Bologna, 2 maggio 2024 – I Musei Civici d’Arte Antica del Settore Musei Civici Bologna sono lie-
ti di invitare alla presentazione del volume Art et industrie. L’Europe des musées au XIXe siè-
cle, a cura di Rossella Froissart e Aziza Gril-Mariotte (Brepols, Turnhout, 2023).
L’incontro, promosso in collaborazione con École Pratique des Hautes Études – Université PSL, si
svolge martedì 7 maggio 2024 alle ore 17.30 presso la Sala conferenze di Nomisma, al primo
piano di Palazzo Davia Bargellini, in Strada Maggiore 44 a Bologna.
L’ingresso è libero fino a esaurimento posti disponibili.
In occasione della presentazione, il Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini,
situato al piano terra dello stesso palazzo, è visitabile con orario di apertura straordinaria dalle
ore 10.00 alle 19.00.
Saluti di benvenuto:
Eva Degl’Innocenti, direttrice Settore Musei Civici Bologna
Introduce:
Sandra Costa, professoressa ordinaria Alma Mater Studiorum – Università di Bologna – Diparti-
mento delle Arti
Intervengono:
Rossella Froissart, professoressa Ecole Pratique des Hautes Études EPHE-PSL, Saprat e e co-
curatrice del volume
Paola Cordera, professoressa associata Politecnico di Milano – Dipartimento di Design
Modera:
Mark Gregory D’Apuzzo, conservatore Museo Davia Bargellini | Musei Civici d’Arte Antica.
Il libro, pubblicato dall’editore belga Brepols in lingua francese, ripercorre la storia poco cono-
sciuta della nascita dei musei di arte industriale nell’Europa del XIX secolo, in un momento in
cui le tracce di abilità artigianali, cultura materiale e arti popolari in via di estinzione attirava-
no l’interesse di collezionisti, storici e statisti.
Il volume viene presentato a Bologna perché qui, proprio all’interno del seicentesco palazzo ap-
partenuto alla famiglia senatoria Bargellini che, con il suo profilo monumentale, scolpisce
l’incrocio tra Piazza Aldrovandi e Strada Maggiore, si trova uno dei primi musei di arti decorati-
ve fondati in Italia: il Museo Civico d’Arte Industriale, aperto al pubblico il 30 maggio 1920 per
volontà dell’archivista e museologo Francesco Malaguzzi Valeri (Reggio Emilia, 1867 – Bologna,
1928). Ancora oggi, i visitatori che si aggirano per le sue sale espositive possono fruire in gran
parte dell’allestimento primigenio che l’ideatore aveva impresso ai due distinti nuclei patrimo-
niali che compongono il museo – la raccolta di arti applicate e la celebre Quadreria Davia Bar-
gellini – con l’illusione di visitare un sontuoso appartamento arredato del Settecento bolognese.
La storia del museo viene ricostruita nel volume dal saggio Le Musée d’art industriel Davia Bar-
gellini de Bologne: créer des ensembles pour mieux transmettre les savoirs (Il Museo d’Arte In-
dustriale Davia Bargellini: ambientare e trasmettere l’arte del passato) di Mark Gregory
D’Apuzzo, suo attuale conservatore.
Perché collezionare ed esporre tessuti, vetri, ceramiche, mobili e gioielli di un passato preindu-
striale, in un momento in cui l’avvento della macchina e l’espansione dei mercati stravolgono i
processi di produzione e commercializzazione? Come venivano presentati questi manufatti in
relazione ai prodotti contemporanei, in un contesto di competizione internazionale stimolato
dalle Esposizioni Universali?
Inizialmente concepiti come complessi educativi, ma spesso con un taglio conservatore, i musei
di arte industriale e decorativa hanno identità multiple, il che spiega l’evoluzione dei loro
nomi, le loro vicissitudini e la loro esistenza talvolta effimera. L’ampio lavoro oggi esistente sul-
la museologia e sulle arti decorative pone queste istituzioni al centro del dibattito sulle origini
e gli scopi delle collezioni pubbliche, come luoghi di formazione pratica e di dibattito teorico
sul rapporto tra arte, industria e mercato.
Il libro, il primo in Francia dedicato alla storia dei musei d’arte industriale e decorativa, si pro-
pone di fornire un’ampia panoramica di questa tipologia così come si è sviluppata in tutta Euro-
pa (Austria, Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia, Polonia, Svizzera), alla sua comparsa ne-
gli anni Trenta dell’Ottocento, alla sua affermazione nei primi decenni del Novecento.
Solo un’indagine collettiva potrebbe tenere conto delle specificità delle situazioni nazionali e
della diversità dei processi di valutazione di oggetti dallo status intrinsecamente incerto, tra
funzione d’uso, valore patrimoniale e modelli di apprendimento.
Il volume ha inteso, dunque, trattare la questione dei musei di arti decorative e industriali in
una prospettiva larga, sintetica, tale da favorire il paragone tra i musei europei dello stesso
tipo.
Il piano dell’opera comprende, oltre ai due saggi introduttivi delle curatrici Rossella Froissart e
Aziza Gril-Mariotte, diciannove contributi, suddivisi in due sezioni principali:
- Parte 1 Un musée pour édifier le goût et diffuser des modèles: comprende testi che trattano
di musei la cui fondazione ha avuto come primo scopo quello di offrire esempi e modelli
all’industria coeva o all’istruzione e formazione di artigiani e operai; - Parte 2 De la collection au musée. Nouveaux regards sur les arts décoratifs: l’accento è posto
su personalità che, con le loro donazioni o con la loro riflessione museologica/museografica
hanno contribuito a riunire, strutturare e presentare le collezioni dei musei di arti decorative e
industriali.
Indice dei contenuti
Introduction générale
1 – Aziza Gril-Mariotte, Les enjeux du musée d’art industriel entre théories et pratiques
2 – Rossella Froissart, Prémisses aux musées d’arts industriels et décoratifs: une idée française
Première partie
Un musée pour édifier le goût et diffuser des modèles
3 – Jean-François Luneau, Le rêve d’un musée industriel chez Claude Aimé Chenavard
4 – Hélène Bocard et Céline Trautmann-Waller, Alexander von Minutoli: de la collection au mu-
sée, du musée à l’album photographique
5 – Marion Falaise, Le musée d’Art et d’Industrie de Lyon et le modèle du South Kensington Mu-
seum dans le projet de Natalis Rondot
6 – Isaline Deléderray-Oguey, Les musées d’art industriel en Suisse et de la seconde réforme des
arts appliqués
7 – Malgorzata Dabrowska, Les collections du Musée technique et industriel à Cracovie, entre
exposition et éducation
8 – Lada Hubatová-Vacková, Les modèles londonien et viennois des deux musées de «umělecký
průmysl» de Prague
9 – Daniela N. Prina, La création d’un South Kensington belge ou l’histoire d’un mariage impar-
fait entre le beau et l’utile
10-Élise Kœring et Elke Mittmann, Un musée du temps modern pour une production modern: le
Deutsches Museum für Kunst in Handel und Gewerbe de Karl-Ernst Osthaus
11-Mark Gregory D’Apuzzo, Le Musée d’art industriel Davia Bargellini de Bologne: créer des en-
sembles pour mieux transmettre les savoirs
Deuxième partie
De la collection au musée. Nouveaux regards sur les arts décoratifs
12 – Élodie Baillot, Le Louvre contre Sèvres, Sèvres contre les ogres du Louvre: l’affaire du legs
Davillier
13 – Lucie Chopard, Les collections chinoises de l’Union centrale des arts décoratifs entre inspi-
ration technique et valorisation esthétique
14 – Mathieu Caron, Le musée du Garde-Meuble (1879-1901) ou l’aboutissement d’une politique
de patrimonialisation du mobilier français au XIXe siècle
15 – Camille Mestdagh, Du chef-d’œuvre de musée au modèle d’atelier: les collections publi-
ques de mobilier et la vogue des copies
16 – Benoît Coutancier, Marie Labadié (Grobet) et ses époux: collectionneurs «moyens» ou ar-
chitectes d’intérieur autodidactes?
17 – Paola Cordera, Les arts décoratifs mis en scène à l’Exposition rétrospective de Milan de
1874
18 – Daniele Galleni, La Galleria degli arazzi à Florence: un nouveau regard sur la tapisserie
19 – Nadia Barrella, Le musée Correale de Carlo Giovene, un «livre facile» pour redécouvrir les
arts appliqués napolitains
20 – Agnieszka Kluczewska-Wójcik, «Il n’y a qu’un seul art…». Feliks Jasieński et sa collection
d’arts décoratifs au Musée national de Cracovie
21 – Bénedicte Gady, Paris-New York: la création du Cooper Union Museum for the Arts of Deco-
ration au miroir du musée des Arts décoratifs.
Le curatrici
Rossella Froissart è direttrice di studi presso l’Ecole Pratique des Hautes Études (EPHE-PSL),
dove è titolare della cattedra di “Arti, industrie e decorazioni nell’epoca contemporanea” e
membro del laboratorio Savoirs et pratiques du Moyen Age à l’époque contemporaine (EA 4116).
Ha pubblicato diverse opere che trattano della gerarchia delle arti, dello status e della forma-
zione dell’artista-artigiano e dell’arte sociale, e si è concentrata in particolare sulla storia del
Musée des Arts Décoratifs de Paris e dell’Union Centrale. Studia sia le opere – arazzi, vetri e gio-
ielli – sia il discorso critico e storiografico, in relazione all’emergere della categoria decorativa
e ai dibattiti modernisti.
Aziza Gril-Mariotte è docente di Storia dell’arte all’Università di Aix-Marseille e ricercatrice
presso l’UMR TELEMMe. Dopo aver completato una tesi sui tessuti stampati nel XVIII e XIX seco-
lo, ha proseguito la sua ricerca sulla creazione e l’innovazione nelle arti industriali e nei musei
d’arte industriale nella Francia del XIX secolo. La sua abilitazione alla ricerca, conseguita nel
2021 a Paris I Panthéon-Sorbonne, è stata dedicata a Une histoire des étoffes imprimés, des
arts industriels au patrimoine (XVIIIe-XXIe siècle). Créations, collections, musées. Dal luglio
2022 è direttrice del Musée des Tissus et des arts décoratifs di Lione.
Informazioni generali sul volume
Art et industrie. L’Europe des musées au XIXe siècle
A cura di: Rossella Froissart e Aziza Gril-Mariotte
Editore: Brepols (Turnhout, Belgium)
Anno di pubblicazione: 2023
Pagine: 234
Dimensioni: 216 x 280 mm
Illustrazioni: 49 b/n, 58 col. 3 tav. col.
Lingua: francese
Prezzo: € 80,00
ISBN: 978-2-503-59995-3
Sito web: www.brepols.net
Informazioni
Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini
Strada Maggiore 44 | 40125 Bologna
Tel. +39 051 236708
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