L’obiettivo del prossimo Giubileo del 2025, dopo anni di pandemia, di crisi economica e sociale, secondo papa Francesco, «potrà favorire molto la ricomposizione di un clima di speranza e di fiducia, come segno di una rinnovata rinascita di cui tutti sentiamo l’urgenza».
Quanto è accaduto e sta accadendo in questo periodo cambia il rapporto dell’uomo con la fede, può rafforzarla o, al contrario, indebolirla.
Nella storia dell’umanità i momenti di crisi hanno sempre suscitato domande e richieste alla religione affinché intervenisse per salvare l’uomo e il territorio dove lui vive. In generale possiamo dire che il sentimento e la pratica religiosa durante la pandemia non sono affatto diminuiti e molti hanno seguito le liturgie da remoto e in Tv. Sono aumentati i momenti di preghiera domestica attraverso la lettura della Bibbia e del Vangelo in famiglia.
Molti hanno seguito le meditazioni proposte in TV dai vari monasteri, soprattutto femminili. Sappiamo che la Chiesa è inviata da Cristo a rivelare e comunicare la carità di Dio a tutti gli uomini e a tutte le genti. È segno vivo di Dio-Amore nella storia; tuttavia deve purificarsi incessantemente con la conversione delle persone, la riforma delle comunità e il superamento delle divisioni. A tal riguardo l’evento giubilare del 2025 riveste un’importanza speciale. Il Giubileo offre un’immagine di Chiesa non “centrata” su se stessa, ma missionaria, come è dall’inizio del pontificato l’idea di papa Francesco.
La “Chiesa in uscita missionaria” costituisce la vera novità del pontificato di Francesco, una chiesa “decentrata” e proiettata verso la comunità degli uomini e una chiesa sinodale.
Il Giubileo 2025 si stima possa portare a Roma almeno 32 milioni di nuovi pellegrini. Il peregrinare è il fondamento dell’uomo moderno, il pellegrino incarna il cammino dell’umanità. Molte sono le differenze con il passato. Per il prossimo Giubileo dovremo aspettarci tanti pellegrini individuali e meno gruppi precostituiti. Ci saranno eventi a San Pietro, al Parco di Centocelle e il 28 luglio 2025 è prevista la Giornata Mondiale della Gioventù a Tor Vergata. Giornalisti, artisti, malati, detenuti, giovani e volontari sono alcuni destinatari dei grandi eventi giubilari, contenuti nel primo calendario dell’evento che si snoderà lungo tutto il 2025, dall’apertura della Porta Santa, a dicembre 2024, fino a dicembre del 2025. Aumenta sempre più a livello mondiale l’interdipendenza tecnologica, economica, politica e culturale. Cresce la mobilità delle popolazioni, la società è ormai multietnica e multireligiosa. Il dialogo tra le religioni sta diventando sempre più urgente per sviluppare una corretta conoscenza reciproca e stabilire relazioni amichevoli, in modo da favorire il progresso spirituale di ciascuno. Alimenta nei non cristiani un atteggiamento di apertura alla verità di Cristo; conduce i cristiani ad una più profonda comprensione del Vangelo. È urgente soprattutto il dialogo dei cristiani con i seguaci delle altre religioni universali: induismo, buddhismo e islam, in modo che ognuna delle parti possa approfondire la propria esperienza di fede e avvicinarsi di più a Dio.
Le indicazioni per celebrare il Giubileo 2025 sono contenute, secondo la consuetudine, nella Bolla di Indizione. Le Bolle di Indizione sono i solenni documenti pontifici che vanno dal 1300 al XXI secolo e annunciano ufficialmente, indicandone la data e le modalità principali di svolgimento, l’anno giubilare. Si tratta di documenti pontifici che in genere non sono tradotti e neppure di facile reperimento. Di alcuni Giubilei non si possiedono le Bolle d’indizione o perché è incerta la stessa celebrazione dell’Anno Santo o perché è irreperibile la bolla pontificia. Anche la stessa denominazione di giubileo all’inizio non esiste. Nel 1300 Bonifacio VIII parla di annus centesimus, anno centenario. Fu solo con l’annuncio dell’indulgenza nell’anno 1350 che apparve per la prima volta la denominazione annus iubilaeum. Il sostantivo jubilaeus apparve con sicurezza solo nella Bolla di indizione del 1475.
Invece l’espressione Anno Santo sebbene molto diffusa, appare relativamente tardi nelle bolle di indizione. Sarà Clemente VIII a recepire l’espressione, facendo chiaramente intendere un uso precedente. La cadenza centenaria o secolare è il primo dato che si trova circa i giubilei.
Ad essa seguiranno le indicazioni delle cadenze cinquantenarie, la cadenza di trentatré anni e la cadenza venticinquennale.
Il 9 maggio scorso è avvenuta la promulgazione della Bolla “Spes non confundit”, “la speranza non delude” come si legge nel capitolo 5 della Lettera di san Paolo apostolo ai Romani. La speranza è anche il messaggio centrale del prossimo Giubileo. “La vita cristiana – afferma papa Francesco – è un cammino che ha bisogno anche di momenti forti per nutrire e irrobustire la speranza, insostituibile compagna che fa intravedere la meta: l’incontro con il Signore Gesù”. All’interno del logo, con il colore verde, campeggia il motto del Giubileo 2025, «Peregrinantes in Spem» (Pellegrini nella speranza).
«Rappresenta quattro figure stilizzate per indicare l’umanità proveniente dai quattro angoli della terra – ha spiegato mons. Rino Fisichella, Pro-Prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione e incaricato da papa Francesco dell’organizzazione del Giubileo -. Sono una abbracciata all’altra, per indicare la solidarietà e fratellanza che deve accomunare i popoli. Ho immaginato gente di ogni colore muoversi da ogni parte della terra verso un futuro comune, e verso una Croce che è Gesù stesso – ha spiegato l’ideatore del logo, Giacomo Trevisani -. Ho immaginato il Papa guidare l’umanità attraverso una Croce che diventa àncora, e noi stringerci a lui, simbolizzando i pellegrini di ogni tempo».
Nel 2025 saranno i 1700 anni dal primo concilio della storia che è il Concilio di Nicea, convocato e presieduto dall’imperatore Costantino. Nicea è la prima confessione di fede. Mons. Rino Fisichella ritiene che avremo con molta probabilità un grande incontro ecumenico anche a Nicea.
Il Giubileo è un tempo di grazia che dobbiamo investire in una quotidianità da vivere in modo nuovo, dove il termine “nuovo” non deve intendersi nella logica del “fare di più”, ma in quella del “fare meglio”. Un evento antico e moderno insieme, che necessita di essere oggi raccontato non solo con competenza e correttezza, ma che pone anche delle sfide dal punto di vista dell’informazione e della deontologia professionale.
…
Immagini, fonte Wikipedia