Le raccapriccianti immagini di guerra nella martoriata Ucraina, i genocidi perpetrati nel Medio Oriente e nella dissanguata Syria, i teatri di battaglia in Darfur (Sudan), Congo, Afghanistan, Nord Uganda e altre parti dell’Africa, la corsa alle armi nucleari nella Korea del Nord e in Iran, il malcontento esistente in altre regioni del mondo con milioni di persone che devono abbandonare la loro terra e la loro casa – tutti crimini contro l’umanità – sembrano dire che qualcosa non ha funzionato nel sistema di globalizzazione. Alla stessa conclusione si può giungere visitando le Camere a gas di Auschwitz in Polonia, il Museo delle Rimembranze a Riga, la Casa delle Torture nel centro di Budapest e in molti altri Stati totalitari.
Possiamo convenire che l’essere umano in quanto tale è qualcosa di speciale con una sua dignità suprema, una sua coscienza inviolabile e una sua autonomia morale e civica che illuminano i valori della comunità, dell’uguaglianza tra gli esseri umani, tutti fratelli e sorelle, tutti liberi in un mondo di giustizia, solidarietà e pace?
In ogni individuo, che lo si creda o no, è presente una trascendenza unica, che costituisce il suo valore inalienabile.
L’essere umano è essenzialmente “relegato”, ricco di un intimo potere nostalgico, con aspirazione a qualcosa che sta al-di-là. “Tutti sperimentano questo sentimento e hanno capito e onorato fin dall’inizio il potere che appartiene a ciascuno di loro”, scrisse Plutarco, in “Moralia” Vol. V, Isis e Osiris, nel primo secolo.
Questo stato cosmologico e la priorità di una conversione ai valori fondanti del cosmo, dimostrano che esiste una verità comune nel pianeta, abitato da fratelli e sorelle, come Papa Francesco scrisse in “Fratelli Tutti”. Nessuno sceglie i suoi fratelli. Essi non hanno colore. Sono solo fratelli anche in contesti culturali e religiosi diversi.
“Il tempo è maturo per lavorare insieme nel costruire un’Europa non sull’economia, ma sulla sacralità della persona umana, su valori inalienabili”, ha dichiarato lo stesso Papa dinanzi all’Assemblea del Parlamento Europeo a Strasburgo, il 25 novembre 2014. Il Pontefice ha aggiunto: “Un’Europa che non accetta la dimensione trascendente della vita, rischia di perdere la propria anima e quello ‘spirito umanistico’ che ancora ama e difende”.
In contrapposizione alle presenti tragedie del nostro mondo, proponiamo una riflessione.
Mille e 400 anni fà, intrepidi pellegrini irlandesi affollarono le strade e le piazze dell’Europa, devastata da decadenza di valori morali, caos sociale e orde di barbari, dopo il crollo dell’Impero Romano.
Essi vi portarono speranza, amore, apertura all’”altro” – il vicino, il rifugiato, lo straniero -, diritto alla vita della persona umana, ricca di un’immensa dignità e di una propria vocazione escatologica, quali patrimonio antropologico culturale comune da cui ripartire per la rinascita di un mondo nuovo. Tali diritti, infatti, sono basati sulla legge naturale e scritti nel cuore di ogni uomo, a prescindere dalla sua cultura di appartenenza e dal suo gruppo etnico.
Dal VI al XIV secolo, l’Irlanda – una piccola isola agli “estremi confini della terra”, con le sue scuole monastiche – vere Università – si impose quale faro di civiltà. I “Santi e Studiosi” di queste scuole si riversarono in Italia, Austria, Svizzera, Germania, Benelux, Inghilterra, Scozia, Francia e altre nazioni, portando cultura umanistica e luce cristiana, “pro amore Dei”.
In Italia, S. Colombano fu la personalità più eminente del Medio Evo. Papa Pio XI, nel 1923, lo definì “uomo eccezionale che la Divina Provvidenza fa nascere in momenti difficili della storia umana per ribaltare cause quasi perdute”.
L’occidente europeo odierno deve in parte a lui la sua storia, quale pioniere di civiltà, fondatore di cenobi, precursore di giustizia e libertà, testimone e assertore della suprema dignità dell’uomo per il suo tempo e anche per il nostro. Robert Schumann tra i fondatori dell’Unione Europea insieme a De Gasperi ed Adenauer, dichiarò che Colombano è il “Santo Patrono di quanti si prodigano per costruire un’Europa Unita”, anzi “Il padre dell’Europa moderna”.
Egli fondò l’Abbazia di Bobbio nel 614, centro per molti secoli di vita religiosa, filosofica, scientifica, artistica e sociale. Le sue qualità diplomatiche, quale costruttore di pace, la sua vasta cultura, il suo lavoro alle origini cristiane dell’Europa, la sua visione di questo corpo europeo, chiamato a crescere in giustizia e perfezione, fecero di lui l’uomo più dotato di spirito europeo, 200 anni prima di Carlo Magno.
Nell’Archivio Capitolare di Bobbio,da lui fondato, Petrarca e Muratori trovarono ben 150 manoscritti latini, anteriori al VII secolo, che portarono alla luce il De Re Publica di Cicerone, opere di Virgilio e Frontone, il “Codice biblico K” e altre, copiate pazientemente da monaci irlandesi.
Alla fine del VI secolo, Colombano, diede anche inizio a uno straordinario lavoro missionario in Francia, con la fondazione dei monasteri di Annegray, Fontaines e Luxeuil.
I padri fondatori dell’Unione Europea e di altre importanti organizzazioni mondiali cercarono di far propri quanto i monaci medievali irlandesi hanno proposto per esaltare il pluralismo delle nazioni, sfruttare la ricchezza delle varie identità culturali e religiose e tracciare le basi per un cammino comune verso benefici sociali, civili, politici, spirituali e culturali in Europa.
La loro luce può indicare la via migliore per risolvere problemi difficili che l’Europa e le Nazioni Unite potranno incontrare lungo il loro costante processo di integrazione.
L’UE, come il suo Trattato recita, “si basa sui valori del rispetto per la dignità umana, sulla libertà, la democrazia, l’uguaglianza, sulle leggi e il rispetto dei diritti umani, incluso il rispetto delle persone che appartengono a minoranze. Questi valori sono comuni a tutti gli Stati-membro in una società in cui pluralismo, non-discriminazione, tolleranza, giustizia, solidarietà ed uguaglianza tra donne ed uomini prevalgono”. “Promuovere lo sviluppo culturale ed etnico insieme alla cooperazione internazionale”, “creare progetti storici regionali e culturali”, “equilibrare il divario tra ricchi e poveri” e contribuire alla “costruzione della pace”, a “uno sviluppo sostenibile”, al “dialogo interculturale”, alla “collaborazione internazionale nel settore dell’educazione, delle scienze e della cultura per migliorare il rispetto universale a favore della giustizia e dei diritti umani” sono invece gli ideali dell’UNESCO.
Simili ideali per tutti gli esseri umani – incluso i tanti disperati che si affidano ai barconi della morte, molti dei quali periti nelle profondità del mare – sono stati al centro della missione dei monaci medievali irlandesi e dovrebbero essere abbracciati da tutti come modello per costruire insieme la “Casa Comune Europea”: un progetto e una sfida politica affascinante e coraggiosa, mai proposta.
A loro dobbiamo il sorgere delle grandi Università di Oxford, Parigi, Pavia, Praga, Vienna, Salisburgo… fondate sull’esempio delle famose Scuole Irlandesi, alle quali si accedeva gratuitamente, 1,400 anni prima dei programmi Erasmus.
Il contributo religioso, culturale ed economico dei monaci medievali irlandesi all’Italia e alle varie nazioni d’Europa in cui hanno lavorato, è incalcolabile, rendendo un grande servizio alla storia europea e al miglioramento della condizione umana.
St. John H. Newman scrisse del lavoro di questi intrepidi pionieri medievali irlandesi: “I loro monasteri sono divenuti il granaio del passato e il luogo di rinascita del futuro”.
Per queste ragioni bisognerebbe “ripensare le leggi economiche per garantire una vita più degna a tutti gli esseri umani”, ha dichiarato il fu Papa Emerito Benedetto XVI, messaggio ancora valido per il rinnovamento dell’Europa di oggi.
Questo avvenne all’indomani del crollo dell’Impero Romano.
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Enzo Farinella, nato a Gangi in Sicilia, è sposato con Barbara; ha quattro figli: Santina, Gioacchino, Aisling ed Enzino Làszlò; e sei nipoti: James, Giulia, Franca, Skye, Olive-Elisa e Willow. Già docente di Antropologia filosofica nell’Università di Dublino, saggista e giornalista, ha collaborato con Radio Vaticana ed ANSA dall’Irlanda dove vive da cinquant’anni. Messaggero di Pace per le Nazioni Unite, Cavaliere della Repubblica Italiana, Priore d’Irlanda per l’Ordine Capitolare dei Cavalieri della Concordia, Membro dell’Accademia Zelantea, referente a Dublino dell’Associazione di Volontariato: I Cittadini contro le mafie e la corruzione, plurilaureato, è stato per 20 anni Addetto Culturale presso l’Istituto Italiano di Cultura di Dublino dove vive da cinquant’anni.
Molte le sue conferenze sui legami tra Italia e Irlanda e in particolare sul lavoro dei monaci irlandesi nelle varie nazioni europee in Europa e in USA.Alcuni dei suoi volumi :E-Books:Dall’Atlantico al Mediterraneo, Appstore Apple “New Life Book”,2015.At the Roots of the History of Europe: Amazon, 2017Italy and Ireland – Two Stars under the Sky of Europe –, Amazon, 2020Under the Sky of the ‘Fair’ Islands – Irish Pilgrims in Britain and Europe, Amazon, 2020In the Land of Tulips – Irish Pilgrims in Benelux and Europe, Amazon, 2020Born in Ireland, Lit up Austria, Irish monks and Pilgrims in Europe and Austria, Amazon 2021Time for Action – Bonds between Italy and Ireland, Amazon 2021.Born in Ireland, Lit up Switzerland – Irish monks in Europe and Switzrtland, Amazon, 2021.Born in the Emerald Ireland, Lit up the Black Forest – Irish Pilgrims in Europe and Germany, Amazon 2022. @Riproduzione riservata