, quello buono alla fine devi essere tu? Sono passati tanti anni (e ti ringrazio per avermene dati), ma alla fine ho capito! Spero, caro nuovo anno che anche gli altri seguano le mie orme e come sempre, ci salutiamo al cambio del testimone…
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Claudia Badalamenti – autrice. 55 anni e un amore viscerale per la scrittura, la poesia e la lettura, che va dai testi classici, ai thriller, passando per tutto ciò che è leggibile o degno di nota. Mi piace approfondire le mie molteplici curiosità per trarne il frutto prelibato della conoscenza, dell’arricchimento, dalla pienezza e della consapevolezza, che, a parer mio, è il cibo migliore di cui nutrirsi, accompagnato da un buon bicchiere di vino bianco, fresco ed immancabilmente fermo. Il mio mondo è quello universitario, dove lavoro come responsabile della comunicazione e delle relazioni pubbliche ad Agrigento, città bella e ricca di 2.600 anni di storia e di cultura, dal mare incantevole e dal buon cibo, da tesori inestimabili e patrimonio dell’umanità, come la Valle dei Templi, che apre le porte ad un altra dimensione, dove, credetemi, è meraviglioso lasciarsi trasportare. Vorrei far mio un aforisma del grande Heinstein, che condivido nella sua totalità, perché credo che racchiuda in se una delle più grandi verità con la quale convivere imperituro: “ La vita è come una bicicletta, per mantenere l’equilibrio, devi pedalare”