Nel 1246, sogni di costruire un mondo migliore, stavano a cuore al Re Ferdinando III di Castilla y Leon, quando fondò l’Ordine della Concordia per assicurare pace e prosperità tra i principi e la gente delle sue terre.
Circa 600 anni prima, gli stessi ideali vennero promossi dai monaci irlandesi del VI secolo, che predicarono una nuova cultura in un’Europa decadente, dopo la caduta dell’Impero Romano.
Fermarsi e riflettere di tanto in tanto sulla roccia che ci ha plasmati è doveroso per dare un senso alla nostra esistenza.
La fede cristiana ha plasmato la cultura del Continente. Il cristianesimo è la roccia che, da 2.000 anni, fonda la nostra civiltà, la tutela della inviolabilità della coscienza, dell’autonomia morale e civica, della dignità del pensiero consacrato alla ricerca della verità.
Da questa base sono fioriti i valori della persona e della comunità, con una propria vocazione escatologica. Questi valori hanno dato vero significato a quelli basilari di uguaglianza fra tutti gli uomini, tutti fratelli e sorelle, di libertà, di giustizia, di partecipazione, di solidarietà, di pace, ossia di fede, concordia e dignità, come recita la finalità dell’Ordine della Concordia.
Al Vangelo si sono ispirati i monaci irlandesi, come S. Colombano di Bobbio, S. Cataldo di Taranto o S. Frediano di Lucca…, che hanno restaurato cultura e fede in un’Europa in crisi, dopo la caduta dell’Impero Romano. Essi, come i discepoli di S. Benedetto, hanno avuto un impatto fondamentale sulla rinascita della civiltà europea.
I loro monasteri sono divenuti il deposito del passato e il punto di partenza per il futuro, scrisse il Cardinale John Henry Newman.
La memoria del passato dovrebbe costituire la paideia per il nostro futuro. Se l’Italia e l’Europa stanno affrontando periodi di incertezza ed ansietà sulla loro identità e il loro futuro, quel di cui esse hanno bisogno è in particolare un rinnovamento etico e spirituale, basato non sulla ricerca del potere e del prestigio personale, ma sul servizio e sul senso di appartenenza per ridare dignità e fede nei valori.
La speranza, quindi, di costruire una migliore Europa e un mondo più giusto e più degno dell’uomo non può prescindere dalla consapevolezza di quanto il Cristianesimo ha apportato al mondo intero e i Concordi hanno il dovere di offrire alla costruzione dell’Europa e all’ideale delle Nazioni Unite la ricchezza della loro fede e della loro speranza escatologica.
Promuovere il dialogo interculturale per riappropriarci del diritto fondamentale alla vita, respingendo mezzi di distruzione, come la guerra, diventa assolutamente necessario. “Respingere modelli economici disumani, che creano nuove forme di povertà ed emarginazione, e respingere la cultura della morte, che svaluta l’immagine di Dio, il Dio della vita, e viola la dignità di ogni uomo, donna e bambino, combattere inoltre il fascino di un materialismo che soffoca gli autentici valori spirituali e culturali e lo spirito di sfrenata competizione che genera egoismo e conflitti, sono le nostre sfide”, secondo il monito di Papa Francesco.
Questi ideali e valori dovrebbero essere riconosciuti da tutti, pur se appartenenti a etnie, confessioni religiose, tradizioni, orientamenti diversi, come comune patrimonio antropologico, culturale ed etico.
Solo in essi si può trovare il fondamento che nobilita il pluralismo e integra la ricchezza delle diverse identità culturali e religiose. La loro luce può illuminare il cammino comune verso obiettivi sociali, civili, politici, spirituali e culturali.
L’Unione Europea “si fonda sui valori del rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell’uguaglianza, dei diritti umani, compresi quelli delle persone appartenenti a minoranze. Questi valori sono comuni agli Stati membri in una società caratterizzata dal pluralismo, dalla non discriminazione, dalla tolleranza, dalla giustizia, dalla solidarietà e dalla parità tra donne e uomini”, tutti punti cardine della Fides, Concordia e Pace dell’Ordine della Concordia.
Questa visione, quale fondamento di tutti i valori, primo fra tutti il diritto alla vita della persona umana con una propria dignità e una sua vocazione escatologica, è stata rivendicata e promossa dal Re Ferdinando, quale comune patrimonio antropologico per costruire un nuovo mondo sui tre pilastri dell’Ordine della Concordia: La DIGNITAS perchè il progetto della persona umana è unico, illuminato da una presenza divina che lo rende ancora più eccelso; la FIDES per credere nella nostra missione escatologica; e la CONCORDIA perché sta a noi accettare e portare avanti la sfida della pace.
In occasione dell’incontro annuale dei Concordi, quando nuovi membri verranno a farne parte, abbiamo voluto ripercorrere i principi suddetti per invitare tutti i Concordi a promuovere Dignitas, Pax e Concordia nella nostra Italia, in Europa e nel mondo intero, sotto la guida di Mario Augusto Petricca Giordani, suo Gran Maestro, che segue sulle orme di S. Ferdinando III di Castilla y Leon.